La studentessa che sfida i narcos
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Messico, a vent'anni accetta l'incarico di Capo della Polizia della città di Guadalupe, regno dei più pericolosi trafficanti

CITTÀ DEL MESSICO - È stata l’unica ad accettare l’incarico di Capo della Polizia. A vent’anni Marisol Valles ha deciso di sfidare i narcos della sua città, Guadalupe, al centro di una faida che in una sola settimana, proprio prima della sua nomina, è costata la vita a otto persone. Diecimila anime per una cittadina ai confini con il Texas completamente in mano al narcotraffico che si trova a una sessantina di chilometri da Ciudad Juarez, ormai considerata la città più pericolosa del Messico con 2000 omicidi in un anno, sindaco compreso.

Una realtà nota a Marisol che proprio a Ciudad Juarez studia criminologia e non si è tirata indietro di fronte ad un posto che nessuno voleva. La nomina della giovanissima ’poliziottà arriva nel giorno in cui più ad ovest, al confine con la California, nella città di Tijuana, è stato messo a segno uno storico sequestro di marijuana: oltre 105 tonnellate di erba per un valore di 335 milioni di dollari, 30 delle quali nascoste su otto camion che andavano in convoglio verso il confine con gli Stati Uniti e altre 75 in un ranch, in una villa sul Pacifico e in un appartamento a Tijuana.

Droga che avrebbe potuto essere venduta negli Usa in 210 milioni di dosi. «È un colpo gravissimo per la criminalità organizzata e i narcotrafficanti messicani», ha detto il generale dell’esercito Alfonso Duarte Mujica, che ha condotto la gigantesca operazione, spiegando che il valore della marijuana può anche «raddoppiare e triplicare nella vendita al dettaglio negli Stati Uniti». Il bilancio dell’operazione è di un poliziotto e uno dei malviventi feriti e dell’arresto di 11 persone.

Si tratta della più grande quantità di droga sequestrata in Messico negli ultimi anni, in un paese dove la guerra fra i cartelli della droga ha fatto finora circa 28 mila morti. E ora attraverso le radio pirata sono arrivate minacce di morte dei narcos ad agenti della polizia di Tijuana e allo stesso Mujica.

Fonte >  La Stampa



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