I 40 miliardi alle imprese: un maldestro tentativo di rifinanziare le banche
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«Caro Direttore,

ma sono l’unica persona che non crede ai 40 miliardi di rimborso del Grilli e del Monti? Gli stessi che ironizzavano sui 4 miliardi della restituzione dell’IMU... che volete, 4 miliardi son noccioline in confronto! mi vien più facile impazzire qui. Per lo più i 40 miliardi con la copertura di emissione di nuovo debito. A chi? Come? Tecnici?

MIODDIO

Stefano Novati
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No, non è l’unico, caro lettore. Sono molti ad aver visto nel mirabolante annuncio di rimborsi per 40 miliardi alle imprese un maldestro tentativo di finanziare – di nuovo – le banche. A tutta prima, il governo Monti stava per dare quei 40 miliardi alle banche invece che alle aziende, con la scusa che erano state le banche ad anticipare alle imprese i crediti che i privati avevano presso lo Stato, comuni e regioni.

Questo è il contrario esatto della verità: alzi la mano qualunque imprenditore o bottegaio che, avendo in mano un credito dovutogli dallo Stato, s’è presentato in banca ed abbia ottenuto un soldo. E infatti, Monti e Grilli hanno tentato di fare un provvedimento a favore delle banche a porte chiuse, approfittando della confusione che regna in parlamento e della paralisi del mondo politico. Ma proprio in parlamento è stata sollevata l’ovvia obiezione: perché non pagate prima le imprese e poi – se mai risultasse che hanno anticipato i crediti – le banche? Da quel momento, il decreto è stato ritirato da Grilli. Doveva essere “ripensato”, e tutto il governo Monti si riunisce nel week-end (a banche chiuse) per “ripensarlo”.

Si lasciano filtrare voci della costituzione di un Fondo; dell’obbligo per le amministrazioni pubbliche inadempienti di “registrarsi sulla piattaforma elettronica del Tesoro per la gestione online del rilascio delle certificazioni, entro 20 giorni dall’entrata in vigore del decreto”; di un niet della UE al nuovo esborso... insomma si inventano complicazioni di ogni genere ad una cosa semplice: chi deve ricevere qualcosa da loro, le amministrazioni lo sanno benissimo.

A questo punto, sono sicuro che le imprese creditrici non vedranno nemmeno un euro. Se anche ci fosse il sospirato decreto, le amministrazioni burocratiche creeranno ogni tipo di ostacolo puntiglioso – chiedendo “certificazioni” assurde, tipo la previa prova che le imprese hanno pagato tutte le tasse, che sono in regola contabile fino ai minimi particolari, scatenando la persecuzione fiscale dei richiedenti – per bloccare di fatto i pagamenti. Hanno sempre fatto così, vanificando con freno burocratico anche i pochi provvedimenti governativi di esborso ai privati fatti da Tremonti; lo faranno tanto più adesso, che i miliardi rimasti in fondo al barile servono a pagare i loro stipendi.

Li vogliono tutti, fino all’ultimo istante di questo Stato. Che presto collasserà.

Maurizio Blondet