Preservativo ed errori
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Merita un approfondimento ed una considerazione l’articolo di Tornielli Preservativo ed errori: il Papa che non ti aspetti (1), del quale di seguito riporto un piccolo stralcio, scritto sicuramente con buone intenzioni, ma con tono un po’ untuoso, dal vaticanista del Giornale.

Leggiamo insieme:

«Dalle pagine del bel libro-intervista con Benedetto XVI scritto da Peter Seewald, 'Luce del mondo', in libreria da domani, emerge invece tutta lumanità e lindole del pastore. Giustifica in alcuni casi il preservativo e ammette di aver sbagliato togliendo la scomunica a un vescovo negazionista: il Papa smentisce chi lo immagina teologo rigido e nostalgico custode di verità astratte (…) Si badi bene, la dottrina cattolica in merito al condom non cambia: l’anticipazione un po’ decontestualizzata che sabato è stata pubblicata su L’Osservatore Romano (mancava la domanda e mancavano la successiva domanda di Seewald e la seconda risposta del Pontefice sull’argomento) era riferita alle polemiche sorte nel marzo 2009, dopo l’intervista di Benedetto XVI sull’aereo che lo portava in Camerun, quando il Papa aveva spiegato di non ritenere la distribuzione di profilattici la risposta più adeguata ed efficace per combattere l’Aids. Un concetto che viene nuovamente ribadito nel libro, insieme alla riproposizione dell’insegnamento dell’enciclica Humanae vitae, con la quale Paolo VI nel 1968 definì illeciti gli anticoncezionali. Ratzinger non ha dunque «assolto» l’uso del preservativo, non ha cambiato la dottrina, ma ha autorevolmente spiegato – come nessun Pontefice aveva fatto – che in certi casi, e quello di rapporti sessuali nell’ambito della prostituzione (femminile secondo il testo italiano, tradotto non correttamente, maschile nell’originale tedesco) con uno dei partner sieropositivo, il profilattico potrebbe essere giustificato. E rappresenti «un primo atto di responsabilità», «un primo passo sulla strada verso una sessualità più umana», da preferire al fatto di non farne uso esponendo l’altro al rischio della vita».

I punti salienti messi in evidenza dall’articolo sono due:

1) l’uso del preservativo;
2) la scomunica tolta a Williamson.

Ebbene, amo il Pontefice e ne riconosco la legittima autorità, ma non mi sento affatto di condividere l’atteggiamento di fondo che emerge dall’intervista rilasciata. Per quale motivo? Sembra che si voglia in tutti i modi cercare di conquistare la simpatia del mondo; sembra che si voglia sempre e comunque tentare di accattivarsi l’audience di massa, strizzando l’occhietto alla volontà generale.

Affrontiamo una questione alla volta.

Sulla possibilità di utilizzare il preservativo, mi sembra che la questione sia assolutamente mal posta. La verità è che per la Chiesa il rapporto sessuale ha senso solo all’interno del matrimonio! Porre il problema dell’utilizzo del profilattico fuori da quest’ottica è comunque considerare una questione estranea all’ordine del sacramento.

Cerchiamo di comprendere meglio. L’anticoncezionale è illecito perché pone in essere una barriera tra la donazione dei coniugi sia nella sua effettività sia nella sua consequenzialità! La coppia di sposi è obbligata a donarsi, nell’atto matrimoniale, con radicalità e profondità e con la responsabilità di tutti gli esiti dell’azione compiuta. La procreazione è il fine supremo del matrimonio, perché si dà la vita ad esseri immortali, che possono partecipare di Dio, per sempre, dandoGli gloria (accidentale) per l’eternità. L’amore degli sposi è tale da generare nuova vita, e questo, per mandato di Dio!

La Chiesa non ha bisogno di insegnare la gestione del peccato, ossia spiegare che se vai con una prostituta puoi usare il preservativo!, perché si deve occupare di far evitare il peccato stesso, per condurre alla Vita, insegnando quanto sia bello e soave vivere di Dio!

Mi sembra, e lo dico con dispiacere, che la posizione del Pontefice, che non voglio giudicare, per quanto possa essere comprensibile, non faccia altro che abbassare il livello del Pontificato.

Sulla scomunica, invece, mi sento di essere un po’ più duro: da quando il riconoscimento di un dato evento storico non attinente alla Fede (e sul quale ci sono diverse posizioni, anche se minoritarie, ma resta comunque nulla di veramente certo!) diviene condizione di appartenenza alla Chiesa?

Mi sento di dire che esiste un altro accadimento storico, la Risurrezione, in relazione al quale molti alti prelati scrivono e dichiarano di non credere (almeno non secondo la fede della Chiesa), di costoro cosa ne facciamo? Sono dentro o sono fuori? Ad ognuno il suo.

Meno male che il Papa non è infallibile sempre e meno male che se lo ricorda anche lui:

«Capace di ricordare che linfallibilità pontificia entra in gioco molto raramente, come nel caso delle definizioni dogmatiche: “In determinate circostanze e a determinate condizioni, il Papa può prendere decisioni in ultimo vincolanti grazie alle quali diviene chiaro cosa è la fede della Chiesa, e cosa non è. Il che non significa che il Papa possa di continuo produrre infallibilità’ ”». (1)

Stefano Maria Chiari





1)
www.ilgiornale.it/interni/preservativo_ed_errori_il_papa_che_non_ti_aspetti

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