I Rothschild: una delle “grandi famiglie” che dominano il mondo
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 I Rothschild e Napoleone III

Nell’ultima puntata abbiamo visto il ruolo che svolsero i Rothschild nella nascita della Germania con il Cancelliere Otto von Bismark sino alla guerra franco/prussiana (1870-1871).

Nella presente vediamo l’incamminarsi dell’Europa verso la guerra di Crimea contro la Russia (1853-1856), in cui le forze francesi – alleate con l’Inghilterra e con il Piemonte – scesero in campo in favore della Turchia per impedire il predominio russo nel Mediterraneo orientale.

Questa guerra, detta di Crimea, si concluse con il Trattato di Parigi nel 1856, che segnò il trionfo e l’apogeo di Napoleone III, unitamente a un periodo assai critico per i Rothschild, i quali non godevano delle simpatie del Monarca francese, intimo amico dei Fould e dei Pereire.

Inoltre vedremo pure il ruolo che giocheranno i Rothschild in Francia con Napoleone III, in Italia con Cavour e infine in Austria con Francesco Giuseppe.

Nel 1853 s’inasprirono i rapporti tra lo Zar di Russia e le Potenze occidentali e fu la guerra. Tuttavia in Francia, l’inizio del 1853 fu caratterizzato da un problema personale non di guerra ma di amore infatti Napoleone III s’innamorò e, se inizialmente aveva pensato soprattutto a un suo futuro matrimonio “politico” con una principessa di sangue reale per alzare anche le sorti della sua amata Francia, nel 1853 si legò sentimentalmente a una contessa spagnola, che poi sposò.

James Rothschild e Napoleone III

Napoleone III, nel gennaio del 1853, si fidanzò con una nobildonna spagnola (figlia di una contessa), la quale si chiamava Eugenia di Montijo, che era figlia di un gentiluomo spagnolo (il conte di Teba) che aveva combattuto per Napoleone I (Egone Conte Corti, La famiglia dei Rothschild, II ed., Proceno di Viterbo, Effedieffe, 2021, p. 424).

Maria Eugenia de Montijo nacque a Granada il 5 maggio del 1826 e morì a Madrid l’11 luglio del 1920. Essa divenne Imperatrice consorte di Francia dal 1853 al 1870 per avere sposato Napoleone III.

Sua madre si chiamava Maria Manuela Kirkpatrick (1794–1879), era una contessa d’origine scozzese da parte di padre e spagnola da parte di madre.

Quando scoppiarono le guerre carliste in Spagna (1834) la contessa Kirkpatrick portò le sue due figlie in Francia ove Eugenia fu educata presso l’Istituto delle Suore del Sacro Cuore a Parigi.

Nel 1849 Eugenia conobbe Luigi Napoleone, che allora era Presidente della Repubblica francese. Fu amore a prima vista, ma Napoleone dovette impiegare due anni per ottenere il consenso di Eugenia.

Eugenia sebbene non fosse di sangue reale era, tuttavia, molto avvenente, intelligente ed elegante e seppe intrecciare numerose amicizie che dettero lustro al marito e alla Francia.

Il marito la consultò spesso (data la sua intelligenza e la sua buona preparazione che aveva ricevuto dalle Suore del Sacro Cuore) anche in importanti questioni di Stato. La sua educazione cattolico/tradizionale fece in modo che essa potesse attenuare, più di una volta, le tendenze fortemente liberali del marito.

Quando il Secondo Impero di Napoleone III crollò (1870/1871) a séguito della sconfitta della Francia da parte della Prussia, l’Imperatrice e Napoleone si rifugiarono in Inghilterra ove Napoleone morì appena due anni dopo, il 9 gennaio del 1873.

Eugenia, invece, arrivò all’età di 94 anni e si spense, quasi mezzo secolo dopo, l’11 luglio del 1920.

I Rothschild, Napoleone ed Eugenia

Ora, ci informa Egone Conte Corti, occorre sapere che James Rothschild era intimo amico della famiglia della giovane Eugenia Montijo. Infatti, sua madre, pur non possedendo ingenti ricchezze conduceva una vita molto dispendiosa e lussuosa. Perciò, spesso doveva ricorrere alle “elargizioni” di James e spesso si recava a Parigi nella bella casa del banchiere, accompagnata dalla graziosa figlia Eugenia, per partecipare alle sontuose feste che ivi si davano, non solo per divertirsi, ma soprattutto per coltivare amicizie politicamente importanti e intessere affari finanziari.

James (astutamente nel corso di queste feste) aveva notato l’interesse che Napoleone nutriva per la giovane Eugenia e fu uno dei primi a rendersi conto che la nobildonna spagnola avrebbe potuto diventare un giorno (non molto lontano) Imperatrice di Francia.

Tuttavia, non appena la notizia dell’amore sbocciato tra l’Imperatore francese e la giovane spagnola si diffuse a Parigi, si formarono sùbito due partiti: l’uno a favore del matrimonio e l’altro contro di esso.

Naturalmente, James, conoscendo e finanziando i Montijo era a favore del matrimonio, che lo avrebbe fatto entrare, se non in amicizia, almeno in “affari” con Napoleone III, che invece era molto amico dei Fould e dei Pereire, i quali erano acerrimi nemici dei Rothschild. Tuttavia la contessa Eugenia odiava cordialmente i Fould e prediligeva spassionatamente i Rothschild.

L’Imperatore di Francia, il 31 dicembre 1852, convocò un Consiglio dei Ministri per annunciare, sotto vincolo di segreto, il suo futuro matrimonio con Eugenia.

I Ministri francesi erano quasi tutti contrari a questo matrimonio, che avrebbe secondo loro abbassato le “quotazioni nobiliari” francesi, facendo accasare un Imperatore (che poi era stato un semplice Presidente della Repubblica sino al giorno prima) con una semplice contessa.

Invece James fece di tutto per far giungere in porto la loro unione. Il 12 gennaio 1853, durante una festa da ballo (in cui ci si divertiva spensieratamente e soprattutto s’intessevano interessati affari politici ed economici) nel palazzo alle Tuileires di Parigi, dove - presente Napoleone - erano state invitate anche Eugenia con sua madre, James poté rendersi conto, osservando il contegno dell’Imperatore, delle due spagnole e ascoltando i discorsi degli ospiti di riguardo, che il matrimonio era un’eventualità molto probabile e naturalmente spinse l’opinione pubblica del bel mondo della nobiltà parigina a prendere parte a favore di quest’unione.

Ora, si sa che la giovane Eugenia ebbe sempre una grande amicizia verso i Rothschild e una forte antipatia, mai nascosta, per i Fould (i banchieri amici di Napoleone e nemici dei Rothschild). Fu proprio grazie a quest’amicizia che i Rothschild riuscirono a impedire che i Fould assieme ai Pereire li rimpiazzassero totalmente come banchieri di Francia tramite il Crédit Mobilier.

Come si vede l’interessamento di James verso il matrimonio di Napoleone con Eugenia non era del tutto “disinteressato”, ma grazie alla sua abituale lungimiranza il Rothschild parigino aveva sùbito scorto in esso un’occasione di mantenere una certa presenza della sua Banca anche nella Francia di Napoleone III, nonostante la sua antipatia (tutta bonapartista) per la famiglia Rothschild e la sua vicinanza con i suoi acerrimi nemici: i banchieri Fould e Pereire.

Ecco che, finalmente il 22 gennaio, Napoleone proclamò pubblicamente quanto preannunciato sub secreto il 31 dicembre ai suoi Ministri, ossia il suo futuro prossimo matrimonio con Eugenia Montijo. Le previsioni e poi gli sforzi “diplomatici” di James, posti in atto soprattutto il 12 gennaio durante il ballo alle Tuileires, finalmente, iniziavano a concretizzarsi e realizzarsi.

La sera del 12 gennaio i Rothschild dettero un’altra festa, con una cena ricchissima, a Parigi per commentare e assaporare la bella notizia.

Egone Conte Corti commenta: «Conforme alla parola d’ordine di Casa Rothschild, a quel pranzo si prendono senza riserva le parti dell’Imperatore, e si fa in modo che ciò giunga prontamente al suo orecchio» (p. 425).

Tuttavia l’Imperatore, pur avendo apprezzato l’atteggiamento dei Rothschild riguardo al suo amore per Eugenia, in materia di finanza continuò a mantenere un’amicizia strettissima con i rivali dei Rothschild (i Pereire e i Fould) e a ricorrere ai finanziamenti della loro banca il Crédit Mobilier, la quale stava per sorpassare la Banca Rothschild almeno in Francia.

Dal punto di vista governativo Napoleone, messa da parte la questione sentimentale, iniziò ad allontanarsi sempre di più dallo Zar e ad avvicinarsi all’Inghilterra, prendendo le parti della Turchia che era in guerra con la Russia.

Oramai, la questione più dibattuta in Francia non era più quella del matrimonio di Napoleone con Eugenia, ma quella della guerra imminente tra Francia e Russia, la quale suscitò lo sgomento in Casa Rothschild che era contraria a nuove guerre, le quali avrebbero potuto compromettere il suo patrimonio finanziario, essendo foriere di nuove rivoluzioni sociali.

I Rothschild vedevano nella guerra un elemento perturbatore delle loro imprese, basate sulla pace; tuttavia, qualcosa li rassicurava; infatti tutte le loro filiali erano site in Paesi schierati assieme contro la Russia (Inghilterra, Francia, Austria e Prussia).

Nonostante ciò i Rothschild dovevano prendere atto che la loro influenza sui governi era molto scemata dal 1848, perciò, non provarono neppure a contrastare la politica bellica di Napoleone III contro la Russia; oramai, il loro strapotere nelle Corti europee era finito. Ai fratelli banchieri non restava che prendere il medesimo indirizzo del Paese in cui vivevano cioè per la guerra contro lo Zar e, quindi, essi dovettero adattarsi anche a finanziare la guerra.

Inoltre, essi non dimenticavano che «gli Ebrei erano sottoposti, in Russia, a un trattamento particolarmente oppressivo» (Egone, cit., p. 427).

Mentre la guerra contro la Crimea faceva il suo corso, i Rothschild erano impegnati nella loro particolare guerra finanziaria contro il Crédit Mobilier dei Fould e dei Pereire. Infatti, specialmente in Francia, grazie all’appoggio di Napoleone, il Crédit Mobiler s’ingrandiva sempre di più ed erodeva il potere economico dei Rothschild e cominciava ad affacciarsi anche in Italia e in Austria.

Ad esempio, Vienna aveva bisogno di molti fondi per finanziare l’impresa contro la Crimea (anche se poi l’Austria non la praticò), ma la sua politica non era più lineare come ai tempi del Metternich. Perciò l’Austria partì malamente, con un atteggiamento ondeggiante e indeciso, minacciando la Russia, ma senza attaccarla realmente, perdendo le simpatie dell’Inghilterra e della Francia e incamminandosi, così, verso l’essere soppiantata dalla Germania, unificata da Bismark sotto la guida prussiana.

L’Austria si alleò con le potenze europee, ma solo platonicamente, senza agire bellicamente assieme a esse. Fu così che, con tale politica ondeggiante e malferma, Vienna si alienò la simpatia delle altre potenze occidentali (Francia e Inghilterra, iniziando a perdere anche il suo potere sull’Italia spalleggiata dai Britannici) nonché, naturalmente, della Russia.

L’Austria iniziò a pensare di vendere le sue ferrovie statali per sormontare la crisi economica che iniziava ad attanagliarla. Il Crédit Mobilier si fece sùbito avanti per acquistarle e i nemici dei Rothschild (che in Austria erano assai numerosi) appoggiarono la politica finanziaria dei Fould/Pereire.

Il Crédit cercava di far fallire, in Austria, le azioni delle Ferrovie del nord (di proprietà dei Rothschild). I Rothschild dal lato loro risposero cercando d’acquistare le Ferrovie del sud e del Lombardo/Veneto e di mandare in crisi le quotazioni dei Fould/Pereire nella rete ferroviaria austriaca. Come si vede anche in questo caso, la guerra tra due rami del medesimo albero (il Giudaismo) sono sempre esistite e non debbono meravigliarci oggi se vediamo la Cabala dei Lubavich schierata contro la Loggia del Deep State e della Big Farma.

Per quanto riguarda la guerra cruenta e guerreggiata in Crimea i Rothschild, facendo buon viso a cattivo gioco, continuarono a finanziare le Nazioni belligeranti contro la Russia, rifornendo di denaro non solo la Francia, il Piemonte e l’Inghilterra ma anche la Turchia.

La guerra di Crimea (1853-1856) volgeva al termine Il 9 settembre 1855 cadde la fortezza russa di Sebastopoli (la principale base navale russa del Mar Nero); poi morì lo Zar Nicola I (2 marzo 1855). Così, anche la guerra non voluta dalla Banca Rothschild contro lo Zar fu per essa occasione di arricchimento, soprattutto in un momento di stagnazione per i Rothschild, che dopo il 1848 non avevano ancora riacquistato tutto il lustro che avevano prima soprattutto in Austria, pur lavorando alacremente a riacquistarlo.

Egone (p. 428) conclude che il 1855, malgrado le diverse avversità che i Rothschild avevano incontrato da sette anni a questa parte, fu un anno economicamente fausto per essi, i quali, tuttavia, proprio in quell’anno dovettero affrontare tre lutti in famiglia: Carlo a Napoli, morì il 10 aprile a 67 anni, lasciando tre figli di cui il primogenito, Meyer Carlo, andò a Francoforte ove Amschel non aveva prole. Il secondogenito, Adolfo, rimase a Napoli e sposò sua cugina di primo grado (cosa frequentissima nei Rothschild per mantenere indiviso il loro patrimonio finanziario), Giulia figlia di Anselmo di Vienna.

Il secondo lutto fu quello di Salomone di Vienna, il grande amico del Metternich, al quale subentrò suo figlio Anselmo (il padre di Giulia). Fu proprio Anselmo a lottare vittoriosamente contro i Fould/Pereire in Austria, fondando a Vienna un potente “Istituto di Credito per il Commercio e l’Industria” il “Creditanstalt” che poté esercitare veramente una forte opposizione ai Fould/Pereire in terra austriaca, compensando così la loro ascesa nella Francia di Napoleone III.

Frattanto anche il più anziano dei cinque fratelli Rothschild, Amschel Meyer, capo delle Banca di Francoforte, arrivato a 82 anni, si ammalò gravemente ed esalò l’ultimo respiro il 6 dicembre 1855. Egli era rimasto sempre lontano dalla scena politica, pur essendo tendenzialmente conservatore e religiosamente molto osservante.

Inoltre, Amschel era di carattere assai moderato e prudente, perciò non voleva imbarcarsi in avventure rischiose e non volle mai immischiarsi con il movimento sionista, che allora con Bernard Behrend stava dando i primi passi, anche perché, Amschel, essendo ebreo ortodosso e religiosamente praticante, non accettava l’idea del sionismo politico moderno, che voleva dare una patria agli ebrei, ma acquistata con mezzi umani e diplomatici.

Infatti Amschel riteneva (secondo gli insegnamenti del Giudaismo rabbinico ortodosso) che solo Dio potesse ridare la Terra promessa ai suoi correligionari.

A Francoforte gli subentrò il figlio primogenito di Karl che operava a Napoli, di nome Meyer Carlo, il quale lo coadiuvava da molto tempo a Francoforte nella gestione della Banca.

Il Congresso di pace per la Crimea si riunì a Parigi dal 25 febbraio al 16 aprile 1856, anche se i preliminari di pace furono firmati il 1° febbraio 1856. Fu così che nel marzo del 1856 a Parigi venne stipulata formalmente la pace.

La Francia aveva toccato il suo apogeo ed era divenuta la nazione trainante dell’Europa continentale, avendo surclassato l’Austria. Tale aumento di prestigio politico di Parigi si rifletté anche sulle finanze dell’Impero francese.

Fu così che il Crédit Mobilier dei Fould/Pereire arrivò a toccare il vertice delle sue potenzialità economiche, entrando sempre di più in competizione con i Rothschild, i quali rischiavano di essere scalzati dal primato bancario che, malgrado tutto, ancora mantenevano in Francia nonostante la freddezza di Napoleone nei loro confronti.

L’Austria, durante tutta la durata della guerra di Crimea mantenne una posizione incerta e attendista; inoltre, si era ingolfata in affari finanziari non ben riusciti che l’avevano destabilizzata assai, costringendola a svendere quel che ancora le restava delle sue Ferrovie statali; incamminandosi così verso il tramonto che verrà favorito dall’unificazione della Germania e poi dalla Prima Guerra Mondiale.

Fu in questo frangente che il Creditanstalt fondato dai Rothschild iniziò la sua rimonta in Austria contrastando quella dei Fould/Pereire in Francia, potendo acquistare la rete ferroviaria del Lombardo/Veneto e infliggendo un colpo duro alle finanze dei Fould, che avrebbero voluto acquistare loro le ferrovie austriache nel Lombardo/Veneto.

Quindi, se in Francia il Crédit Mobilier era al culmine della sua potenza e iniziava a offuscare quella dei Rothschild (anche se ben presto, con la caduta di Napoleone nel 1871, avrebbe cominciato a declinare per essere sorpassato in maniera notevole dalla Banca di Francoforte), in Austria costoro avevano ripreso alla grande le redini del potere finanziario e mantennero tutto il loro primato economico/finanziario. Infatti i Rothschild in Austria si assicurarono anche il possesso delle Ferrovie del sud, arrivando così alla fusione tra le Ferrovie austriache e quelle del nord-Italia.

A Vienna Anselmo Rothschild non aveva mai cessato di aiutare gli israeliti europei e soprattutto quelli romani (si veda il “caso Mortara” del 1858); in Inghilterra, Lionello, lo emulava esercitando un forte influsso sulla politica britannica a favore dell’emancipazione degli ebrei. In quest’opera Lionello aveva trovato un grande alleato nel Primo Ministro britannico Beniamino Disraeli (1804-1881), grande amico di Casa Rothschild.

Nel 1857 Lionello fu eletto per la quarta volta deputato alla Camera dei Comuni di Londra, ma per poter ottenere l’investitura reale egli avrebbe dovuto giurare sulla Bibbia cristiana (Antico e Nuovo Testamento), invocando Gesù Cristo. Sino ad allora, non aveva potuto entrare nella Camera, poiché non aveva accettato di prestare il giuramento in nome di Cristo. I Comuni avevano proposto di modificare la formula del giuramento, ma i Lord si erano rifiutati. Senonché, nel 1858 si arrivò a un compromesso: il giuramento sarebbe stato prestato con un’altra formula: “Mi assista Jaweh” al posto di “Mi assista Gesù Cristo”. Il 26 luglio 1858 Lionello prestò il giuramento, segnando la fine di una lunga lotta durata (nel suo caso specifico) ben undici anni e aprendo agli ebrei l’accesso alla Camera dei Comuni, senza dover giurare sul Nuovo Testamento e nel nome di Gesù Cristo.

Conclusione

Nella presente puntata abbiamo visto, per sommi capi, l’incamminarsi dell’Europa verso la guerra di Crimea (sulla quale tornerò in séguito) contro la Russia e, soprattutto, il ruolo che hanno giocato i Rothschild in Francia con Napoleone III.

Nella prossima puntata vedremo i rapporti che intercorsero tra la Banca Rothschild e il Piemonte di Cavour, che si apprestava all’operazione dell’unificazione dell’Italia sotto il Regno sabaudo con l’aiuto dei Rothschild, dell’Inghilterra, della Massoneria e della Mafia. Poi sarà la volta dell’Austria di Francesco Giuseppe.

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d. Curzio Nitoglia

Fine della Ventiseiesima puntata

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