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Sulla lista di ebrei
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La faccenda del blog «antisemita» è soltanto ridicola.
Certo se c’è qualcuno che fa liste di proscrizione è guarda caso la ADL, che ogni anno pubblica un rapporto sull’«antisemitismo» nel mondo nel quale schedano tutti coloro che a loro giudizio sono antisemiti: priobabilmente nel prossimo rapporto ci sarà anche Benedetto XVI!
Gad Lerner: ha parlato chiaro.

Ciò che ha dato fastidio agli ebrei non è il «perfidis», che è stato tolto.
Essi non è a questo che miravano ed ecco perché non apprezzano il gesto di buona volontà del Papa. Ad essi da fastidio l’idea stessa che si preghi per loro, per la loro conversione.
Questo perché essi si ritengono, e la Chiesa postconciliare è colpevole di averli in questo assecondati, appartenere ad una via di salvezza esclusiva e riservata a loro soltanto: soprattutto una via che non ha bisogno di Cristo.
Il quale potrebbe andare bene per i goym ma non per loro: gli «eletti».

Quei cardinali e teologi, giudaizzanti, che accettano tale prospettiva apostatano dalla Fede cristiana perché in sostanza accettano, con gli ebrei, di dire, magari sotto voce, che Cristo non è il Salvatore di TUTTI gli uomini!
Non è neanche vero che sia stato Giovanni Paolo II a mettere in sordina l’espressione «Nuovo Israele» riferita alla Chiesa.
E questo nonostante tutta la sua attenzione e misericordia per gli ebrei.

Se fosse vero quanto afferma Gad Lerner, egli deve però spiegare perché mai in calce alla Dichiarazione «Dominus Iesus» circa l’Unicità e l’Universalità Salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa [ed è significativo che egli dica che tale documento del Magistero, «restauratore del Primato di Cristo» e preparato dall’antirelativista cardinal-panzer Ratzinger, sia stato, naturalmente per gli ebrei, una «doccia fredda» dopo i mea culpa di Papa Wojtila nel Giubileo del 2000] si trova questa dichiarazione: «Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nell’udienza concessa il giorno 16 giugno 2000 al sottoscritto cardinale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, CON CERTA SCIENZA E CON LA SUA AUTORITA’ APOSTOLICA, HA RATIFICATO E CONFERMATO QUESTA DICHIARAZIONE, decisa nella Sessione Plenaria, E NE HA ORDINATO LA PUBBLICAZIONE».

Abbiamo letto su EFFEDIEFFE l’amichevole diatriba tra Franco Damiani e Domenico Savino.
Abbiamo conosciuto Damiani a Teramo, nel convegno dell’aprile scorso di Moffa, e so bene che è un cattolico che ha molto sofferto ed al quale va dato atto e merito di questa sua cristiana sofferenza.
Tuttavia siamo pienamente, senza se e senza ma, d’accordo con Domenico Savino: la crisi di Fede della Chiesa viene da lontano e non è stata causata dal Vaticano II, che ne è stato solo l’occasione per rendersi visibile (e per questo che Pio XII, che ben sapeva ed avvertiva la marea montante, non volle mai indire il Concilio).
Tuttavia la crisi prima o poi sarebbe esplosa, con o senza Concilio.

Essa pur fomentata dall’«antico avversario» fa, comunque, parte di un piano della Divina Provvidenza per saggiare e mettere alla prova la Fede della Chiesa e dei cristiani.
E’ per il Corpo Mistico di Cristo, ossia per la Chiesa, l’equivalente storico del Venerdì Santo di Passione subito da Nostro Signore Gesù Cristo.
Perché è scritto che «Hanno perseguitato Me, perseguiteranno anche voi» e che «il servo non è più degno del Padrone».
La Chiesa è storicamente destinata a patire e subire la sconfitta come il suo Signore ha patito la Passione e la Croce.
Ma proprio come il suo Signore anche la Chiesa è destinata alla Resurrezione.
Dopo il Venerdì Santo viene immancabilmente la Domenica di Pasqua.

Ecco perché sbagliano tutti quei tradizionalisti come Damiani che non sanno leggere i segni del Cielo ed invece di sostenere questo Papa nel suo sforzo, certo prudente e cauto ma fermo e deciso, di ristabilire la Regola Fidei pretendono l’assurdo di un annullamento sic et simpliciter del Vaticano II invece di accettare, come vuole Benedetto XVI, una sua esegesi alla luce dei precedenti 20 concilii della Chiesa ossia di tutta la precedente ed eterna Tradizione apostolica.

Lo Spirito Santo ha reiniziato, se mai ha smesso, a soffiare di nuovo potentemente nella Chiesa e le vele della Barca di Pietro iniziano a gonfiarsi per prendere il largo (come voleva anche Giovanni Paolo II che incitava al «duc in altum»).
Dobbiamo avere la pazienza necessaria affinché il disegno di Dio si sviluppi nella storia umana.
Dio è l’Eterno e pertanto ha tutto il tutto che vuole ed è l’Onnipotente e quindi potrebbe anche intervenire nella storia a «colpi di ascia»: ma non è questo, non è mai stato questo, il suo modo di operare.
Anche perché in tal modo la nostra povera e fragile umanità sarebbe incapace di sostenere il peso della Sua Onnipotenza e ne rimarrebbe schiacciata senza acquisire alcun merito in ordine alla libera scelta di amarLo o rifiutarLo.

Egli da sempre nei confronti dell’uomo agisce da Padre con amore e pazienza ma sapientemente e provvidenzialmente tutto aggiustando e tutto portando al fine ultimo che è la salvezza dell’umanità, o almeno di quella parte che gli apre il cuore (e questa non bisogna restringerla ai soli cristiani: quanti santi hanno affermato per divina rivelazione che tra i salvati ci saranno molti non cristiani?

Famosa, ad esempio, la visione di santa Caterina da Siena dei cristiani e dei mussulmani che in due separate fila entrano nella Salvezza attraverso la ferita aperta del Costato di Cristo, Unico Salvatore Universale).
Dunque preghiamo intensamente che Dio e la Vergine Maria ci conservi questo Papa e che lo proteggano dai nemici di Cristo e del genere umano.
Sarà pure un caso, ma non lo è affatto, ma fu proprio Benedetto XVI nel suo discorso dal balcone in piazza san Pietro, appena eletto, a chiedere pubblicamente la protezione della Madonna affinché, così disse testualmente, egli non indietreggiasse davanti ai lupi.
Credo che Benedetto XVI fosse perfettamente cosciente di quale compito il Cielo gli stava affidando: iniziare a far rifiorire la Chiesa (e non è detto che sia lui che deve terminare questo compito).

Un compito che senza il sostegno dello Spirito Santo è umanamente impossibile.
Quindi basta con i «cattofondamentalismi» ed i «cattotalebani» sempre pronti a denunciare le presunte insufficienze dell’operato di Papa Ratzinger.
Ha ragione Domenico Savino: la Pasqua di Resurrezione della Chiesa non sarà una mera «restaurazione» preconciliare, storicamente impossibile come è impossibile far girare le lancette dell’orologio al contrario, ma sarà qualcosa di diverso di cui, forse, stiamo soltanto iniziando a vedere i contorni.

Vi immaginate dove saremmo adesso se fosse stato eletto Papa il cardinal Martini?
Ma, grazie a Dio, la Chiesa è Sua, di Cristo.
Non dei modernisti pur porporati.

Luigi Copertino