16 Maggio 2006
Il più esaltato eroe di Tangentopoli, Di
Pietro, è tornato alla ribalta con la vittoria delle
sinistre.
Agli occhi di molti italiani, oltre che strumento di una
improbabile giustizia, Di Pietro appare sempre più essere
stato uno mezzo, forse inconsapevole, per eliminare politici,
industriali ed interi partiti politici invisi ai reggitori occulti
del vero potere in Italia, un superpotere così oscuro che si
sarebbe persino tentati di credere che in realtà non esista
affatto.
La politica in Italia sembra aver raggiunto vertici di
assurdità e di travisamenti assolutamente ineguagliabili.
Ma si può affermare che questo modo di fare politica abbia
realmente ostacolato la crescita culturale, economica ed il
benessere degli italiani?
Crescita e benessere che indubbiamente si sono verificati, almeno
sino al governo Craxi.
Si può dimostrare che l'Italia sarebbe oggi molto
più ricca e felice se i suoi rappresentanti politici fossero
stati onesti, coraggiosi, competenti e capaci di fare scelte giuste
e preveggenti?
Il giornalista Anthony Daniels
(1) sul Daily Telegraph del 30 dicembre 1994 fece
un confronto tra Italia ed Inghilterra, Paese questo dove la
moralità politica, per antica consuetudine e graziead
efficaci strumenti di controllo, pare sia molto superiore a quella
vigente in Italia.
Ma Anthony Daniels così scrive: «One could argue
that the Italians have prospered precisely because they suffer from
institutionalised corruption».
Daniels ebbe il sospetto che l'Italia non si doveva giudicare
semplicisticamente utilizzandogli indicatori usati normalmente
nelle analisi dei sistemi economici.
Il titolo del suo articolo è: «Chi dice che
essi (cioè noi) hanno bisogno di mani pulite al
timone?» Egli parte dalla constatazione che
l'Italia sino ai primi anni sessanta aveva consumi ed un benessere
paragonabili a quelli di Cuba nello stesso periodo.
Dopo alcuni anni l'Italia mostra un livello di benessere
decisamente superiore a quellodella Gran Bretagna, che per almeno
tre secoli è stata economicamente molto superiore
all'Italia. Che cosa sia realmente accaduto in Italia
Daniels non lo sa, ma, contro tutte le apparenze,è convinto
che non si tratti di faccende spiacevoli.
Pare che il sano empirismo inglese, di cui Daniels è
largamente fornito, gli abbia impedito di capire invece ciò
che è accaduto in Inghilterra, e questo fatto è
grave, anche perché gli italiani ammiranoil suo Paese senza
riserve.
Mentre l'Italia era partita con grandi devastazioni
dopo la guerra, ma con un bagaglio tecnologico
considerevole, al contrario l'Inghilterra usciva vittoriosa dal
conflittoe con un indiscusso predominio tecnico in molti settori.
Eppure dopo qualche decennio l'economia italiana aveva sorpassato
quella inglese.
Adesso abbiamo perso per strada il bagaglio tecnologico che il
fascismo ci aveva lasciato e nessuno oggi realmente pensa che la
padronanza della tecnica abbia la minima influenza sulla nostra
società.
La domanda che dobbiamo porci ed alla quale dobbiamo rispondere in
fretta è: perché ci siamo fermati?
Che cosa non ha funzionato alla fine nel sistema Italia?
Jacob Burckhardt, il famoso critico d'arte autore della celebre
opera: «La civiltà del Rinascimento in Italia»,
era sconcertato nel constatare che l'Italia del 1400 aveva creato
grandissimi capolavori in tutti i rami mentre la maggior parte dei
suoi personaggi erano profondamente corrotti.
Tutti i capolavori di quell'epoca oggi darebbero origine ad
inchieste giudiziarie con il prevedibile risultato di mandare sotto
processo i committenti e gli stessi artisti ed architetti
esecutoridelle opere.
Nella Firenze dilaniata da feroci lotte intestine si realizzavano
capolavori che sarebbero rimasti nella storia dell'arte e del
pensiero.
In mezzo a tanta corruzione, tradimenti ed efferati delitti
l'Italia continuò ad abbellirsi di monumenti splendidi.
Qualche cosa dello spirito di quell'epoca è
sopravvissuto.
Il Palio di Siena si svolge in una cornice medioevale, in una
società che per qualche tempo torna medioevale.
Le regole del Palio consistono nel permettere qualsiasi imbroglio o
sotterfugio per far vincerela contrada del cuore.
Anni fa il mio cardiologo, senese trapiantato a Milano,
giustificava le sue parcelle salate dicendo che doveva sostenere la
sua contrada, l'Oca, che non vinceva da molto tempo.
Quando si avvicinava il momento del Palio andava in fibrillazione.
Da qualche anno la magistratura sembra intenzionata a metterci il
naso, ma credo che i senesi non si faranno infinocchiare e
continueranno a compiere i loro riti attorno al palio.
I traditori, se scoperti, subiscono una meritata punizione.
Ma nessuno si sognerà di ricorrere ad un tribunale.
E tutta la città si accalora e partecipa a questa lotta tra
le contrade.
Tutto ci fa credere che si stia andando incontro a giornate di
lutto nazionale perché,da intercettazioni telefoniche, il
cui contenuto dovrebbe essere mantenuto segreto, sembra che la
massima squadra di calcio abbiano ottenuto alcune vittorie grazie a
vari imbrogli.
Molti sono disperati e gridano che anche il calcio è
stato rovinato, che anche il calcio ha perso la sua
onestà (se mai ne avesse avuta una).
Altri pensano che la stella degli Agnelli, grandi protettori della
Juventus, si sia oscurata.
In realtà il calcio era già afflitto dalle esibizioni
guerresche di gruppi di tifosi, che trascorrono ogni settimana a
prepararsi per andare la domenica allo stadio e sostenere l'onore
della loro squadra pestando e facendosi pestare di santa ragione.
2000 anni fa le cose non erano molto diverse.
Lo stadio (che si chiamava anfiteatro) della Pompei romana porta le
tracce di uno scontro ferocissimo, che si verificò qualche
anno prima della grande eruzione, tra tifosi di Pompei e quelli di
Nocera, l'odiatissima città, protetta da Nerone.
Ci furono alcuni morti negli scontri tra gli opposti sostenitori
delle diverse squadre di gladiatori e gli spettacoli vennero
proibiti per dieci anni (tutto documentato in un affresco in una
casa di Pompei).
Non risulta che Roma abbia perso l'impero a causa di questi
eccessi.
Morale: la forza di una nazione, di un sistema economico, non
è nell'avere un buon rispetto delle leggi, nel non avere
gravi casi di corruzione.
Certo non si deve esagerare ma è bene ricordare
che l'Italia prima della grande guerra ebbe molti
scandali, come quello celebre della Banca Romana.
Eppure quell'Italia vinse la guerra contro l'impero
austroungarico e costruì la sua industria.
I magistrati di mani pulite si stupirono molto che dopo il
repulisti di Tangentopoli l'economia non fosse ripartita.
Ma come era fatta l'Italia vincente di cui ci parla Daniel?
Ce lo spiega lui stesso con poche parole.
Parlando dell'Italia dice: «Those who control the State
use it as a means of patronage merelyto remain in power, while
those who are subject to it see it as (at best) an object
of plunder. From this gross corruption inevitably follows. This is
of incalculable advantage to Italy. It keeps alive the
entrepreneurial spirit, even in the heart of the bureaucracy. It
disabuses everyone of the idea that the State might provide the
answer to social, personal and other problems,
since it self-evidently will not. It thus preserves the family as
the focusof loyalty and source of aid. It induces a healthy
contempt for absurd regulations, which a large bureaucracy
inevitably produces, and evasion of which stimulates initiative.
The vibrancy of Italian economic life, which depends upon the
spirit of the people, could not survive honest (but meddlesome
- impiccione - ) government».
Oggi ci strappiamo i capelli per ogni cosa, oggi vogliamo imitare
ad ogni costo i governi del nord Europa, oggi abbiamo perso il
nostro spirito.
Alla fine abbiamo assorbito il peggio del mondo capitalista e ci
siamo incaricati di salvare i peggiori aspetti di quello comunista:
l'immobilismo, l'attesa petulante del sostegno dello Stato
insieme all'invidia cronica e malefica contro chi intraprende
un'attività ed ha successo.
Durante gli ultimi anni il resto del mondo si è mosso
velocemente e non ce ne siamo accorti. Credevamo di risolvere
i problemi cacciando Craxi, poi cacciando Berlusconi ed alla fine
ci ritroviamo… ad essere governati dalle mummie del vecchio
potere consociato: quello formato dalla alleanza tra ex
democristiani ed ex comunisti.
Professor Raffaele Giovannelli