Grosse crisi, e tutte senza sbocco
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Il ritiro, per ordine dell’irrequieto Berlusconi, dei ministri PDL dal governo Letta, non è che uno dei vortici di quel ciclone distruttivo che è, ormai l’Europa, anzi l’Occidente.

GRECIA – poiché Alba Dorata minacciava di ritirare i suoi 18 deputati dal Parlamento greco obbligando così a nuove elezioni, il governo in carica ad Atene, che gode la fiducia della Troika, li ha arrestati in massa: parlamentari arrestati, bella novità della democrazia europea. L’analogia con la situazione italiana salta agli occhi: anche se qui il leader ad arrestare e privare dell’immunità parlamentare se lo merita completamente, tutto sta a scongiurare nuove elezioni, che possono dare i risultati non voluti dalla BCE e da Bruxelles.

Per quanto riguarda la Grecia, cito l’EIR Alert (n.60) che descrive quel che accade come «strategia della tensione per salvare l’eurozona».

«Come negli Anni di Piombo, nelle ultime settimane abbiamo assistito in Grecia ad un assassinio, a un tentato omicidio e ad una palese manipolazione politica mirante a sopprimere l’opposizione legittima e mantenere con mezzi anticostituzionali il governo del Primo ministro Antonis Samaras (Nuova Democrazia) e Evangelos Venizelos (Pasok). Entrambi i due leader difendono il Memorandum firmato con l’UE e sono fedeli esecutori delle politiche genocide dell’Eurozona».

Alba Dorata si prestava, perché i suoi militanti commettono violenze anche di strada contro gli immigranti, uno di loro è accusato di aver trucidato un cantante pop comunista, sono neonazisti eccetera. Il fatto è che hanno il 7% dei voti e stanno crescendo (uno dei suoi capi, poco prima degli arresti, valutava il 15% alle prossime elezioni) ed è contro l’euro, contro la Troika e distribuiscono aiuti alla gente che è alla disperazione.

«Il noto penalista M. Dimitrakopoulos, socialdemocratico, ha definito l’arresto una aperta manipolazione della legge e ha ammonito che gli stessi metodi potrebbero essere usati contro l’opposizione legittima».

Ovviamente: oggi vengono ad arrestare i neonazi e io non ho detto niente, perché non sono neonazi... fino a quando vengono a prendere me e non c’è più nessuno a dire qualcosa. È la nuova democrazia che i creditori impongono allo Stato debitore.

«In una democrazia “normale”, se vengono a mancare dei membri del Parlamento, si tengono nuove elezioni generali o suppletive. Ma (...) il primo ministro Samaras, usando la solita retorica dei golpisti, ha detto ai giornalisti prima di partire alla volta degli Stati Uniti, di escludere nuove elezioni perché obiettivo del suo governo è “giustizia e stabilità, non le elezioni”. Il vicepremier Venizelos ha detto apertamente che i “soci-creditori” dell’Eurozona non vogliono che i greci si rechino alle urne».

«Stabilità, non elezioni»: Samaras sembra il ventriloquo di Enrico Letta. O è il contrario? Va bene, «stabilità»: ma perché? A quale scopo? Con quale sbocco politico? Quale prospettiva viene dalla «stabilità», che si perde con la «instabilità»?

Risponde Jean-Claude Junker, che come ex presidente dell’Eurogruppo parla a nome delle varie massonerie ed eurocrazie di cui è membro distinto: «Dire ai greci che comunque vada avranno un aiuto non è un buon segnale. Dire ai nostri compatrioti che qualunque cosa succeda i Greci non avranno più un soldo, è contro produttivo. Bisogna saper mantenere il silenzio...».

Non abbiamo diritto di sapere quale destino hanno deciso lorsignori per tutti noi. Forse, in realtà, non ne hanno la minima idea, Sono solo terrorizzati che la «stabilità» si sgretoli e imploda. Forse hanno abbandonato i greci alla loro sorte, come un altro paesetto periferico.

PORTOGALLO – La coalizione governativa (che esegue gli ordini di austerità della BCE) ha subito un duro colpo nelle elezioni locali, il PSD ha avuto un vero rovescio. Pullulano le candidature indipendenti, senza investitura né sostegno dei partiti governativi. Ma Pedro Passos Coelho, primo ministro del PS, aveva già annunciato prima: «La vita del governo non dipende dal risultato di queste elezioni».

Sempre dall’EIR Alert:

«Il 26 settembre la Corte Costituzionale portoghese ha dichiarato illegale il tentativo del governo di cambiare il codice del lavoro per consentire alle imprese di licenziare, perché la Costituzione esige una giusta causa. Il 25 settembre i pensionati hanno marciato a Lisbona per protestare contro la riduzione del 10% delle pensioni pubbliche. Negli ultimi cinque mesi la Corte costituzionale ha annullato quattro misure prese dal governo, incluse le tasse sulla cassa integrazione e la riduzione dei salari e delle pensioni».

Il 27 settembre, il Wall Street Journal commenta: “le Costituzioni frenano gli sforzi per liberarsi dei lavoratori in Europa”. Le decisioni delle Corti costituzionali in Portogallo, Spagna e Grecia, nel rispetto delle rispettive Costituzioni, mettono i bastoni tra le ruote alle “riforme economiche” imposte dalla Troika. Le Costituzioni, “scritte all’indomani della guerra e delle dittatura, puntellano le tutele sociali in quasi tutta Europa”. Già la J.P. Morgan Chase, il 28 maggio 2013, aveva puntato il dito sul gran male d’Europa: “Le Costituzioni e gli ordinamenti politici nella periferia meridionale, nati all’indomani della caduta del fascismo, presentano alcuni aspetti che non sono adatti all’ulteriore integrazione della regione”».

«L’ex-ministro delle Finanze portoghese Medina Carreira ha protestato dicendo che “per poter attuare quello che dicono i giudici costituzionali dobbiamo lasciare l’Euro” ».

Un’idea, che vi pare? Ma no. Stabilità, piuttosto; con arresti di deputati, cancellazione di Costituzioni. È la neo-demokrazia europea.

SPAGNA – Il governo di Mariano Rajoy ha annullato la scala mobile delle pensioni, contrariamente alle sue promesse precedenti. Le pensioni del 2014 aumenteranno dello 0,25%, contro un rincaro dei prezzi previsto al 2%. In dieci anni, i 9 milioni di pensionati ispanici perderanno il 20-30% del potere d’acquisto.

GRAN BRETAGNA – Il cancelliere allo scacchiere George Osborne ha lanciato un programma per i disoccupati: perderanno l’indennità di disoccupazione se non faranno trenta ore settimanali di lavoro di pubblico interesse. Tali disoccupati dovranno presentarsi ogni giorno al loro ufficio di collocamento per «firmare», esattamente come i delinquenti in libertà condizionata. È il governo Cameron che ha deciso queste misure: i sussidi troppo generosi non incitano a lavorare. Il programma è stato denominato, orwellianamente, «Help to Work».

GERMANIA – Come sapete , Alternative fu Deutschland (AfD), il partito anti-euro, non è entrato in parlamento per un soffio: ha avuto 2 milioni di voti, gliene son mancati solo 130 mila per superare lo sbarramento del 5%.

«Una prima verifica sui voti nell’Assia ha portato ulteriori voti ad AfD, il cui segretario, Bernd Lücke, parla apertamente di «irregolarità» (…). In un seggio di Francoforte i voti assegnati ad AfD erano pari a zero, al punto che un elettore, Joachim Ley, già iscritto alla CDU e ora sostenitore di AfD, si chiedeva meravigliato dove fosse finito il suo voto. Il ricorso presentato presso l’ufficio elettorale di Francoforte sul Meno, ha portato a scoprire, nella sezione incriminata, 31 voti che non erano stati registrati. L’errore, che in ogni caso si riferisce solo alle elezioni amministrative del Land dell’Assia, è stato quindi corretto. Bernd Lücke, presidente di AfD ha dichiarato che al suo ufficio continuano a pervenire “molte osservazioni circa possibili irregolarità, ma che AfD attende elementi più sicuri per chiedere il riconteggio dei voti”». Di irregolarità del voto parlano persino Der Spiegel e Die Welt di Amburgo, che non sono dei blogs di complottisti marginali.

AUSTRIA – È entrato in Parlamento un partito anti-euro e a favore della separazione bancaria (anche commerciali e banche d’affari).

«Il Un nuovo partito politico, Team Stronach, è riuscito a farsi eleggere al Parlamento austriaco il 29 settembre, con il 5,9% dei voti. L’ha fondato l’industriale Frank Stronach, un ex magnate della componentistica auto austro-canadese, ha avuto il coraggio di affrontare temi considerati tabù, quali la possibilità che ci sia “vita dopo l’Euro”. Il consigliere di Stronach sui temi dell’UE e dell’Euro è il Prof. Wilhelm Hankel, uno dei querelanti alla Corte costituzionale tedesca contro i salvataggi bancari, che chiede un sistema a doppia circolazione monetaria come soluzione alla crisi dell’Eurozona. Stronach ha così commentato il fatto che il debito privato del settore finanziario è stato trasferito al debito pubblico con i salvataggi bancari. “I politici hanno promesso soldi agli speculatori a spese delle prossime generazioni. Il fatto che paghiamo più interessi che investimenti nell'istruzione consente una sola conclusione: stiamo spendendo più soldi per il passato che per il futuro». (EIR).

Qualcosa mi dice che Stronach farà la fine di Haider, che come noto era ubriaco, e pure omosessuale (certe volte, dirlo non è omofobia, quando serve a sputtanare un leader ammazzato...). È sempre più «demokrazia».

STATI UNITI – D’accordo, non sono nell’eurozona. Lo mettiamo qui solo come esempio della demenza politica che sembra aver preso l’Occidente. I libertari del Tea Party, convinti che un’assicurazione di malattia generale sia una macchinazione del Nuovo Ordine Mondiale (nonché un abominio comunistoide) hanno bloccato l’amministrazione come ripicca contro Obama che non vuol rimandare il suo progetto malfatto di assistenza sanitaria. Come sapete, 800 mila dipendenti pubblici su 2,9 milioni sono a casa senza paga. «Ma l’assicurazione malattia rallenterebbe l’economia più della chiusura dell’amministrazione», ha dichiarato Martin Stutzman, repubblicano dell’Indiana e uomo del Tea Party.

BERLUSCONI Volevo scrivere un pezzo sulla demenza avanzata di Berlusconi; demenza comprovata dal fatto che il suo colpo di testa, dovuto unicamente ad una mala percezione dei propri interessi, alla disperazione, all’ansia patologica per il suo destino di carcerato ormai imminente (e di cui doveva accorgersi prima), non ha alcun senso politico. Va bene far cadere il governo Letta e la sua «stabilità» (a cui il Cavaliere prestava i ministri fino a ieri), ma bisogna avere un programma alternativo, almeno far finta di averlo, un abbozzo di prospettiva politica, un’idea di come uscire dalla nave che cola a picco trascinandoci giù tutti alla miseria e alla disoccupazione del 40% dei giovani, e del prelievo annuo, per i prossimi 20 anni, di ulteriori 40 miliardi dalle nostre tasche esangui – come Berlusconi e gli altri hanno accettato di fare a nostro danno – per calare il nostro debito pubblico di grosse tranche. Un progetto demenziale, rovinoso, omicida e – inutile. Perché l’Italia comunque sta per colare nel gorgo, e siccome è grossa si trascinerà l’Europa dietro.

Volevo insomma criticare il colpo di testa berlusconiano per la sua assenza plateale di sbocco politico. Ma come vedete dagli esempi qui sopra – Grecia e Portogallo, Spagna e persino Usa – questo è il carattere comune delle crisi in corso: nessuna è in grado di sboccare in una soluzione di potere che conduca ad un cambiamento politico. Sono manifestazioni di follia, un dibattersi in vicoli ciechi. Berlusconi è solo uno dei dementi attualmente sulle poltrone.

È la crisi terminale del pensiero politico occidentale, e la liquefazione delle sue conquiste sociali, e le eccellenze intellettuali, filosofiche, morali che avevamo – dissoluzione che ci siamo ben meritata, del resto.



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