don C. Nitoglia 16 Luglio 2015
Il perché di quest’articolo1] Qualcuno dice che il nuovo Rito battesimale non vuole più cancellare il peccato originale e infondere la grazia santificante nell’anima del battezzando, mentre Paolo VI ha dichiarato il contrario.
2] Mi ricordo che in seminario un professore sacerdote argomentò, durante una conferenza spirituale, che quando pronunziava la forma di consacrazione e diceva: “hoc est enim corpus meus” invece di dire “meum” la maggior parte dei seminaristi, affetta da dubbio metodico sacramentario, corse terrorizzata dal direttore del seminario a chiedere se il suddetto sacerdote consacrava validamente. Naturalmente il direttore, che era professore di teologia morale, li rassicurò spiegando loro che un errore di pronunzia fatto per ignoranza non cambia la sostanza della forma e la consacrazione avviene egualmente.
3] “Chi nomina un nome solo designa tutta la Trinità” (S. Ambrogio, loc. cit.). Anche S. Massimo di Torino, S. Ilario e S. Basilio sono della stessa opinione. Quindi nominando Gesù o conferendo il battesimo nel nome di Gesù Cristo, implicitamente si conferisce il battesimo in nome della SS. Trinità e il battesimo, secondo questi Padri, non è invalido.
4] Nicolò I, Risposta ai Bulgari, 13 novembre 866, cap. 104: “Se nella vostra patria, cioè la Bulgaria, molti sono stati battezzati nel nome della SS. Trinità oppure solo nel nome di Cristo, come leggiamo negli Atti degli Apostoli (II, 38; XIX, 15) è la medesima cosa, come spiega S. Ambrogio (De Spiritu Sancto, I, 3, n. 42-44; PL 16, 713B-715A), è chiaro che essi non devono essere ribattezzati”. Quindi facciamo attenzione a non ri-conferire i Sacramenti senza dubbio certo e positivo della loro invalidità. Il ribattezzare, riordinare, ricresimare per principio e senza un serio esame caso per caso è un’attitudine che può divenire pericolosa ecclesialmente.
5] Per un privilegio speciale concesso da Gesù agli Apostoli, in quanto nei primi tempi era particolarmente opportuno insistere sul nome di Gesù. In seguito la formula trinitaria sarebbe divenuta l’unica (cfr. Catechismo Romano, parte II, cap. 2, q. 15). Quindi all’inizio si battezzava esplicitamente in nome di Gesù ed implicitamente della SS. Trinità.
6] Ludovico Ott, Compendio di Teologia dogmatica, Torino, Marietti, IV ed., 1969, pp. 590-591. Cfr. P. Palazzini, Il sacramento del battesimo, in I Sacramenti, a cura di P. G. Arrighi, Roma, 1967, pp. 3-38; G. Rambaldi, Battesimo, in I Sacramenti, a cura di A. Piolanti, Roma, 1959, pp. 357-407.
7] Il problema, invece, si pone realmente quanto alla discontinuità tra la pastorale non infallibile del Vaticano II e la dottrina cattolica tradizionale e dogmatica. Cfr. B. Gherardini, Concilio Ecumenico Vaticano II. Un discorso da fare, Frigento, Casa Mariana Editrice, 2009; Id., Tradidi quod et accepi. La Tradizione, vita e giovinezza della Chiesa, Frigento, Casa Mariana Editrice, 2010; Id.,Concilio Vaticano II. Il discorso mancato, Torino, Lindau, 2011; Id., Quaecumque dixero vobis. Parola di Dio e Tradizione a confronto con la storia e la teologia, Torino, Lindau, 2011.
8] Oggetto secondario dell’infallibilità ecclesiastica sono le verità connesse necessariamente con la Rivelazione e la salvezza delle anime. Fatti dogmatico connesso col fine della Rivelazione, che è la salvezza delle anime, è la validità dei Sacramenti, i quali sono il canale principale per ricevere la grazia santificante senza la quale l’uomo non può compiere atti soprannaturalmente meritori (DB 2321; CIC del 1917 can. 726-1321). Cfr. L. Billot, De Ecclesia Christi, Roma, Gregoriana, 1989, vol. I, Tesi 22, pp. 477-482; S. Cartechini, Dall’opinione al domma, Roma, Ediz. La Civiltà Cattolica, 1953, cap. II, p. 48.
9] Analogamente fui chiamato a dare l’estrema unzione ad un uomo in fin di vita, ma ancora cosciente, ricoverato all’Ospedale S. Giovanni di Roma, che si trova di fronte alla Basilica e all’Università di S. Giovanni in Laterano, notori “covi di preti”. Mi trovavo lontano da Roma, consigliai di chiamare un sacerdote lì vicino, che non mancava certamente in Laterano, ma mi risposero che gli altri Sacramenti erano invalidi. Quando arrivai l’ammalato aveva perso conoscenza… come non ripensare a quanto detto nel 413 da S. Agostino?