Citazioni non citabili
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Le ho raccolte qua e là.

Gilbert K. Chesterton, 1926 (notare la data):

  «La prossima grande eresia sarà semplicemente un attacco alla moralità, in particolare la moralità sessuale. E non viene da quale sopravvissuto socialista della Fabian Society (1), ma dalla esultante energia vitale dei ricchi decisi infine a divertirsi, senza Papismo, né Puritanesimo, né Socialismo che li trattengano... La follia di domani non sta a Mosca ma molto più a Manhattan».


Bernard Lazare
, polemista ebreo francese, pre-sionista:

  «Con il protestantesimo, lo spirito ebraico trionfò. La Riforma [protestante], sia in Germania che in Inghilterra, fu uno di quei momenti in cui il cristianesimo si ritemprò alle fonti ebraiche. Per certi aspetti, la Riforma fu un ritorno all’ebionismo del periodo evangelico. Gran parte delle sette protestanti furono semi-ebraiche; più tardi dei protestanti predicarono dottrine anti-trinitarie. (...) Persino in Transilvania l’anti-trinitarismo era fiorito nel XVI secolo e Seidelius aveva sostenuto l’eccellenza dell’ebraismo e del Decalogo. I Vangeli furono abbandonati a favore della Bibbia e dell’Apocalisse. È ben nota l’influenza che questi due libri esercitarono sui luterani e i calvinisti, e soprattutto sui riformatori rivoluzionari inglesi, influenza che perdurò fino al XVIII secolo: a lei si devono i quaccheri, metodisti, pietisti e soprattutto i millenaristi (...) gli uomini che con Venner a Londra sognavano la repubblica, e si allearono con i Livellatori di John Lilburn. Anche in Germania il protestantesimo all’inizio cercò di attirare gli ebrei».


Ernesto Buonaiuti
, presbitero, principale esponente del Modernismo, per questo scomunicato:

«Fino ad oggi si è voluto riformare Roma senza Roma, o magari contro Roma. Bisogna riformare Roma con Roma, fare che la riforma passi attraverso le mani di coloro che devono essere riformati. Ecco il vero infallibile metodo. Hic opus, hic labor [...] Il culto esteriore durerà come la gerarchia, ma la Chiesa, in quanto maestra dei sacramenti e dei suoi ordini, modificherà la gerarchia e il culto secondo i tempi: essa renderà quella più semplice e liberale, e questo più spirituale; e per quella via essa diventerà un protestantesimo; ma un protestantesimo ortodosso, graduale, non uno violento, aggressivo, rivoluzionario, insubordinato» (2).


Cardinal Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani:

La « confessione di Gesù Cristo Figlio di Dio... è un residuo di mentalità mitica, passivamente accettato» (p. 223). I miracoli di Gesù nel Vangelo: «Un problema che rende piuttosto strana e difficilmente comprensibile all'uomo moderno l'attività di Gesù…», e scrive che «si ha l’impressione che il N. T. abbia arricchito la figura di Gesù di motivi extra-cristiani per sottolinearne la grandezza e l'autorità» . I miracoli «possono essere interpretati anche come opera del demonio. In se stessi, poi, non sono così chiari e non costituiscono necessariamente una prova della divinità di Gesù» (p. 129). La Resurrezione: «Nessun testo neo-testamentario asserisce di aver visto Cristo risorgere». E continua: «Gli enunciati della tradizione neo-testamentaria della risurrezione di Gesù non sono affatto neutrali: sono confessioni e testimonianze prodotte da gente che crede» (p. 176). Anche della scoperta del «sepolcro vuoto», scrive: «dobbiamo supporre che non si tratti di cenni storici, ma soltanto di artifizi stilistici, escogitati per richiamare l'attenzione e creare «suspence»» (p. 172)… «in ciò su cui si vuole richiamare l'attenzione, non é il sepolcro vuoto; si annuncia la risurrezione, e il sepolcro viene considerato soltanto come segno di questa fede» (p. 173). (Cfr. W. Kasper, Gesù il Cristo, Queriniana, Brescia).


Cardinale G.L. Muller
, attuale prefetto per la Congregazione della Dottrina della Fede, sulla Presenza Reale:

«In realtà, il corpo e il sangue di Cristo non significa le parti fisiche del Gesù uomo durante la sua vita e nel suo corpo glorificato.Corpo e sangue qui significa in particolare la presenza di Cristo nel simbolismo del pane e del vino....«Ora abbiamo la comunione con Gesù Cristo, attraverso il mangiare e bere del pane e del vino.Proprio come in una relazione interpersonale, una lettera può mostrare l’amicizia tra le persone e illustrano l’affetto del mittente per il destinatario. (…) La natura di questi doni possono essere chiarite solo nel loro rapporto con l’uomo.L’essenza del il pane e il vino, quindi, deve essere definito in modo antropologico .Il carattere naturale di queste offerte pane e il vino come un frutto della terra e del lavoro dell’uomo, come unità di prodotti naturali e culturali, è quello di rafforzare e nutrire l’uomo e la comunità umana nel carattere di un pasto comune....Questa essenza naturale del pane e del vino si trasforma da Dio, nel senso che la natura del pane e del vino si presenta ora e raggiunge salvifica comunione con Dio».(GL Müller,Die Messe, Quelle Christlichen Lebens.Augsburg: Sankt Ulrich Verlag, 2002, pp 139-140)


Padre Timothy Ratcliffe
, già maestro generale dell’Ordine Domenicano (1992-2001), alle Giornate Nazionali di pastorale giovanile vocazionale, Madrid 2004:

«Voglio parlare di Ultima Cena e sessualità. Può sembrare un po’ strano, ma pensateci un momento. Le parole centrali dell’Ultima Cena sono state: !Questo è il mio corpo, offerto per voi!. L’eucarestia, come il sesso, è centrata sul dono del corpo. Vi rendete conto che la prima lettera di San Paolo ai Corinzi si muove fra due temi, la sessualità e l’eucarestia? Ed è così perché Paolo sa che abbiamo bisogno di capire l’una alla luce dell’altra. Comprendiamo l’eucarestia alla luce della sessualità e la sessualità alla luce dell’eucarestia» (Citata da Mons. Brunero Gherardini, in Concilio Vaticano II – Il discorso mancato). (3)





1) La Fabian Society, fondata a Londra nel 1889, si proponeva di giungere al socialismo, al materialismo, all’uguaglianza e all’abolizione della proprietà privata, con mezzi graduali, inserendo graduali cambiamenti «progressivi» nelle legislazioni e nella società. In base a questa loro ideologia, i fabiani vedevano nell’evoluzione delle imprese in grandi corporations quotate in Borsa, e gestite non dai proprietari ma da manager professionali (i tecnici), un superamento della proprietà privata... La City di Londra, in più di un senso, è il santuario del socialismo fabiano, e il luogo della sua piena realizzazione.
2) Quello di Buonaiuti era un invito al gruppo modernista a costituirsi in società segreta «all’interno» della Chiesa, in possibile convergenza con le logge pre-esistenti, sette giudaizzanti et similia, per una strategia basata sulla doppiezza: finto ossequio ai dogmi, al Santo Padre e alla Tradizione, e selezione ed influenza su prelati guadagnati o da guadagnare al progetto di modifica della gerarchia e del culto. Secondo un’ipotesi che potrete definire complottista, tale società segreta s’è effettivamente costituita ed ha agito praticando una sorta di «egemonia culturale» gramsciana su seminari, prelati e soprattutto sui teologi di cattedra (dalla cattedra, devono «produrre» continuamente «studi» e quindi novità). Mi limito a ricordare come assestò il colpo contro Pio XII preparando i conclavi in cui sarebbero emersi papi novatori. Il 6 giugno 1950, il Nunzio apostolico a Parigi, Giuseppe Roncalli futuro Papa Giovanni XXIII, rivelò la sua posizione ideologica quando scrisse una lettera pubblica di elogio funebre per Marc Sangnier, alto esponente del modernismo francese, esplicitamente condannato da San Pio X Papa con la lettera «Notre Charge Apostolique». Roncalli così esaltava il defunto Sangnier: «...anime come la sua capaci di mantenersi così fedeli e rispettose del Vangelo e della Santa Chiesa sono fatte per le più alte ascese che assicurano quaggiù la gloria preso i contemporanei e la posterità, a cui l’esempio di Marc Sangnier resterà come un insegnamento e un incoraggiamento». L’8 settembre 1950, monsignor Montini, allora sostituto alla segreteria di Stato e braccio destro di Pio XII che se ne fidava completamente, riceveva Jean Guitton: si parlò della Humani Generis, l’enciclica emanata nell’agosto da Pio XII, che conteneva duri altolà contro il modernismo. A Guitton, il futuro Paolo VI disse che «i teologi francesi» avevano «torto a prendere per condanne quel che altro non era che avvertimento, invito alla prudenza, alla lentezza, alla maturazione. E’ un segno di indicazione paterna, che è ispirato dall’ammirazione» (sic). Solo nel 1954 Pio XII, accortosi che il suo fidato segretario Montini preparava con Dossetti, Fanfani e La Pira l’apertura sinistra in Italia, e aveva aperto segretamente una sua «Ostpolitk» verso il comunismo sovietico ad insaputa di lui pontefice, e del segretario di stato titolare Tardini, allontanò Montini da sé e dai suoi uffici riservati, spedendolo a Milano come Arcivescovo, ma chiaramente in disgrazia: infatti, senza nominarlo cardinale, allo scopo di impedire che partecipasse al successivo Conclave e vi venisse eletto. Da tutte le parti negli ambienti clericali e fra cattoliconi adulti, già si sussurrava che Montini era «il Papa di domani». La rivista cattolica Ambrosius (nov-dic. 1954) pose in exergo questo strano saluto: «Dignum et justum est/Johannes Baptista Montini/ papa tu eris». Invece, bisognò attendere un giro, facendo Papa frattanto il Roncalli, che fece cardinale Montini... Roncalli intanto aprì il Concilio novatore, sapendo che lui morto, l’avrebbe affidato a buone mani. Se questa ipotesi complottista avesse qualche verosimiglianza, si potrebbe constatare che la società segreta modernista, assurta al massimo soglio e consolidata nel potere dal Concilio, sta eliminando tutti i residui di amanti della Tradizione, sistematicamente - vista una certa rinascita tra i fedeli del tema del rigore e della bellezza liturgica, dell’Adorazione eccetera, che fa paventare un inizio di restaurazione nel senso di San Pio X e del non beatificabile (per le note opposizioni della lobby di Giuda) Pio XII. Lo fa, sia chiaro, in perfetta buona fede: ormai anche il modernismo si è «evoluto» (di per sé è una ideologia evolutiva, anzi evoluzionista) e non ha più esitazione nel credere che i duemila anni di dogmatica, liturgia e tradizione precedente siano solo incrostazioni, residui di storie passate, che tengono lontano dalla fede l’uomo moderno... E dunque, con piena coscienza del proprio diritto novatore, il Papa e la sua cerchia attuano un programma di epurazione con ogni evidenza a lungo elaborato, utilizzando senza remore contro gli epurandi tutti gli strumenti a cui – per esser fedeli a sé stessi – debbono piegarsi: l’obbedienza al Papa, all’autorità, all’infallibilità… Il tutto indurito ina autoritarismo, arbitraria intolleranza, soppressione della «santa libertà dei figli di Dio». Oserete disobbedire al Santo Padre? Proprio voi? È notevole il fatto che il Santo Padre non sembri avere altri nemici sopprimere, se non all’interno alla Chiesa, e non bolli con le condanne e i divieti, e non trovi nessuno da disciplinare e mettere in riga, se non i fedeli che preferiscono l’antico rito. In questa ipotesi, la nota intervista compiacente al Ricco Epulone Eugenio Scalfari, andrebbe intesa come un colpo tattico magistrale: ha garantito previamente e guadagnato l’adorazione e l’approvazione dei «grandi media», e della «opinione pubblica» miscredente; sicché oggi, i media, possono attestare che «le masse sono col Papa»; ad avversarlo ci sono solo pochi passatisti che «le gente non capisce più» e che non hanno alcun peso, la cui repressione viene accolta con gioia dai media progressisti o borghesi. E’ anche ipotizzabile che la setta modernista, a questo punto, possa aver interesse a spingere le provocazioni fino a far esplodere uno scisma (quello che fu il grande errore di Lefevre), approfittando per una bella scomunica e sospensione a divinis di questa minoranza «fuori dalla Chiesa profetica», completando così la purga. Naturalmente, i tradizionalisti wahabisti stanno cadendo nella trappola a piè pari... Senza considerare che i Papi sopracitati, comunque se ne possa discutere, hanno mantenuto la fede nella Presenza Reale, e ancor più quest’ultimo, che ne ha avuto una prova visiva nel miracolo eucaristico di Buenos Aires: e a ciò è bene aggrapparsi... Questa è beninteso una tesi complottista che mi sono limitato ad articolare; ma naturalmente, me ne dissocio con forza.
3) Citato da Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, «La Bella Addormentata – Perché dopo il Vaticano II la Chiesa è entrata in crisi – Perché si sveglierà». Levo qui il mio saluto a Mario, che è in agonia sulla croce, offrendo tutto per la Bella Addormentata.




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