Feste e disintossicazione
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Le feste natalizie avrebbero dovute essere precedute da un sano periodo di digiuno, utile allo spirito per la preparazione alle solennità liturgiche, che attualizzano (non ricordano!) il Mistero; ed utile al corpo, per consentirgli di fare qualche strappo alla regola tra cenoni e pranzi. Ma, lo sappiamo. Il digiuno non va di moda. Quindi, fra poco, se non è già iniziato, troveremo i saggi consigli dei media, che attraverso la bocca di celebri nutrizionisti, ci diranno come disintossicare il corpo e perdere i chili di troppo messi su. Ebbene, parliamone anche noi, cercando però di non procedere alla rovescia (prima abbuffata e poi digiuno), ma allo scopo di calibrare le nostre abitudini alimentari su percorsi ordinariamente più salutari.

Molti dei nostri lettori sono esperti in materia. Alcuni, addirittura, fan del crudismo; personalmente, mi piace seguire il Vangelo, che non erra. Gesù non era vegetariano! Tuttavia sposare questo regime non è contro il cristianesimo, anzi! L’astinenza dai cibi di provenienza animale era consigliata sin dai primordi della Chiesa, al fine di limitare l’insorgenza delle passioni nel corpo. Questa convinzione si fondava sulla consapevolezza che certi alimenti siano in grado di influenzare umore e temperamento; sappiamo che la scienza medica oggi conferma l’illuminato intuito dei Padri della Chiesa.

Inoltre l’astinenza, insieme al digiuno, sono armi utilissime per il dominio di sé, privando il palato di certi piaceri, si arriva a trovare la via dell’essenzialità, che è specchio della semplicità evangelica.

È inoltre cosa nota, oramai, come le carni e i derivati siano considerati (e di fatto lo sono) responsabili di molte delle infermità più diffuse della nostra epoca.

«Oggi arriva la notizia che dalla dieta vegetariana possono trarre giovamento i pazienti affetti da malattie renali: tale tipo di alimentazione è infatti capace di diminuire i livelli di fosforo in sangue ed urine. È universalmente noto che il termine vegetariano accompagna chi non si nutre di alimenti prodotti da animali; carne e pesce e loro derivati sono ovviamente banditi dai suoi piatti ma rimangono uova, latte, formaggi e miele. Nella lista dei cibi sono presenti, ovviamente, frutta, verdura, legumi, cereali. Anche allinterno di questo modo di intendere lalimentazione esistono delle scuole più radicali (la vegana, che esclude lutilizzo di prodotti di origine animale; la crudista, che sostiene che la cottura dei cibi impoverisce gli stessi; la fruttariana, che invita a mangiare solo frutta fresca, biologica e matura colta dallalbero un attimo prima che cada per terra), ma queste possono essere intese come scelte successive, che comportano certamente maggiori attenzioni e precauzioni.

Una ricerca dell
Università dellIndiana (USA), diretta dalla dottoressa Sharon Moe e pubblicata sul Clinical Journal of the American Society of Nephrology, ha dimostrato i vantaggi del vegetarianismo per la salute dei reni. Gli studiosi sono partiti dal presupposto che le malattie renali rendono difficile per il corpo eliminare il fosforo in eccesso. Per questo, chi né è colpito deve limitare tale sostanza nella dieta, per limitare il rischio di malattie cardiache. La dottoressa Moe ed il suo staff hanno selezionato alcuni volontari, tutti malati, dividendoli in due gruppi. Il primo ha seguito una dieta vegetariana, il secondo uno stile alimentare che comprendeva carne. Alla fine del test le analisi di sangue ed urine, a cui tutti sono stati sottoposti, hanno evidenziato come la dieta a base di cereali apportava dosi minori di fosfati. Inoltre, essendo questi sotto forma di fitati, impegnavano meno lorganismo. Lalimentazione vegetariana, di per sé, è completa. Non ci sono controindicazioni anche se per i bambini e le donne con mestruazioni abbondanti, la dieta va sostenuta con alimenti ricchi di ferro. Quindi occorre una maggiore attenzione, anche alle combinazioni alimentari. Lalimentazione deve essere variata, altrimenti si possono manifestare delle carenze. La dieta vegetariana, in particolare se unita alluso di prodotti integrali biologico-dinamici e allassunzione giornaliera di frutta fresca, è associata ad una ridotta mortalità per cardiopatia ischemica, malattie cerebro-vascolari e tumorali; si addice al benessere della persona, alla disintossicazione dellorganismo ed al potenziamento delle difese immunitarie.

La scelta che guida i desideri alimentari verso la carne è restia a morire
, soprattutto a causa di fattori culturali. Se fino a quaranta anni fa si osannava una dieta ricca di proteine animali, oggi si registra il successo sempre crescente della dieta mediterranea, forte di carboidrati, per poi porre laccento sullimportanza strategica di frutta e verdura: in grado, queste ultime, di contrastare molte delle malattie moderne (obesità, arteriosclerosi, diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari, artritismo, ecc). Bisogna ricordare poi che quando si passa da unalimentazione tradizionale ad una vegetariana occorre farlo gradualmente, per abituare il corpo. Inizialmente lintestino farà un po di fatica, ad esempio. Limportante è farsi seguire da un medico e leggere qualche buon testo di cultura vegetariana, per ampliare le proprie conoscenze in ambito alimentare. Si può diventare inizialmente anche un po anemici perché il corpo è abituato con le proteine animali; ma tolti carne, pesce e derivati, ed abituandolo ad unaltra alimentazione, lorganismo si adatta e sintetizza meglio anche le altre proteine» (1).

Non è un caso infatti se «secondo lassociazione dei medici internisti tedeschi, sono soprattutto i pazienti con disturbi renali a soffrire di iperfosfatemia, che può causare arteriosclerosi, infarto cardiaco, osteoporosi. In occasione della Giornata mondiale dei reni del 12 marzo, i medici proporranno dindicare il contenuto di fosfati nei generi alimentari. Solo così il consumatore può calcolare quanto ne assume al giorno. I cibi che contengono sali di fosfato, per stabilizzare, e irrobustire il gusto, sono soprattutto i piatti pronti e della ristorazione rapida. Ne sono ricchi salsicce, carni, formaggi, prodotti da forno, bibite dolci, latticini, cereali e noci’» (2).

Non ci sentiamo assolutamente nella veste di coloro che vogliano consigliare una dieta vegetariana; crediamo che il giusto mezzo sia la via migliore; basta attenersi alle norme dimenticate (ma mai abrogate) della Chiesa: mercoledì e venerdì di ogni settimana, escluse quelle di solennità, mai mangiare carne, pesce e/o derivati; digiunare in quaresima ed in avvento (anche se la misura dell’integralità del digiuno dipende da ognuno), ed in prossimità di altre feste solenni (San Pietro e San Paolo, l’Assunzione, ecc.).

Il costume a tali usi ci aprirà a scoprire nuovi piatte e pietanze di origine vegetale e ad apprezzarne gusto e nutrienti. In particolare, dopo le abbuffate natalizie, mi sentirei di consigliare a tutti di intensificare il consumo di limoni, carote e sedano, in particolare, attraverso spremute e succhi concentrati; personalmente amo mangiare il limone intero e lo stesso dicasi per le carote ed il sedano; questo, unito ad una buona idratazione (almeno 2 litri d’acqua diari), sarà già un buon principio per aiutare il corpo a disintossicarsi.

Ne parlerò, nello specifico, a Dio piacendo, in un altro pezzo; mi preme solo sottolineare che, come sempre, i dosaggi sono fondamentali: non aspettatevi benefici se spremete meno di quattro limoni al giorno.

Stefano Maria Chiari




1
) Essere vegetariani protegge dalle malattie renali
2
) Fosfati: dagli alimenti al sangue



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