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Medjugorje: Illuminazione o Rivelazione?
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Mi è stato ripetutamente chiesto di tornare sul tema «Medjugorje».
Non lo faccio volentieri, perché il tema è scabrosissimo, tocca una sfera delicatissima, «sottile» e si presta a malignità di ogni genere.
Lo so che è di cattivo gusto citare se stessi, ma anzitutto vi rimando all’articolo che scrissi circa un anno fa (1) [«Medjugorje»].
Questo per evitare magari che si sollevino obiezioni, cui quell’articolo dà già risposta.
Ho letto l’intervento dell’ingegner Franco Adessa, che già conoscevo per il volume «ONU, Gioco al massacro», un libro che vi suggerisco e che ha anticipato di anni tematiche sul mondialismo e sul ruolo inquietante delle organizzazioni sovranazionali.
Il suo articolo su Medjugorje contiene informazioni che in gran parte conoscevo.

I dubbi sono più che legittimi, ma la prudenza è d’obbligo.
Finchè le apparizioni non saranno terminate la Chiesa non può pronunciarsi ufficialmente e definitivamente.
Qui c’è in gioco la salvezza delle anime, oramai di milioni di anime, perché queste sono oramai le dimensioni del «fenomeno» Medjugorje.
Non possiamo permetterci di giocare sulla pelle e sul destino di tanti fratelli.
Questo vale per noi, questo vale per i «veggenti» di Medjugorje.

Parto da una premessa, che - spero - sia emersa già dal mio precedente articolo: non sono pregiudizialmente contrario a Medjugorje, non seguo posizioni preconcette né in senso contrario, né in senso favorevole.
Non ho cambiato parere neppure di fronte all’atto d’accusa durissimo del vescovo-esorcista monsignor Gemma: «Le apparizioni della Madonna? Tutto falso: i veggenti mentono sotto ispirazione di Satana per arricchirsi economicamente» (2).
Pur tenendo in debita considerazione le parole di un vescovo che stimo molto, non vorrei che noi per primi usassimo due pesi e due misure: sottolineare la cecità della Chiesa di fronte al caso di padre Pio e compiacerci delle prese di posizione di uno o più vescovi o cardinali contro Medjugorje.

Anche padre Pio fu coperto di ingiurie, di insulti, di maldicenze, fu accusato di affarismo,
di essersi servito e circondato di gente ambigua, quando non di malaffare, di non aver impedito che sorgesse intorno a lui una sorta di culto della personalità, per tacere delle accuse a sfondo sessuale che gli furono vomitate contro.
Papa Giovanni XXIII pensava di lui che fosse un «idolo di stoppa».
E’ spesso il destino dei mistici quello di essere perseguitati nella Chiesa: anche Giovanna d’Arco, prima di conoscere l’onore degli altari, conobbe il rogo per blasfemia, superstizione ed idolatria.
Se leggete il libro di Sergio Luzzatto sul frate di Pietralcina scoprirete ad esempio come la Chiesa era anche allora divisa e tutti sanno che fino alla fine - ed anche dopo la morte - le polemiche sul suo conto non sono mai cessate.
La Chiesa peraltro non è un’avanguardia rivoluzionaria: ha il passo dei più lenti.
Inoltre la dimensione della mistica è la più prossima a quella della Fede: ci si deve fidare dell’esperienza diretta di altri, non c’è scelta.
Tutti noi fidiamo nella testimonianza di coloro che videro il risorto.
Il Vangelo di oggi ci ricorda nella festività di San Tommaso Apostolo che ognuno di noi ha dentro di sé qualcosa di Tommaso.
Cerchiamo certezze, una piaga aperta in cui mettere il dito: «Perché mi hai veduto, hai creduto; beati quelli che pur non avendo visto crederanno».
Per restare nello stesso ambito, anche la veggente di La Salette, Melanie Calvat, non ebbe affatto vita facile.
Se la Chiesa riconobbe il segreto del 1846, quello che anticipò la grande carestia dell’anno successivo, la stessa Melanie dovette subire per il resto dei suoi giorni una sorta di «persecuzione bianca», per avere sostenuto di aver ricevuto, oltre a quel messaggio, un segreto terribile che avrebbe riguardato il futuro della Chiesa e del mondo.
Il cosiddetto «segreto apocalittico», pubblicato per la prima volta nel 1879, venne creduto per molto tempo una invenzione «postuma della veggente» all’interno stesso della Chiesa, che tramite
il Sant’Uffizio nel 1916 e nel 1923 condannò due opere che di esso trattavano (3).
Di recente si è scoperto che quel «segreto apocalittico» non fu l’invenzione di una mistica che, divenuta donna e monaca, non riusciva a «trovare pace», ma la riscrittura di un segreto che i due pastorelli, Melania e Massimino, avevano inviato dal vescovo di Grenoble direttamente a Papa Pio IX nel 1851, mai rivelati, poi misteriosamente scomparsi e che sembravano infine irrimediabilmente perduti.
Uno studioso francese, l’abbé Michel Corteville, impegnato a Roma in una ricerca per la sua tesi di laurea su La Salette, li ha provvidenzialmente scoperti il 2 ottobre del 1999 nell’Archivio della Congregazione della Dottrina per la Fede.
Eppure la vita di Melanine e Massimino, pur toccata ad un certo punto dalla Grazia, non proseguì sino alla fine senza contrasti, polemiche e vere o presunte calunnie.
Potremmo continuare.

Per contro abbiamo molti casi opposti di misticismo, poi rivelatisi mistificazione.
Due di questi li cita nel suo articolo su La Tradizione Cattolica don Antonio Bellunato (4).
Il primo avvenne agli inizi del XVI secolo, in Spagna: «Una suora, Maddalena della Croce, riuscì ad ingannare tutto il Paese. Faceva cose portentose: si alzava da terra, l’Ostia partiva dalle mani del sacerdote per posarsi sulle sue labbra, in alcuni giorni dell’anno le comparivano le stimmate... Fece poi una cosa che la resa famosissima: annunciò che il re di Francia, Francesco I, era stato sconfitto a Pavia ed era stato fatto prigioniero dall’esercito spagnolo. Verissimo. D’altronde se il demonio non può conoscere il futuro, può certamente spostarsi con molta rapidità da un posto all’altro, potendo così dire cosa è accaduto molto lontano. Dopo di questo fu un continuo trionfo per suor Maddalena: popolo, sacerdoti, vescovi, imperatore e imperatrice, tutti la veneravano e la consultavano. Ma (ecco la svolta!) un giorno arrivò da Roma un visitatore apostolico. Entrò nella clausura del convento dove dimorava suor Maddalena e fu colpito da molte ambiguità. Interrogò tutte le suore e anche la madre badessa. Poi interrogò la stessa suor Maddalena che finì col cedere e confessare che da piccolina, nella sua ingenuità (faceva la pastorella), aveva dato la sua anima al demonio in cambio di poter compiere prodigi. Oggi le bambine chiederebbero di diventare veline o miss Italia, allora, invece, la santità costituiva un ideale importante (anche questo è segno dei tempi!). La cosa durò per ben trent’anni. Sia ben chiaro, però, che suor Maddalena, non ‘compiva’ miracoli, ma solo prodigi» (5).

Ancora nel XVI secolo Parigi si entusiasmò per una domestica, Nicole Tavernier, che faceva «miracoli» (6).
Riusciva a spostarsi quasi istantaneamente da un posto all’altro della Francia: da Parigi a Tours e poi nuovamente a Parigi.
Annunciava avvenimenti che accadevano molto lontano: «Ella aveva la reputazione di essere una santa e di operare miracoli. Di fatto, ella prediceva l’avvenire, aveva delle estasi, delle visioni e rivelazioni e compiva degli incontestabili prodigi. Digiunava e parlava senza posa della necessità di fare penitenza per uscire dalle condizioni in cui ci si trovava. Essa annunciava che, se ci si fosse pentiti dei propri peccati, si sarebbe vista la fine delle calamità pubbliche. Dietro suo incitamento, la gente si confessava e comunicava. In diverse città della Francia si ordinarono perfino delle processioni. Ed ella stessa ne fece fare una a Parigi alla quale assistette il Parlamento accompagnato dalla Corte e da un gran numero di cittadini. Ma presto la beata Acarie riuscì a smascherarla, dimostrando che il demonio era l’autore di tutto quanto in essa si vedeva di straordinario e che egli sapeva perdere un po’ per guadagnare molto» (7).
La Tavernier finì per lasciare la Chiesa cattolica e divenne calvinista.

Che intorno a Mediugorie, dunque, vi sia lo stesso ripetersi di polemiche è normale, vi sarebbe anzi da meravigliarsi del contrario.
Che venga o meno da Dio, ciò che Medjugorje muove è comunque certamente un campo di battaglia tra Dio e l’Avversario: per molti la continuazione di Fatima, per Monsignor Gemma opera satanica.

Con il sito italiano di Medjugorje di Monza mi sono messo in contatto.
E’ il sito del gruppo sorto attorno a Marija Pavlovic, che lì vive, avendo sposato un italiano: qualche mail, poi non ho più scritto.
Loro sono stati gentili, mi hanno risposto, ma mai nel merito.
Così il 29 marzo scorso sono andato a sentire Marija Pavlovic a Sassuolo, un incontro improvvisato di cui ho avuto notizia per caso e che vedeva accanto alla «veggente» di Medjugorje Chiara Amirante, fondatrice dell’Associazione «Nuovi Orizzonti» e Consultore del «Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti».
Alla fine dell’incontro le ho fatto due domande, ma anche qui la risposta non è stata soddisfacente, nel senso che è stata una risposta elusiva.
Ma non faccio polemiche, capisco che in una sala piena di gente è difficile mettersi a disquisire di teologia.
Non c’è dubbio che poi Marija quando comincia a parlare «è una radio», nessuno la ferma più: lo narra lei stessa, dicendo che il marito affettuosamente glielo rimprovera spesso.
Sicchè un po’ per il carattere, un po’ perché comunque l’italiano non è la sua lingua madre, è difficile ricostruire sistematicamente ciò che dice.
Anche qui nessun rimprovero, ma iniziando in sequenza cinque o sei discorsi per volta, seguirla è un po’ complicato: Marija - lo dico simpaticamente - in certi momenti sembra la prima veggente in «multitask» della storia della mistica.
Vi dirò che non mi scandalizza neppure il fatto che mentre invita tutti alla conversione, contemporaneamente racconti qualche barzelletta a sfondo religioso: la cosa farà inorridire molti, ma anche in questo caso mi sforzo di pensare che chi abbia eventualmente da più di 25 anni una  frequentazione quotidiana con la Madonna, qualche confidenza ritenga di potersela permettere.

Oltre un anno fa a Marija avevo chiesto un’intervista, con tutte le garanzie del caso e pubblicazione del testo solo dopo aver concordato il testo finale.
Mai ottenuto risposta.
Sia chiaro non la pretendo, ma sarebbe stata un’occasione per poter chiarire alcune cose, perché ritengo che i veggenti, questi veggenti, forse dovrebbero avere un po’ più di comprensione (posso dire carità?) per i nostri legittimi dubbi: qui c’è in gioco il dogma della Fede.
Non basta citare delle cifre, non basta rispondere «guardate i frutti», come hanno fatto dal sito di Marija, quando mi hanno risposto e cioè che nel 2007 le Sante Comunioni distribuite sono state 1.608.100; che i Sacerdoti concelebranti sono stati 34.265, che i vescovi a Medugorje sono stati 12 da 9 Paesi di 4 continenti.
Queste cifre, casomai potrebbero anche allarmarci, se per caso avesse ragione monsignor Gemma, secondo cui i veggenti mentono sotto ispirazione di Satana.

I frutti infatti non sono solo questi.
Ce ne sono altri e non sono rassicuranti.
Dice monsigmnor Gemma: «Pensi, poi, alla disobbedienza che hanno alimentato in seno alla Chiesa: la loro guida spirituale, un frate francescano cacciato dall’Ordine e sospeso a divinis, continua ad amministrare invalidamente i Sacramenti. E numerosi sacerdoti di tutto il mondo, malgrado il divieto esplicito della Santa Sede, non desistono dall’organizzare e dal prendere parte a pellegrinaggi con destinazione Medjugorje. E’ una vergogna! Ecco perché parlo di una miscela tra interessi personali e diabolici: i falsi veggenti e i loro assistenti intascano denaro, e il Diavolo crea discordia tra i fedeli e la Chiesa; i fedeli più accaniti, infatti, non ascoltano la Chiesa, che - lo ripeto - ha sin dall’inizio messo in guardia dalla mendacia delle apparizioni di Medjugorje».
Nel mio articolo di circa un anno fa ricordavo che la diocesi di Mostar-Duvno negli ultimi anni è praticamente precipitata in uno scisma.
Scrive il vescovo: «Almeno otto preti francescani che si sono ribellati contro la decisione della Santa Sede di trasferire un certo numero di parrocchie amministrate dai francescani ai preti diocesani, sono stati espulsi dall’Ordine francescano e sospesi ‘a divinis’. Ciò nonostante, loro hanno occupato almeno cinque parrocchie con la forza e continuano ad celebrare funzioni sacre. Loro celebrano invalidamente matrimoni, sentono confessioni senza facoltà canonica e invalidamente conferiscono il sacramento della cresima. Tre anni fa inoltre hanno invitato un diacono della Vecchia-Chiesa Cattolica che falsamente si presentò come vescovo per amministrare le cresime e ‘confermò’ approssimativamente 800 giovani in tre parrocchie. Due di questi [otto] preti espulsi hanno richiesto la consacrazione episcopale dal vescovo svizzero della Vecchia-Chiesa Cattolica, Hans Gerny, finora senza alcun risultato. Quindi molti sacramenti nulli, come molta disubbidienza, violenza, sacrilegi, disturbo, irregolarità e non un solo ‘messaggio’ dalle decine di migliaia di ‘apparizioni’ è stato diretto all’eliminazione di questi scandali».
Faccio notare che la Chiesa Vecchio-Cattolica sono gli scismatici che nel Concilio Vaticano I non hanno voluto accettare il dogma dell’infallibilità pontificia ed oggi benedicono le unioni omosex.

Tutto questo mi allarma: «Bonum ex integra causa, malum ex quocumque defectu», «Il Bene è ciò che è integralmente buono, il male è ciò che invece è difettoso anche in un solo aspetto».

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Ma c’è di più: il sito di Medjugorje di Bolzano pubblicizza un libro di suor Stefania Caterina «Oltre la grande barriera» (Luci dell’Esodo, 2008).
Prendiamo le informazioni che seguono dal blog di Marco Corvaglia, l’autore di «Medjugorje: è tutto falso».
Ecco cosa scrive. «Suor Stefania Caterina è una stretta collaboratrice di padre Tomislav Vlašić, ufficialmente ‘direttore spirituale’ dei veggenti (8) dall’agosto 1981 al settembre 1984 e fu lui stesso a presentarsi come il padre che ‘guida i veggenti di Medjugorje’, in una lettera del 13 maggio 1984, indirizzata a Giovanni Paolo II» (9).
il 25 marzo 1988 Vlašić scrisse una lunga lettera aperta con cui rendeva nota la fondazione di una nuova comunità religiosa da lui diretta e, a suo dire, richiesta espressamente dalla Madonna (10). Tale lettera, il mese successivo, fu pubblicata a Milano (in un opuscoletto di 17 pagine intitolato «Una chiamata nell’anno mariano») per iniziativa della suddetta comunità, che aveva assunto il nome «Kraljice Mira, potpuno tvoji, po Mariji k Isusu» («Regina della pace, siamo completamente tuoi; a Gesù attraverso Maria») e aveva preso sede in viale Mentana 45, a Parma.
Essa viene presto chiusa per decreto del vescovo di Parma, monsignor Benito Cocchi (con lettera 68/I/28 del 1 ottobre 1988), anche perché alcuni orientamenti pratici, come la convivenza tra uomini e donne, sono «ritenuti del tutto estranei ad ogni forma di comunità religiosa accettata dalla Chiesa».
Vlašić apre allora quattro sedi, tuttora esistenti, in diocesi rette da vescovi meglio disposti.
La comunità, inquadrata, dal punto di vista canonico, come associazione privata di fedeli, è composta di chierici e laici.
La casa madre è a Lama dei Peligni (in provincia di Chieti), un’altra sede si trova a Penne (Pescara) ed un’altra ancora a Camporotondo di Fiastrone, località Colfano, nel maceratese.
La quarta si è insediata a Medjugorje, ma lì il problema è stato risolto, secondo lo stile ormai consolidato in quella località, senza chiedere il prescritto permesso al vescovo (11).

Stefania Caterina, da suora laica, ha avuto l’incarico di responsabile della casa madre della comunità, situata a Lama dei Peligni.
Ed ecco cosa Marco Corvaglia riporta: «Uno dei compiti più importanti dell’umanità di Alfa Centauri è di comandare la grande flotta interplanetaria. Essa è composta dai più potenti veicoli spaziali e da equipaggi scelti, messi a disposizione dai pianeti fedeli a Dio».
A scrivere queste sconcertanti parole non è lo sceneggiatore di Guerre stellari, ma sarebbe proprio lei, suor Stefania Caterina, a pagina 123 del suo libro «Oltre la grande barriera» (Luci dell’Esodo, 2008) (confronta http://marcocorvaglia.blog.lastampa.it/mcor/cose-da.html).

Questa la presentazione del libro, che trovate nel suo sito.
Giudicate voi: «Il libro ‘Oltre la grande Barriera’, indica la strada per raggiungere la LUCE di Dio. Da questa luce nasce la conoscenza vera, la conoscenza immediata di Dio che apre un orizzonte nuovo e getta una luce profetica sui grandi misteri dell’universo. E’ questa la Luce che illumina tutti i misteri e ci mette in grado di comprenderli, permettendoci di ottenere le risposte alle nostre domande più profonde. Così, illuminati interiormente, possiamo entrare nelle profondità della vita e spaziare nell’universo. Il libro raccoglie i messaggi celesti rivelati ad una consacrata laica, Stefania Caterina, assolutamente sconosciuta alle cronache. Si tratta di rivelazioni private che possono aiutare ogni persona di buona volontà a stare di fronte al mistero della vita, della morte, del bene e del male e, soprattutto, di fronte all’amore di Dio Uno e Trino che è il più grande mistero dell’universo. Questo amore, eterno e senza limiti, cerca instancabilmente ogni uomo, al di là delle differenze e delle barriere religiose, culturali e sociali che l’umanità ha creato lungo
i secoli. Lo cerca per donargli la vita e la piena conoscenza di Dio e delle leggi divine che governano sia il cosmo, sia il microcosmo che è l’uomo. Questa conoscenza porta alla libertà
» (12).

Anche lei dunque avrebbe ricevuto delle rivelazioni, rivelazioni certo «sottili» ed anomale rispetto al dogma della Fede cattolica, forse molto più in linea con un approccio olistico e new age: «Quanto scrivo, è la testimonianza diretta di eventi che mi sono stati mostrati e spiegati, e che riguardano tutta l’umanità, particolarmente la Chiesa. Nel contesto di questo libro, quando parlo di Chiesa non intendo riferirmi né ad una particolare struttura organizzativa, né al clero, né alla gerarchia ecclesiastica, che rappresentano alcuni aspetti della Chiesa. Mi riferisco piuttosto all’intero popolo di Dio, fedele a Gesù Cristo. Esso è chiamato ad essere strumento insostituibile nella realizzazione del disegno di salvezza a favore di tutta la creazione» (capitolo I, pagine 21-23).
«Per quanto attiene alle rivelazioni contenute in questo libro, esse, pur articolandosi rigorosamente all’interno delle verità fondanti della fede cristiana, sembrano voler alzare quel velo millenario che avvolge gli interrogativi essenziali da sempre presenti nel cuore dell’uomo, a qualsiasi credo popolo e nazione egli appartenga. Esse, infatti, gettano un sorprendente fascio di luce celeste su quell’unico immenso disegno d’amore che abbraccia tutta l’economia della creazione, sia nei livelli spirituali che in quelli materiali, che i sapienti della terra hanno artificiosamente frammentato, proiettando in esso la loro stessa divisione interiore. La lettura di queste pagine rappresenta in realtà una profonda esperienza dell’anima che viene progressivamente illuminata da una straordinaria grazia profetica, capace di consumare ogni ambigua neutralità di fronte all’Amore che si rivela. Questo annuncio va ad illuminare in modo nuovo, senza tuttavia nulla aggiungere né togliere, le verità fondanti della rivelazione pubblica della Chiesa, offrendone tuttavia un’impressionante ricchissima esplicitazione, attraverso una chiave interpretativa unitaria che permette di leggere con chiarezza nuova, nella luce di Dio, il mistero dell’uomo e del cosmo» (13).

Per me queste cose sono in sintesi riassumibili nella più antica eresia della cristianità, che ha un nome oscuro: Gnosi.
Affermare che esiste una «strada per raggiungere la LUCE di Dio e che da questa luce nasce la conoscenza vera, la conoscenza immediata di Dio», significa solo una cosa: che non è Cristo la via che ci porta al Padre e ce lo fa conoscere e che il Suo Sacrificio non è stato necessario, ma casomai solo simbolico.

A metà strada tra la fanta-archeologia, Peter Colosimo, Gorge Adamski, il mito ed una teo-bio-ingegneria è un altro libro, pubblicizzato sul medesimo sito di Medjugorje di Bolzano (14), scritto da don Guido Bortoluzzi nato nel 1907 e morto nel 1991 in provincia di Belluno, il quale  tra il 1968 e il 1974 avrebbe ricevuto dal Signore otto rivelazioni sulle origini della Terra e dell’Uomo.
Nel libro si racconta la creazione dell’uomo come frutto della cosiddetta «creazione mediata», che viene così descritta: «Il Signore si servì, come ‘mezzo’ per la creazione dell’Uomo e della Donna, di una femmina di una specie ora estinta, quella degli ancestri (così denominata dal Signore). […] La sola, ma importantissima, differenza rispetto alla creazione di tutte le altre specie fu che nella creazione dell’Uomo e della Donna Dio aggiunse, fin dall’attimo del loro concepimento, un elemento nuovo, il Suo Spirito, così che essi divennero spiritualmente Suoi Figli. Quindi l’Uomo deriva, ma ‘non discende’ dalla specie immediatamente inferiore perché in tutto e per tutto è ‘nuova’ creazione non essendo passato alcun gene dalla specie inferiore a quella superiore. Passò solo il nutrimento. Ciò non toglie che le due specie, quella umana e quella ancestre, pur avendo un ‘numero’ di cromosomi diverso, siano state create con un certo numero di geni uguali. […] il peccato originale, peccato di disobbedienza, di estrema presunzione e di autosufficienza commesso dal primo Uomo con la femmina ancestre dalla quale la specie umana era derivata, inquinò la specie umana perfetta pregiudicando le generazioni successive».

E poi prosegue: «Pertanto questi uomini ibridi persero non solo il requisito di Figli di Dio, ma anche lo Spirito di Dio (Genesi 6,3) perché lo Spirito di Dio non poteva abitare in esseri animaleschi. […] Quando poi l’umanità rievoluta raggiunse un livello di sufficiente capacità di intendere e di volere, cioè nella pienezza dei tempi, Dio mandò Suo Figlio Gesù affinché ridonasse il Suo Spirito a tutti i miti e i giusti della terra così che, per la Sua obbedienza e mediazione, essi potessero esser riammessi all’eredità spirituale e potessero esser riaperte loro le porte dell’eterna felicità. Perciò, in quanto figli illegittimi, senza la Redenzione ‘non siamo eredi’ dei beni eterni previsti da Dio per i Suoi Figli legittimi: solo la Redenzione operata da Cristo può riportare i ‘figli naturali dell’Uomo’ (Adamo) nella condizione di ‘figli adottivi di Dio’».
Secondo l’autore, proprio in questo senso andrebbero intese le parole che Gesù, alla fine della Sua missione, disse ai Suoi apostoli: «‘Avrei ancora molte cose da dirvi, ma per ora non siete in grado di portarne il peso’ (Giovanni 16,12). Quindi Gesù sottintendeva che la Rivelazione rimaneva aperta e che, quando gli uomini fossero stati in grado di ‘portarne il peso’, cioè di capire correttamente ciò che fosse stato loro rivelato, essa avrebbe avuto un seguito» (15).

Il valore redentivo del Cristo per questo presunto «sacerdote illuminato» consisterebbe dunque in un’azione combinata di Dio, volta anzitutto a guarire il corpo e la psiche dalle tare ereditarie dovute all’ibridazione (questo avrebbe inteso San Paolo nel chiamare «la risurrezione del nostro corpo» o «la redenzione del nostro corpo» – Romani, 8,23 -), ricostruendo progressivamente nell’uomo l’Immagine di Dio, per rendere l’umanità nuovamente idonea ad accogliere lo Spirito.
In secondo luogo scopo della Redenzione sarebbe stato quello di «riaccendere la Luce, che si era perduta, con l’effusione di una Scintilla Divina. Donandogli così il Suo Stesso Spirito attraverso un atto generativo per merito di Gesù, Dio ridà all’uomo anche la ‘Sua Somiglianza’» (16).

Tralascio ogni commento personale, su questo dio-genetista in camice bianco, su questo «dio-lucifero», così simile al Genio della rivoluzione, limitandomi a riferire ciò che è scritto nel Catechismo della Chiesa cattolica: «L’economia cristiana, in quanto è Alleanza nuova e definitiva, non passerà mai e non c’è da aspettarsi alcuna nuova rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo».  […]
Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate «private», alcune delle quali sono state riconosciute dall’autorità della Chiesa.
Esse non appartengono tuttavia al deposito della fede.
Il loro ruolo non è quello di «migliorare» o di «completare» la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica.
Guidato dal Magistero della Chiesa, il senso dei fedeli sa discernere e accogliere ciò che in queste rivelazioni costituisce un appello autentico di Cristo o dei suoi Santi alla Chiesa.
La fede cristiana non può accettare «rivelazioni» che pretendono di superare o correggere la Rivelazione di cui Cristo è il compimento.

Che c’entra tutto questo con Medjugorje?
Nulla forse o, forse, sì.
Forse in questa «pneumo-fenomenologia» che sembra saldare insieme ogni sorta di «presunte rivelazioni ed estasi» e di cui il «popolo di Medjugorje» è talvolta un indicatore, c’è qualcosa di inquietante.
Tra i seguaci di Medjugorje vi sono spesso veri e propri «turisti» del sovrannaturale, gente che si sposta di veggente in veggente, di mistico in mistico, di carismatico in carismatico, di «apparizione in apparizione», di «preghiera di guarigione in preghiera di guarigione», in uno stato di coscienza spesso problematico e magari segnato da gravi dolori, lutti, squilibri interiori: lo dico con rispetto e sofferenza, ma non di rado è così.

Spero che i veggenti ci leggano, che ci legga padre Livio Fanzaga, che ci legga chi deve vigilare e illuminare la nostra fede.
Ai veggenti dico: se davvero c’è la Madonna credo sia un dovere di carità, verso i milioni di seguaci nel mondo, quello di dissipare ogni dubbio e di non lasciare ingannare i semplici.
La fede di molti è scossa, molte anime sono turbate e ogni sorta di dottrine pervade come un cancro il Dogma della Fede.
Allora, a Marija dico: se non vuoi o non puoi rispondere a me in un’intervista privata, ti rivolgo da questo sito una preghiera.
Rispondi pubblicamente a queste domande, perché non sono domande oziose, ma riguardano essenzialmente la Verità, che è Gesù, il Cristo.
Se qualcuna delle domande dovesse in qualche modo toccare argomenti sui quali vi ritenete vincolati a segreti, semplicemente ometti di rispondere.
Non insisterò.

Allora chiedo:
• La rivelazione privata che dite di avere ricevuta a Medjugorje è conforme in ogni cosa al dogma della Fede cattolica e in particolare annuncia cose che non siano in modo anche minimo difformi dal Magistero della Chiesa cattolica?
• Esiste una dimensione cosmica della Rivelazione sin qui sconosciuta, ma che voi avreste ricevuto, come asseriscono altri che alla vostra esperienza si rifanno?
• Chi è Gesù Cristo per voi? E’ Dio? E’ l’unica incarnazione di Dio? E’ l’unico Salvatore del Mondo? Senza di lui è possibile la Salvezza?
• Può lo Spirito Santo annunciare nuove verità di fede, rispetto a quelle proclamate dal Magistero della Chiesa?
• Esiste una verità più profonda di quella espressa nel Dogma, che possa essere conosciuta per via di una illuminazione interiore e di cui la Chiesa ed il Papa non parlano?
• Ritenete che la conoscenza di Dio possa essere ottenuta attraverso personali vie di sapienza interiore?
• Ritenete che al di fuori della Chiesa vi sia salvezza?
• Ritenete che chi è fuori della Chiesa si possa salvare per i meriti di Gesù Cristo o per altre vie?
• Le religioni diverse da quella cristiana possono definirsi false religioni?
• Cosa intendete voi quando parlate di Chiesa?
• Avete mai chiesto alla Madonna le ragioni della grave crisi che ha colpito la Chiesa? In caso negativo, perché? E’ in pericolo nella Chiesa il dogma della Fede?
• Rinnegate pubblicamente - se vere - tesi del tipo di quelle di suor Stefania Caterina contenute nel suo libro «Oltre la Barriera» o in quello di don Guido Bortoluzzi «Genesi Biblica» e per quale motivo non intervenite, affinché siti che si rifanno alla vostra esperienza non ne ospitino più la pubblicità?

Pongo queste domande con un po’ di tremore e con sincera umiltà chiedo se posso legittimamente attendere con i lettori una risposta.
Lo dico pensando con una certa angoscia allo scandalo e a ciò che potrebbe accadere nell’animo di molti se, come ha preannunciato monsignor Gemma, «tra poco il Vaticano interverrà con qualcosa di esplosivo per smascherare una volta per tutte chi c’è dietro questo raggiro».
Se non è un raggiro - per amore di Dio - dissipate prima ogni dubbio.

Concludo come avevo concluso il mio primo articolo, citando San Paolo e la Lettera ai Galati.
La riferisco non tanto ai veggenti, ma a tutti coloro che eventualmente pensassero che una nuova «palingenesi spirituale» nella Chiesa sarebbe iniziata con Medjugorje.
Se Medjugorje è vera, non può recare una nuova Rivelazione o una rivelazione più illuminata.
Insegna l’Apostolo della Genti: «Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. In realtà, però, non ce n’è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il Vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!».

Domenico Savino



1) Domenico Savino, «Medjugorje»
2) http://www.papanews.it/dettaglio_interviste.asp?IdNews=7499#a
3) Sono quella del dottor Henri Mariavé, «La leçon de l’hôpital Notre-Dame d’Ypres. Exégése du secret de la Salette», Tome I, Paris, 1915; tome II, «Appendices», Montepellier, 1915 (Decreto
Sant’ Officio 12 aprile 1916) e l’opuscolo «L’apparition de la très Sainte Vierge sur la sainte montagne de la Salette le samedi 19 septembre 1845. Simle réimpression du texte intégral publié par Mélanie», etc. Société Saint-Augustin, Paris-Rome-Bruges, 1922.
4) «Venticinque anni di apparizioni a Medjugorie: manifestazione divina, diabolica o umana?»
di don Stefano Bellunato su La Tradizione Cattolica, Anno XVII - numero 2 (62) 2006, pagina 8.
5) http://christusveritas.altervista.org/inganni_diavolo.htm
6) http://christusveritas.altervista.org/inganni_diavolo.htm
7) J.-B. Boucher, «Madame Acarie», Parigi, 1982; citata da H. Bremond, «Histoire du sentimente religieux», tomo II, pagina 69-71.
8) Confronta R. Laurentin, «Racconto e messaggio delle apparizioni di Medjugorje», Queriniana, 1987, pagina 90.
9) Confronta Ogledalo Pravde, «Biskupski ordinarijat u Mostaru o navodnim ukazanjima i porukama u Međugorju», («La Curia diocesana di Mostar sulle presunte apparizioni e messaggi di Medjugorje»), Mostar, 2001, pagina 56.
10) Confronta Ogledalo Pravde, pagine 28-29.
11) http://marcocorvaglia.blog.lastampa.it/mcor/cose-da.html
12) http://www.lucidellesodo.it/f_barriera.html
13) http://www.lucidellesodo.it/f_barriera.html
14) http://www.medjugorje-bz.org/
15) http://www.genesibiblica.eu/docu/genesi_3_it.pdf, pagine 4-6.
16) http://www.genesibiblica.eu/docu/genesi_3_it.pdf, pagina 179.
17) Catechismo della Chiesa Cattolica, La Rivelazione di Dio, § 66-67.


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