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Sbagliano la cura
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«Pare che Bernanke abbia letto tutto sulla Grande Depressione del 1929-1933, e poco o niente sulla iper-inflazione tedesca del 1920-1923. Secondo lui, se la FED avesse iniettato sufficiente liquidità nel 1929-33, avrebbe scongiurato migliaia di fallimenti bancari. Bernanke ha deciso che non lascerà che questo succeda di nuovo. Sicchè la sua risposta alla crisi finanziaria è stata una cieca, aggressiva politica monetaria in forma di tassi d’interesse negativi, enormi iniezioni di liquidità, e massicci salvataggi. Bernanke è come un dottore che conosce un solo medicinale, e lo prescrive ad ogni paziente che visita, alla dose massima, senza fare la diagnosi».

(Hossein Askari e Noureddine Krichene, su Asia Times)


«La Federal Reserve e il Tesoro USA continuano a fallire nei loro tentativi di stabilizzare il sistema finanziario. Ciò è dovuto all’incapacità di afferrare la natura del problema, che riguarda il sistema bancario parallelo. I metodi di salvataggio sono quelli del passato, concentrati sul sistema bancario tradizionale, e ignorando invece il sistema parallelo che si è permesso di sviluppare negli ultimi 25 anni».

(Thomas Palley, «Why Federal Reserve policy is failing»)

Questa frase di Thomas Palley richiede forse una spiegazione. Il sistema bancario parallelo è quello che Roubini chiama il sistema bancario-ombra: broker, fondi speculativi e fondi d’investimento, gruppi private equity, fondi monetari, mutuatari non bancari, strumenti di investimento strutturati, eccetera, che si sono sottratti ad ogni regolamentazione (per fare più profitti), e che la FED ha lasciato de-regolati.

Un fondo d’investimento, ad esempio, funziona come una banca: riceve depositi a breve termine e li piazza in investimenti a lungo. Come ha sempre detto Maurice Allais, questa discordanza delle maturazioni rende il sistema bancario intrinsecamente instabile. Nessuna banca, per quanto prudentemente gestita, può far fronte a massicci ritiri di depositi. Proprio per questo le banche di deposito sono controllate dallo Stato, che impone certi obblighi di riserva, e in cambio fornisce la liquidità necessaria in caso di bisogno, sì da far apparire la banca solvente.

Ma il sistema bancario-ombra, che si è sviluppato enormemente, non si assoggetta ad alcun controllo e, di conseguenza, non riceve alcun sostegno delle autorità monetarie. Sicchè in questi tempi di crisi, il sistema-ombra, di fronte a ritiri massicci dalla clientela, è costretto a vendere i suoi investimenti (azionari) su mercati in drammatico ribasso e a prezzi da liquidazione, innescando con ciò una spirale ribassista sempre più ripida, e diventando comunque incapace di rimborsare i suoi depositanti.

E’ questa la vera causa del crollo infinito delle Borse. Il fondo speculativo di George Soros, Soros Fund Management Llc, ha liquidato massicciamente le sue posizioni (nel carbone, medicali, elettronica), con perdite del 40%.

Il crollo della Borsa di Mosca si spiega allo stesso modo: investitori locali e (soprattutto) stranieri, fondi speculativi che si sono indebitati per comprare le azioni russe, svendono a rotta di collo le azioni per realizzare denaro da restituire ai clienti,  o perchè pressati dai creditori.

Anche nel ’29 accadde proprio questo: grandi quantità di dollari investiti in Germania (Paese potentemente industriale, in piena ricostruzione dopo la grande guerra) lasciarono improvvisamente il Paese, perchè la crisi americana richiedeva denaro là.

Ma Bernanke, studioso del 1929, non ha tratto la lezione giusta dalla storia. Allora sì, sarebbe bastato iniettare liquidità alle banche; ma allora non c’era il sistema bancario-ombra, il mercato «parallelo» dei prestiti senza regole nè controllo, nè rete di salvataggio pubblica. E oggi la FED pompa liquidità nelle banche commerciali, che non sono al cuore del problema.

«Una politica antiquata, che non ha senso e che fallirà», dice Palley, perchè, «dopo aver incoraggiato la crescita del sistema parallelo» di creazione di debiti, non fornisce a quel sistema la liquidità di cui necessita disperatamente.
«E il sistema parallelo continua a perdere colpi, a svendere i suoi portafogli, spingendo sempre più in basso i prezzi azionari e la fiducia dei prestatori».

Paul Craig Roberts, già assistente-segretario del Tesoro nell’Amministrazione Reagan, descrive il fatale errore da un altro punto di vista (1):

«I capi delle finanze nel mondo affrontano la crisi con salvataggi di banche e abbassando i tassi. Ciò dice che vedono il problema come un problema di liquidità . Il Tesoro USA intanto lascia senza intervenire che continuino le insolvenze sui mutui e i pignoramenti. Invece di un problema di liquidità, io vedo invece un eccesso di strumenti di debito in rapporto alla ricchezza reale. Il sistema bancario basato sulla riserva frazionale e la creazione di moneta dal nulla è capace di creare strumenti di debito più velocemente di quanto una economia riesce a costruire ricchezza reale».

Derivati, carte di credito, mutui sub-prime sono piramidi di debiti fantasiosamente accumulate sopra salari troppo bassi e in via di striminzimento, su immobili, su profitti reali modestamente crescenti o fermi. E’ emblematico di quel che dice Craig Roberts il fatto che le banche islandesi abbiano «attivi» pari al 1.300% del prodotto interno lordo islandese, e che i derivati più incredibili abbiano un «nozionale» venti o trenta volte superiore a ciò che produce il mondo intero in un anno.

Così, invece di sprecare 700 miliardi di dollari per «salvare i colpevoli», il denaro pubblico dovrebbe essere usato per aumentare la base di ricchezza reale su cui le piramidi dei debiti sono state accumulate. Si dovrebbero rifinanziare i mutui dei debitori in difficoltà; aiutandoli a pagare il mutuo, i titoli cartolarizzati basati su questi mutui, e sparsi dalle banche e dalle banche-ombra ai quattro angoli del mondo avrebbero mantenuto un valore.

Il Tesoro USA deve porre fine alle guerre costosissime di Bush, segnalando così che intende seriamente ridirre il deficit pubblico, e perciò recuperando la credibilità del dollaro come moneta di riserva mondiale.

«L’emissione di carte di credito deve essere riportata a situazioni di prudenza, con controlli sul reddito, l’impiego, la storia creditizia del debitore».

«La riserva frazionale deve essere messa in riga con più alti obblighi di riserva, portandola anche al 100%. Se le banche fossero ridotte a veri intermediari finanziari, non avrebbero il potere di creare moneta, e la proliferazione del debito in eccesso rispetto alla ricchezza prodotta sarebbe ridotta».

I crolli di Wall Street (e delle altre Borse) sono insomma solo i sintomi del problema, che è la base troppo piccola di ricchezza reale su cui giovano gli speculatori e moltiplicano i loro giochi i creditori; iniettare denaro nelle tasche degli speculatori significa curare i sintomi, e non la causa del male. La cura è sbagliata.

«La Grande  Depressione», conclude Craig Roberts, «durò dieci anni perchè le autorità non capirono che la Federal Reserve aveva lasciato restringersi la massa monetaria. La ridotta massa monetaria non poteva impiegare lo stesso numero di lavoratori con gli stessi salari, e non poteva comprare la stessa quantità di beni e servizi agli stessi prezzi, sicchè i prezzi e i posti di lavoro calarono».

Ma questo divenne chiaro «solo negli anni ’60, quando Milton Friedman pubblicò la sua 'Storia  monetaria degli Stati Uniti'». Data la stupidità dei nostri governanti ed economisti, capiremo quello che ci sta succedendo oggi nel 2038, fra trent’anni.
E’ un altro modo di dire che Bernanke, come certi generali, sta combattendo la penultima guerra, non quella in corso.




1) Paul Craig Roberts, «A possible solution to the economic crisis», Counterpunch, 10 ottobre 2008.


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