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Ariecco Al Qaeda, eh già...
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«Lo sceicco Osama bin Laden sta seguendo la preparazione di un attentato contro gli Stati Uniti che supera di gran lunga quello dell'11 settembre». Certe minacce, lo sappiamo, vanno prese molto sul serio, specie alla luce della «profezia» di Joe Biden e di Colin Powell: imminente una crisi «generata», che «metterà alla prova la stoffa» del nuovo presidente.

Però, di grazia, si può chiedere ai grandi giornali italiani che strillano la minaccia in prima pagina di raffazzonare un po’ meglio il tutto? Riporto qui come esempio lo strillo del Corriere:

Al Qaeda starebbe preparando un «grande attentato, maggiore di quello dell'11 settembre 2001». Lo ha detto un ex dirigente della cellula yemenita di Al Qaeda al giornale arabo pubblicato a Londra al-Quds al-Arabi. «Lo sceicco Osama bin Laden sta seguendo la preparazione di un attentato contro gli Stati Uniti che supera di gran lunga quello dell'11 settembre», ha rivelato una persona definita «molto vicina alla direzione di Al Qaeda nello Yemen».  Giovedì in un'audio di Abu Omar al-Bagdadi, «emiro dello Stato islamico in Iraq», si esortavano «i nuovi capi della Casa Bianca e i loro alleati dei Paesi cristiani a convertirsi all'islam».

ORDINE GIÀ PARTITO - «L'obiettivo di bin Laden - aggiunge la fonte al giornale arabo - è quello di cambiare attraverso questo attacco il volto della politica e dell'economia mondiali e dovrebbe avvenire in risposta al rifiuto di Washington di accettare la tregua proposta negli anni scorsi dal leader di Al Qaeda ai Paesi occidentali e in particolare agli Stati Uniti». Il terrorista yemenita precisa che questo attentato dovrebbe avvenire tra breve tempo. «L'ordine è stato già emesso dallo stesso bin Laden e ora bisogna solo aspettare il momento propizio quando saranno terminati tutti i preparativi e ci sarà l'occasione giusta».


Scusate, scusate: un «ex» dirigente? Si può essere dirigenti di Al Qaeda e poi tornare a vita privata come se niente fosse, aprire una bottega di shishkebab? Ma restare una persona «molto vicina alla direzione di Al Qaeda nello Yemen»? E poter essere intervistato nella sua botteguccia da un giornale di Londra?
Ma già, lo Yemen. Il favoloso Yemen, così incomprensibile a noi, dove tutto è possibile. Dove vanno a rifarsi una vita gli «ex» dirigenti di Al Qaeda che però restano in contatto con bin Laden: coi pizzini, immagino.

Signori del Corriere, almeno rendetevi conto: avete dato come notizia una frase che sarebbe stata pronunciata da un anonimo, della cui esistenza non avete alcuna prova. La notizia viene da Londra. Dal giornale Al-Qudsi Al-Arabi di Londra, della cui credibilità nulla sapete. Mandate subito a Londra (non dico nello Yemen) il vostro Magdi Cristiano Allam, a controllare la notizia, a scavare. Lui parla arabo, lui può.

E insistete anche: «Giovedì un audio di Abu Omar al-Bagdadi, emiro dello Stato islamico in Iraq, esortava i capi della casa Bianca a convertirsi all’Islam».

Bastava andare sul sito della BBC (1), cari super-giornalisti, per leggere quanto segue:

«Abu Omar Al-Baghdadi è lo pseudonimo adottato dal leader dello Stato islamico in Iraq, ossia l’affiliato in Iraq di al Qeade».

«I comandi militari USA hanno detto venerdì che Al-Baghdadi è ‘un attore che dà la voce per la propaganda di Al Qaeda’».

E infine: «In confronto a precedenti dichiarazioni emanate dal gruppo questa è relativamente moderata, implorando gli americani a tornare a quella che chiama ‘imparzialità’ e persino offrendo di non interrompere le forniture di petrolio all’Occidente: ‘Promettiamo di non bloccare il commercio di greggio o di altre materie prime con voi, se si fa giustizia’, dice il messaggio».

Così la BBC, signori del Corriere. E voi mettete questa implorante dichiarazione di uno pseudonimo, di un attore, con la minaccia di un nuovo 11 settembre. Che viene da un altro anonimo, che si dice abitare nello Yemen, ma che è stato intervistato da un giornale di Londra.

Signori, avete cucito col filobianco; si vede l’imbastitura. Signori, non si fa così il giornalismo.

Tanto più che se si guarda ai giornali americani, non si trova la notizia, non in questi  termini. Si trova questa, sul New York Sun, giornale paragonabile a «Cronaca Vera»:

«Osama bin Laden sta per emanare una minaccia video a Barack Obama».

La fonte, questa volta, è conosciuta: «il predicatore d’odio Omar Bakri», che ne ha parlato in «una chat-rom estremista araba» (mai che ci dicano «quale» chatrom, quale sito). Egli ha detto: «Sarà un nuovo messaggio, che si rivolgerà al govero che (Obama) sceglierà. Bakri ha detto: «Lo combatteremo se lui combatte contro l’Islam».

Omar Al-Bakri, ecco un nome conosciuto. E’ un tizio che ha vissuto a Londra per vent’anni, il cui nome completo è Omar Bakri Fostock (Fostock?!), e vi ha esercitato con successo il mestiere di «estremista militante». Ha fondato ben due gruppi islamisti in Inghilterra, Hizb ut-Tahrir e poi, tutta sua, un’organizzazione chiamata Al-Muhajiroun. Pericolosissima. Tanto che Omar Bakri, detto dai giornali «l’ayatollah di Tottenham», è spesso apparso in TV, nei talk-show, in veste di terrorista islamico «strettamente legato ad Al Qaeda».

Nel dicembre 2004 proclamò che i musulmani avrebbero inflitto all’Occidente «un undici settembre al giorno, ogni giorno»; nel 1998, quando al Qaeda fece saltare l’ambasciata USA in Kenia, fu Al Bakri Fostock (Fostock?!) a diffondere il proclama di rivendicazione di Al Qaeda. Da Londra.

E tuttavia, non è mai stato arrestato dalle autorità britanniche. Nemmeno dopo il sanguinosissimo attentato alla metropolitana di Londra, e benchè il Times avesse scritto che «una dozzina di membri» del suo Al-Muhajiroun «hanno preso parte all’esplosione suicida o sono diventati  fiancheggiatori di Al Qaeda».

Niente, nemmeno un fermo per interrogarlo. Qualche mese dopo se ne andò via di sua spontanea volontà, e solo quando arrivò in Libano il ministero dell’Interno britannico gli fece sapere che non era gradito il suo ritorno.

Ma come ci si può privare di un così raro terrorista «vicino ad al Qaeda» sempre pronto a parlare ai giornalisti?

Ancora il 27 luglio 2007 la BBC l’ha voluto ospite nel programma Newsnigt: Bakri partecipò al talk show in diretta dal Libano; in studio a Londra c’era Benazir Bhutto (la poveretta), e da Los Angeles Reza Aslan, un docente della California di origine iraniana. Eppure Omar Bakri ha persino creato campi di addestramento per terroristi in Inghilterra. La prova?

Il giornalista Jon Ronson, che con Bakri ha scritto un libro a quattro mani, nel 1997  ebbe la possibilità di entrare in uno di questi campi, e ci fece un documentario TV.  Dato il clima inglese, non era un campo, ma una palestra piena di attrezzi da ginnastica, con una trentina di futuri terroristi islamici intenti a cazzottare punch-bags da boxe, a faticare su cyclettes e tapis roulant, mentre guardavano video non-stop che incitavano a morire per l’Islam.

«Dovete difendervi militarmente, un giorno la Gran Bretagna sarà governata dalla vera fede», arringava Bakri. Fermato? Interrogato? Non sia mai. Eppure Bakri sapeva molto, e in anticipo, dell’11 settembre.

Nell’estate del 1998 annunciò di aver ricevuto dall’Afghanistan un fax direttamente da bin Laden. Cosa c’è di strano?

«Io sono la bocca, gli occhi e le orecchie di Osama bin Laden», proclamò Bakri. E in qualità di bocca, si affrettò a diramare alla stampa il testo del fax, che indicava quattro obbiettivi specifici delle future azioni di Al Qaeda.

Queste: «Buttate giù le loro compagnie aeree. Impedite il passaggio alle loro navi. Occupate le loro ambasciate. Fate chiudere le loro aziende e le loro banche». Commentò il Los angeles Times, (14 ottobre 2001): «Bin Laden non è stato reticente riguardo ai suoi piani».

Un agente dell’FBI di nome Ken William assicurò poi che certi ragazzi, membri di Al-Muharijoun, stavano addestrandosi in scuole di volo in Arizona (la pista, a quanto pare, morì subito). E poco prima del fatale 11 settembre 2001, Bakri assicurò i media che stava reclutando «kamikaze pronti a morire per la Palestina».

Pensate che dopo il mega-attentato Bakri sia stato arrestato? Mai più.

In seguito, Bakri spiegò la sua strana immunità con un «patto» (covenant) da lui allacciato con le autorità britanniche, secondo cui mentre gli era consentito «incoraggiare il terrore all’estero, gli vietava di compiere attentati in Gran Bretagna».

Jon Ronson ha scritto con lui un libro di successo, dicevamo: «Them - Adventures with Extremists». Il giornalista è diventato un vero amico del terrorista. Tanto che riferisce una sua frase, pronunciata in una sera di sconforto: «Oh Jon, ho bisogno di te più che mai adesso. Tu lo sai che sono innocuo, vero? Sai che sono solo un pagliaccio. Sai, vero, che sono ridicolo? Perchè nessuno mi crede quando dico che sono solo un clown innocuo?» (2). E’ duro fare il terrorista mediatico. Finisce che a Tottenham, i vicini di casa ti tolgono il saluto.

Insomma: se Bakri è la bocca di bin Laden, allora il Mago Otelma è il portavoce degli Illuminati di Baviera. Evidentemente è un agente pagato dallo spionaggio occidentale per fare il provocatore e magari controllare la gioventù islamica estremista di Londra sparandole grosse (dal suo esilio libanese, Bakri ha effettivamente reclamato dal governo 250 mila sterline in arretrati). Eppure, quando pre-annuncia un messaggio di Bin Laden, i giornali ancora gli credono.

Provo a spulciare altre fonti, alla ricerca di qualche conferma del nuovo 11 settembre paventato dal Corriere. Il Telegraph britannico, finalmente: «Secondo un rappporto d’intelligence del governo, segreto ma di cui abbiamo notizia, cellule clandestine di Al-Qaeda con base a Londra, Birmingham e Luton stanno progettando attentati con eccidi di massa in Gran Bretagna».

In Gran Bretagna? Il Corriere dice «in America». E l’effetto non sarebbe lo stesso, un attentato in Inghilterra non metterebbe alla prova la stoffa di Obama.

Provo con Debka File, sempre il primo a rivelare le malvagità di Al Qaeda. E infatti: «Deba File è in grado di rivelare il piano di Al Qaeda per mettere alla prova la stoffa ecc., ecc., aprendo un terzo fronte della guerra anti-USA nel Corno d’Africa».

Ma come sarebbe? No, non posso immaginare. Non posso immaginare il neo-presidente USA dichiarare alla nazione: «Stante l’orribile attentato che Al Qaeda ha scatenato contro di noi nel Corno d’Africa, è necessario dichiarare il ripudio del debito estero americano, l’emissione del New Dollar che varrà il 10% del ex-dollaro, e instauro lo Stato di corte marziale in USA. Così vedete di che stoffa sono fatto».

No, no. Questi non si sono messi nemmeno d’accordo per disinformare in modo convergente. Si vede proprio che Rita Katz non lavora più. Non ci resta che aspettare il vero e autentico messaggio di bin Laden, l’unico che può chiarire le cose.

Per adesso, le sole notizie concrete sono due. Tzipi Livni ha intimato al presidente eletto in USA di non parlare con Teheran (ne aveva vagamente espresso l’intenzione). E ad Obama è stato messo a fianco come capo di gabinetto - la persona che tiene l’agenda del presidente, gli fissa gli appuntamenti, filtra chi deve e non deve incontrare - Rahm Emanuel, cittadino israeliano, che nel 1991 partecipò alla guerra del Golfo (la prima, di Bush padre) andando in Iraele a fare il militare, figlio di un terrorista talmudico dell’Irgun.

Il cui padre, Beniamin Emanuel, è ancora vivo e vegeto. Ai giornalisti che gli hanno chiesto se secondo lui il figlio saprà inclinare il negro a favore d’Israele, ha risposto:  «Certo che influenzerà il presidente in senso filo-israeliano. Cosa credete che faccia lì? Che lavi i pavimenti della Casa Bianca? Mica è un arabo» (3).

E poi tutti si scandalizzano perchè Berlusconi ha detto di Obama che è «abbronzato»; e poi il Papa ha di nuovo invitato a vigilare sull’antisemitismo.

Proclamare che gli arabi sono buoni solo a lavare pavimenti è un pochino antisemita, o no? Ma è antisemitismo buono, è quello del Katz. 



1) Frank Gardner, «Al Qaeda ‘mild’ message to Obama», 8 novembre 2008. «The 22-minute audiotape was posted on several jihadist internet websites and includes an audio message from Abu Umar al-Baghdadi, the pseudonym adopted by the leader of the Islamic State of Iraq, al-Qaeda's affiliate in Iraq. The US military said on Friday that al-Baghdadi was "an actor who provided a voice for al-Qaeda's propaganda". The statement issued in his name calls on the incoming US administration and allied Western leaders to embrace Islam, withdraw troops from Iraq and Afghanistan, and release Muslim prisoners from there and from Guaamo Bay in Cuba. Compared to previous statements issued by the group this one is relatively mild, imploring America to return to what it calls "impartiality" and even offering not to disrupt Western oil supplies if its conditions are met. "We promise that we will not stop the trading of oil or other commodities with you, provided that justice is achieved," the audio message said».
2) Vedere alla voce «Omar Bakri» su Wikipedia, nonchè la voce «Bakri» su History Common.
3) «Obama’s choice draws anti-Arab taunt», Presstv, 8 novembre 2008. «In strikingly racist remarks, the father of Rahm Emanuel has said Israel will benefit from Obama's choice of White House chief of staff. "Obviously he will influence the president to be pro-Israel. Why wouldn't he be? What is he, an Arab? He's not going to clean the floors of the White House," Benjamin Emanuel, father of Rahm Emanuel, told the Israeli Ma'ariv daily. In a Thursday statement, US president-elect Barack Obama announced that Rahm Emanuel had accepted his offer to serve as the next White House chief of staff, the highest-ranking member of the Executive Office of the President of the United States. News of Benjamin Emanuel's comments came as Israeli newspapers rejoiced over Obama's choice of the Illinois Congressman to become 'the second-most powerful man in Washington'». Praticamente è il Mossad a fissare l’agenda del presidente Obama. Che stoffa!


 

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