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Si comincia a depenalizzare il porco-trans
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Lo so, è antipatico cominiciare con «ve l’avevo detto». Però ve l’avevo detto. Solo pochi giorni fa, a proposito del trans-governatore del Lazio avvertito amichevolmente da Berlusconi, avevo scritto:

«La ferrea solidarietà tra porconi viziosi prelude a una nuova fase della pornocrazia trasversale che ci governa: la fase repressiva. Si intuisce che ben presto, a larghissima maggioranza, le Camere deformeranno ancora un altro po’ le istituzioni, varando una legge intesa a coprire quel che fanno i politici nei loro bordelli bisex o transex. Saranno fulminati da pene estreme i «ricattatori», sarà dichiarato solennemente il diritto alla privacy del maiale pubblico. Non sapremo più niente».

A fare il primo passo è il cosiddetto sociologo lotta-continua Luigi Manconi, compagno di Bianca Berlinguer (della Casta insomma). Su l’Unità, pubblica un commento significativo già dal titolo: Quell’idea sbagliata del «Male». Ovviamente, «Male» è tra virgolette (1).

Il Manconi in Berlinguer «riflette» sul caso Marrazzo, ma anche sul caso «del senatore Emilio Colombo», impunito cocainomane 83enne.

porconi.jpgEcco come riflette il Manconi: «Il primo tema è quello del cosiddetto Male. Qui si considerano male tutti quei comportamenti che violano le nostre convenzioni e convinzioni morali. Acquistare stupefacenti illegali, accoppiarsi con partner diversi da quelli con cui si vive, fare sesso con prostitute e prostituti, sottrarre denaro pubblico, ricevere tangenti private: sono alcuni degli atti che, in genere considerati riprovevoli, diventano motivo di grave scandalo se adottati da titolari di ruoli istituzionali».

Ma, «si tratta di comportanenti diffusi nella società», s’affretta ad aggiungere il Manconi: «Quando simili atti diventano fenomeni collettivi, il giudizio può esprimersi come riprovazione assoluta, ma non è esaustivo. Vanno indagate le radici sociali di quel fenomeno, vanno poste in essere strategie di contenimento e riduzione del danno; e vanno adottate politiche di depenalizzazione».

Così, finalmente, la parola è pronunciata: depenalizzazione. Depenalizzare i politici maiali. Per ottenere questo risultato, Manconi-Berlinguer è disposto persino ad assolvere il Nemico assoluto delle sinistre: Berlusconi.

«Sul piano delle scelte private, un amplesso con una trans a via Gradoli o con una escort a palazzoGrazioli, evidentemente si equivalgono. La lotta politica deve evitare di ricorrere a quegli amplessi come ad altrettanti corpi contundenti e mercenari contro il Nemico».

Il messaggio alla «destra» non può essere più chiaro: copriamo le nostre reciproche porcate. Scrive infatti Manconi: «Si dovrebbe porre un punto fermo, sottoscrivere una moratoria». Non denunciamoci a vicenda quando andiamo a trans o a puttane. Salviamo «Chiappe d’Oro», ossia il politico frequentatore di trans per ora anonimo, ma in cui si sono riconosciuti decine di parlamentari di «destra» e di «sinistra», nonchè noti e influenti giornalisti televisivi: in questi giorni fremiti di terrore percorrono il Parlamento, tutti temono di essere stati fotografati sul viale dei travestiti. 

Facciamo una moratoria. Depenalizziamo il porcaio, tutti d’accordo, per legge.

Ma Manconi non si ferma qui. Non gli basta deformare le istituzioni perchè il porco, il trans, e il porco che va col trans, sia impunibile e non debba dimettersi. Lui vuol deformare anche la mentalità popolare, in modo che smetta di condannare quegli atti, di ritenerli scandalosi.

Eccolo infatti a dire: «Due adulti consenzienti che lo fanno strano possono rappresentare un problema, se lo rappresentano, per i loro familiari. Ma perchè mai per i cittadini, gli appartenenti al loro partito, gli elettori?».

Già: perchè s’impicciano dei fatti nostri privati, questi str. di cittadini ed elettori? Il motivo, si degna di spiegarci il sociologo-lottacontinua, è che «quei comportamenti vengono considerati il Male, e non libere opzioni».

«Io dico che quegli atti non sono il Male», sancisce Manconi.

Deve bastarci: Manconi è illuminato, e coloro che considerano le perversioni il Male sono oscurantisti arretrati, probabilmente ancora influenzati dal cattolicesimo, e per di più ipocriti. Il torto degli oscurantisti è chiamare «Male» comportamenti «che violano le nostre convenzioni morali».

E’ per convenzione che riproviamo Emilio Colombo cocainomane. E’ per convenzione che ci fanno schifo quelli che «vanno con prostitute e prostituti». E attenzione: è per convenzione se giudichiamo male «Sottrarre denaro pubblico e ricevere tangenti».

La gente ha bisogno di essere rieducata dagli illuminati progressisti compagni di Bianca Belinguer.  Deve essere addestrata ad accettare Marrazzo che va coi trans, come tutte le altre malversazioni, concussioni, mazzette dei politici. Facciamola finita con questo moralismo d’altri tempi: mazzette e finocchi «sono fenomeni sociali diffusi nella società contemporanea», vanno (come avrebbe detto Marx) nella ineluttabile direzione della Storia. Sono inarrestabili, e perciò vanno depenalizzati. Salviamo il soldato Chiappe d’Oro. E tutti gli Stipendi d’Oro,e  le Tangenti d’Oro.

Non sto esagerando. La direttrice dell’Unità Conchita de Gregorio, che tiene la rassegna stampa su RaiTre, riporta il caso di Gasparri: uno dei tanti nomi sussurrati come il vero Chiappe d’Oro. Gasparri il senatore, ha già annunciato che «denuncerà chi scriverà una parola fuori posto». Su cosa?

Su quel che gli è capitato nel lontano 1996: invitato a cena al prestigioso Circolo del Polo,  non riuscì a trovare l’indirizzo giusto e finì in zona Acqua Acetosa, piena di trans in esposizione; andò su e giù in auto perchè «in quella via piena di circoli sportivi non riusciva a trovare il circolo del Polo». I carabinieri lo fermarono, poi la cosa fu chiarita.

In altri tempi, la Conchita chissà cos’avrebbe sparato. Invece il suo commento è stato: «La spiegazione di Gasparri è legittima. Anche Sircana aveva perso la strada». Senza ridere nemmeno.

Silvio Sircana, portavoce del presidente del consiglio Romano Prodi, come noto fu fotografato  mentre chiedeva indicazioni stradali ad un viado in macchina. Perchè anche lui non trovava l’indirizzo giusto.

La Conchita si affretta a comparare le due vicende come un problema di Tom Tom. Si vede che è cominciata la moratoria invocata da Manconi: ora, noi cittadini dobbiamo attenderci anche la moratoria bipartisan sui furti di denaro pubblico, cioè di noi contribuenti.

Se poi, contribuenti, avete visto «Annozero», di Santoro che voi pagate, avrete capito quanto vasta e ambiziosa sia la depenalizzazione in corso. Marrazzo, dai suoi viados, voleva solo coccole, assicurano le mostruose trans brasileire, psicopatiche e criminali di colpo promosse a mammine generose, e a bocche della verità. Sono innocenti, le trans: sono «vulnerabili» a causa della legge anti-immigrazione, ha detto una annosa trans invitata per la bisogna.

Marrazzo è innocente, anzi un esempio per noi tutti, perchè lui si è dimesso. Colpevoli solo i poliziotti che s’impicciano di affari privati dei politici e dei viados, così vulnerabili. Ma soprattutto, il vero colpevole della faccenda è Berlusconi, che ha avvertito Marrazzo dell’esistenza del video, ma in ritardo, come ha comprovato Travaglio. E i giornali berlusconiani, che non hanno pubblicato il video, però l’hanno visionato, per essendo un corpo di reato - come ha insistito Santoro.

Come vedete, è esattamente quel che voleva Manconi: il Male non esiste, è una convenzione. Voi oscurantisti chiamate Male l’andare coi viados spendendo cinquemila euro di denaro pubblico (abbastanza da pagare una borsa di studio a un promettente ricercatore universitario), Santoro chiama Male visionare il video. Tutto è relativo. Facciamo una moratoria e non se ne parli più.

Fatto notevole, l’invito viene accolto da «Libero». Un articolo di Pierluigi Diaco comincia con l’umanizzare, e dunque riabilitare i travestiti. Dà la parola a «Maurizia, 42 anni», transessuale italiana (da distinguere dai brasileiros con le tette al plastico): «Noi non siamo solo un corpo, siamo diventate delle psicologhe, delle curatrice dell’animo umano, delle redentrici per chi soffre della brama di potere» (2).

Chi ha il potere ha bisogno di spendere 5 mila euro col viados. E’ una terapia. Presto, la spesa sarà coperta dal servizio sanitario nazionale.

Pierluigi Diaco cita poi «il giovane filosofo Tommaso Fagioli» (e chi è? ) che filosofeggia in questo modo: «Una donna non potrà mai competere con un trans poiché egli/ella è l’esasperazione dei suoi tratti, la sua elevazione di potenza. Sempre disponibile, insaziabile, esperta, attivo-passiva, a suo modo fedele, sensibile, comprensiva, paziente ascoltatrice e fine psicologa. Madre, santa e puttana, il trans è un uomo che racconta ad un uomo come deve essere un donna, incarnandosi nella più audace figura del suo immaginario».

Capito? E’ colpa di voi, signore. Non potete competere. Gli uomini sanno fare tutto meglio di voi, anche le puttane. Con tanti saluti alle conquiste del femminismo.

Post Scriptum: ricevo due lettere:

«Reduce da Annozero di ieri sera e dal bombardamento mediatico cui siamo sottoposti in questi giorni sui fatti che riguardano il signor Marrazzo ho fatto alcune considerazioni che vorrei sottoporle, sperando di non disturbarla.

Il signor Marrazzo, succube del suo vizietto, viene beccato con un trans, a casa dello stesso. E’ del tutto evidente che è stato incastrato: se è vero che già nel 2005 egli scampò per un pelo ad un “trappolino” che qualcuno stava montando a suo danno, e sempre per il tramite di un trans, non penso che possa essere un’illazione supporre che, stavolta, il “trappolino” sia scattato secondo i piani.

Le uniche vittime autentiche di questo can-can mediatico sono le figlie di Marrazzo: non oso pensare a quali cattiverie potrebbero trovarsi a subire a scuola, quelle povere bimbe, essendo nota la cattiveria di cui sono capaci i bambini. Che il continuare a rimestare il guano in TV a qualsiasi ora del giorno e della notte sul loro papà non faccia altro che peggiorare la situazione per quelle bambine, non pare interessare a nessuno meno che mai ai giornalai, specie quelli di sinistra che, più degli altri, nella foga di voler dimostare che, loro sì, non sono schiavi di nessun padrone e non hanno ordini di scuderia, non fanno che parlarne. Lo scopo, ovviamente, è quello di parlar male del Salame. Lui è il (costante) obiettivo. Che per colpirlo si metta a repentaglio il (residuo, sempre che esista ancora) benessere di due bambine, a loro non frega assolutamente niente: c’è il Salame da colpire, perciò avanti tutta.

Marrazzo è comunque diverso: perché sotto sotto si inizia a dire che, lui, dai trans non ci andava per fare sesso. E’ di sinistra, lui, mica si sollazza con bassezze becere come un rapporto sessuale. No: lui ci andava per “scambiare tenerezze”. Diamine, non capite la differenza? Il Salame, quel becero ignorante, scopa. E scopa delle donne! Proprio delle donne di sesso femminile, il fesso. Marrazzo, lui, invece, no: che diamine, lui fa parte dell’umanità evoluta: paga 5.000 euri per qualche tenerezza con un transessuale.

Perciò: il Salame, quel porco ignorante, scopa delle donne. Marrazzo, un debole in crisi di affettività, va a trans per farsi coccolare.

Due cose, infine, che vengono accuratamente evitate nel can-can mediatico dei moralisti amorali: la casa del blitz è la stessa ove fu tenuto prigioniero Moro, nella famosa via Gradoli. Possibile che tutti questi abilissimi giornalisti d’assalto, maestri del giornalismo d’indagine, non abbiano collegato Via Gradoli con Moro? E non si siano chiesti, magari: ma di chi è la casa di Natali il trans? Visto che gli stessi giornalisti d’assalto dicevano, riguardo al caso Moro, che quel palazzo e/o quello di fronte erano dei servizi...

La seconda: ma perché nessuno di questi Travagli si chiede dove diamine li prendeva tutti quei soldi Marrazzo? E perché non se lo chiedono i Magistrati?

La saluto e la ringrazio.

Federico B.»


«Direttore,

dalla lettura dei giornali, vengo a sapere che, da tempo molti giornalisti sono a conoscenza di altri politici e vippucoli vari oltre al povero Marrazzo che frequentavano e frequentano trans.

Ora, dal mio punto di vista, il popolo ha tutto il diritto di conoscere quali  suoi rappresentanti abbiano tali frequentazioni, ed essere libero di non votare certi elementi.

Frequentare transessuali non è cosa privata perché nasconde una deviazione psichiatrica che oltre all’ambito puramente sessuale può ripercuotersi anche nella vita pubblica e nelle scelte politiche.

Inoltre, e credo di rappresentare molti suoi lettori in questo, non voglio in parlamento cripto-omosessuali e cripto-frequentatori di trans, perchè non voglio una lobby omosessuale che agisca nel legiferare a favore di certa ideologia antinaturale, e lo faccia nell’ombra, voglio sapere prima del voto chi non è ‘normale’, perché non voglio trovarmi a votare chi pubblicamente si dice contrario ai matrimoni gay e poi invece da rappresentate occulto di quella sponda non potrebbe fare altro che promuoverne l’approvazione.

Si presentino come tali al giudizio del popolo e chiedano il voto in nome degli pseudo-valori omosessuali e trans.

Queste motivazioni mi spingono a chiederLe, se anche Lei ne è a conoscenza e, previo accertamento della veridicità, la pubblicazione dei nomi dei politici filo-trans.

 Cordialmente,

 Giovanni T.»



Cari lettori, siete arrivati in ritardo. Il cosiddetto Male è una convenzione. Il limite è stato spostato un po’ più in là. Siate meno convenzionali.




1) Luigi Manconi, «Quell’idea sbagliata del ‘Male’», Unità, 30 ottobre 2009. Dalla  biografia di Manconi su Wikipedia: «Negli anni Ottanta ha fondato e diretto, con Massimo Cacciari e Rossana Rossanda, la rivista ‘Antigone’. E’ stato direttore di Ombre Rosse (con Goffredo Fofi) e poi editorialista e commentatore delle più importanti testate italiane, come Il Messaggero, Il Corriere della Sera, La Stampa e La Repubblica; attualmente collabora a Il Sole 24 Ore e a l’Unità. Nel 1991 il suo rapporto di collaborazione con la RAI viene bruscamente interrotto e Manconi viene licenziato a seguito di un editoriale assai critico nei confronti dell’allora ministro del Bilancio, Paolo Cirino Pomicino, (senza fonte) nel corso della trasmissione sportiva di RaiTre Girone all’italiana, condotta da Andrea Barbato.  Negli anni Novanta è stato consulente della trasmissione di RAI 3 Milano, Italia, ideata e condotta da Gad Lerner. Nel 1994, da indipendente, viene eletto senatore nelle liste dei Verdi (...). Nel 2005 si è iscritto ai Democratici di Sinistra, per i quali è stato responsabile del dipartimento nazionale Diritti Civili e sottosegretario di Stato alla Giustizia, nel secondo governo Prodi, dal 2006 al 2008. È stato il primo Garante dei diritti delle persone private della libertà presso l’amministrazione comunale di Roma. Dal 2008 dirige il sito innocentievasioni.net ‘Sempre ai piani alti della Casta, Manconi può collaborare oggi insieme al giornale della Confindustria e a quello dei comunisti:  esempio di progressista transversale.
Povere vittime di Tangentopoli: per loro, i comunisti non concessero alcuna moratoria. Erano in anticipo sui tempi.
2) Maurizia continua: « ‘Non si può parlare di chi va coi trans’ in maniera troppo leggera, il moralismo di chi condanna con disgusto non coglie minimamente nel segno. I transessuali sono una realtà varia, viva e complessa. Soprattutto quelli che non battono per le strade di tutto il Paese, ma che rallegrano le atmosfere dei locali e degli appartamenti. E poi voglio denunciare un fenomeno: molti di questi uomini quando vanno con noi trans portano con sé le loro mogli e alcune di loro partecipano ai nostri giochi, altre si limitano a guardare».


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