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Ciao Darwin
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Un lettore scrive a Blondet:

«Per quanti anni possano essere trascorsi, come arrivare da organismi unicellulari a delle persone intelligenti? Ad un certo punto – durante questa presunta evoluzione - era il momento per i primi umanoidi, però c’era un problema, gli umanoidi dovevano essere di sesso diverso altrimenti come facevano a riprodursi? Logica vorrebbe che in un contesto evolutivo i primi avrebbero dovuto essere autosufficienti e cioè autofecondarsi (adesso mi sfugge il termine esatto). I nostri antenati che ogni tanto ritrovano, secondo me, potrebbero esserlo effettivamente, questi sì con l’evolversi dell’intelligenza  possono essersi evoluti per arrivare all’aspetto attuale, però dire che discendiamo dai primi rettili che sono usciti dall’acqua!!! Gazie per l’attenzione.

R.Z.
»

Discendenti dai primi rettili? Di più: i darwinisti affermano che discendiamo tutti (anche i rettili) dai minerali inorganici, che si sarebbero auto-organizzati.

Ora, il procedimento per cui si formano, da elementi inorganici semplici (idrogeno, ossigeno, fosforo, Co2, eccetera) le prime sostanze organiche – gli amidi, da cui per ulteriori sintesi si formano tutti i componenti viventi, animali compresi – è la fotosintesi clorofilliana.

La clorofilla delle foglie, a contatto con l’anidride carbonica atmosferica, in presenza di acqua cellulare (contenuta nelle foglie) e grazie all’illuminazione solare che fornisce energia, «fissa» il Co2 e libera l’ossigeno dell’acqua (H20) che viene decomposta.

L’idrogeno rimanente viene trasportato su dei corpi organici esistenti nelle cellule delle piante, che contengono acidi organici fosforizzati molto complessi; essi fissano il Co2 e l’idrogeno e per successive ossido-riduzioni, separano l’acido fosforico e formano gli amidi.

Ma questi amidi non sono solubili in acqua; sicchè la foglia li trasforma in glucosio solubile attraverso particolari enzimi, e viene poi trasportato nei canalicoli e nervature, alle radici, semi e tuberi (come riserva). Qui si trasformano di nuovo in amidi insolubili; ma pronti ad essere trasformati enzimaticamente in zuccheri solubili, come materiale nutritizio, quando la pianta ne ha bisogno.

I minerali e i sali del terreno, infatti, non possono essere mangiati e digeriti da animali; solo questo complicatissimo e raffinatissimo processo clorofilliano fornisce la loro trasformazione in nutrimento per tutti gli altri viventi.

Il fatto è che le piante verdi sono già dei viventi essi stessi (DNA, eccetera): come hanno fatto a nascere «prima» che i minerali diventassero nutrimento? Discendenti dai primi rettili?

Maurizio Blondet


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