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Il Segreto sul «katechon» e la triplice alienazione
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Una volta individuato nel linguaggio corrente il senso del termine «alienazione» come quello che meglio descrive la costante della storia umana, dall’alienante ribellione originale alle rivoluzioni moderne, possiamo usarlo per svelare intricata questione del «katechon tolto di mezzo».
Infatti, proprio il termine adoperato dalle idee rivoluzionarie contro il pensiero religioso aiuta a decifrare l’intero corso storico della rivoluzione umana, cresciuta e moltiplicatasi nel senso dell’inevitabile rivoluzione
terminale dell’Anticristo.
«Alienazione» sarà qui il canone allora per valutare l’intera storia condizionata da tre decisive alienazioni in rapporto alla Parola di Dio: quella originale, quella del popolo eletto e quella «cristiana» alla fine dei tempi.

Ecco l’ora degli infedeli!

Per superare la prima, originale, del Peccato di alienazione della Sua Parola, Dio ha formato un Suo popolo per preparare la venuta del Messia redentore. Ma il Verbo divino incarnato fu rifiutato dai giudei, che alienarono la propria elezione a favore dell’idea di un regno terreno.
Per superare questa seconda grande alienazione storica, Dio ha inviato il Suo Spirito a formare la Sua Chiesa per frenare la scalata continua intenta a devastare l’opera del Verbo.
Qui è essenziale approfondire la natura di questa triplice alienazione che condiziona l’intera storia umana.
Si può farlo ricordando la visione storica di Gioacchino da Fiore che, comunque erronea, racchiude un’intuizione che la rende attraente a molti fedeli.
Si tratta della triplice divisione dei tempi storici in tempo del Padre, dell’Antico Testamento, tempo del Figlio, del Nuovo Testamento, e tempo dello Spirito Santo, che sarebbe quello dello «spiritualismo», di un amore carismatico nell’età post-medievale.
Ciò è condannato dalla Chiesa poiché ogni tempo storico appartiene a Dio Uno e Trino.
Eppure, la chiara divisione si trova nelle Scritture.
Nelle sue stesse linee è scritta la storia sia dell’ordine terreno che del disordine mondiale, sia della salute delle anime, che della loro perdizione in eterno.
E qui la nozione di alienazione applicata al rapporto umano riguardo al Verbo di Dio ci aiuta a capire i tre tempi storici nell’ordine teologico, che ripetiamo: il primo dell’ alienazione della Parola originale, il peccato da redimere con la venuta del Messia, nato dal popolo preparato da Dio per riceverLo.
Il secondo dell’alienazione del Verbo incarnato da parte dei giudei, a favore dell’idea di un messianismo terreno.
Il terzo, della Chiesa di Dio, rappresentante del Verbo uno e unico, la cui autorità sarà «levata di mezzo»; alienata nel tempo della sua passione finale.

E’ l’ora della grande apostasia

Si tratta del tempo dell’uomo del peccato che elimina il «katechon» di cui parla San Paolo.
Sentiamolo.
Siamo alla IIª Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi.
«Vi preghiamo, poi, o fratelli, quanto alla venuta del Signor nostro Gesù Cristo ed alla nostra riunione con Lui, a non lasciarvi smuovere così facilmente dai vostri sentimenti, né conturbare, né da pretese rivelazioni, né da parole, né da lettere, spacciate per nostre, come se il giorno del Signore fosse imminente. Che nessuno v’inganni in alcun modo!
Bisogna che prima venga l’alienazione e che si manifesti l’uomo d’iniquità, il figlio della perdizione, l’avversario, che s’innalza al di sopra di quanto è chiamato Dio, o è oggetto di venera¬zione, fino ad assidersi nel Tempio di Dio, proclamando di essere Dio egli stesso.
Non vi ricordate che, quando ero tra voi, vi dicevo tali cose?
Ed ora voi conoscete l’ostacolo [katechon], che gli impedisce di manifestarsi a suo tempo.
Poiché il mistero dell’iniquità già si va segretamente introducendo; solamente ora vi è chi lo trattiene, finché sia tolto di mezzo.
E allora sarà manifestato l’iniquo, che il Signore Gesù distruggerà col soffio della sua bocca, ed annienterà con lo splendore della sua venuta; l’iniquo, la cui venuta per operazione di Satana sarà accompagnata da ogni genere di portenti e prodigi e prestigi menzogneri, e di ogni sorta di seduzioni della perversità, per coloro che si perdono per non avere accolto l’amore della verità, che li avrebbe salvati.
E perciò Dio manda loro degli errori seducenti sì che credano alla menzogna; onde siano condannati quanti non hanno creduto alla verità, e si sono invece compiaciuti nella iniquità.
Quanto a noi, sentiamo il dovere di ringraziare di continuo Iddio per voi, o fratelli, prediletti del Signore, perché Dio fin dal principio vi ha scelti per salvarvi mediante la santificazione dello Spirito e la fede della verità.
Sì, a questo vi ha chiamati per mezzo della nostra predicazione del Vangelo, all’acquisto della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
Dunque, o fratelli, state saldi, e rimanete fedeli nelle verità tradizionali nelle quali foste ammaestrati e a viva voce e per lettera.
E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, il nostro Padre, che ci ha amati, e per grazia sua ci ha dato una eterna consolazione e una buona speranza, consoli i vostri cuori e vi raffermi in ogni opera buona ed in ogni buona Parola
».

L’ora la terza grande alienazione: dell’autorità cattolica

Se per superare la prima grande alienazione storica Dio inviò il Suo Verbo e per superare la seconda il Verbo inviò il Suo Spirito a formare la Chiesa per frenare la ribellione umana alla Sua Parola, ora la terza grande alienazione sarà quella dell’autorità stessa della Chiesa, il cui potere spirituale regge quello naturale, infuso in ogni popolo di ogni tempo.
E’ la legge suscitata nell’animo degli uomini e gestita da entità civili e religiose centrate sull’ordine naturale dell’uomo fatto di corpo e di anima. Perciò il katechon delle Scritture assume dimensione universale e può essere identificabile tanto nell’Impero Romano quanto nella Chiesa e nel suo Pontefice.
Si tratta della missione d’impedire l’avanzata del disordine e dell’iniquità che aliena la vita degli uomini, famiglie e nazioni dal senso del sacro a quello del disordine mondano, conseguente all’alienazione originale.

La libertà aliena alla verità è matrice di disordine


La libertà umana comporta la scelta tra l’adesione al disegno divino di bene e la pretesa letale di ergere un nuovo ordine del mondo per un utopico cambio nella vita dell’umanità.
Il risultato si è visto nelle guerre e rivoluzioni moderne.
Dato che il governo degli uomini si opera con la ragione, esso dipende dalla Parola divina quanto ai princìpi del retto pensare e del retto agire.
In ciò risiede il principio dell’autorità, per cui la fedeltà come l’alienazione da essa si presenta nel campo della vita sociale e personale, e così nella politica, nelle scienze, nel campo della conoscenza e racchiudendo tutto nella vera religione.
Per essa non ci può essere vera libertà, unità, pietà e amore verso Dio e gli uomini che sia aliena alla Verità, una e unica, rivelata da Dio: il Logos presente anche nella legge naturale.
Quindi la semplice idea di un diritto alla libertà di religione, di alienare il Verbo ponendo qualsiasi altro valore al disopra della Sua Verità è fatalmente alienante.
E qui si dovrebbe ricordare il protevangelo di San Giovanni.

I segni evangelici della grande alienazione «cristiana»

Primo segno dato da Gesù stesso; la grande alienazione dall’autorità di Dio e dei suoi veri rappresentanti in terra (Matteo 24,11,13), che è l’apostasia generale, una ribellione terminale contro la legge naturale e divina.
Secondo segno: la venuta dell’Anticristo, l’uomo dell’iniquità, tanto iniquo da essere quasi la personificazione della perdizione a cui trascinerà le anime.
Perciò San Paolo lo nomina avversario di Dio e strumento di Satana.
Si noti bene che il potere dell’avversario Anticristo diviene reale solo dopo la grande apostasia.
In altre parole, in conseguenza dell’alienazione finale dal principio  dell’ordine umano, che è nalla fede.
Poiché l’ordine è il bene più alto per le società e fine d’ogni giusto ordinamento sociale, è chiaro che le manifestazioni del Logos in terra mirano a sostenere i popoli nella difesa di questo principio sacro, così come quelle dell’avversario a sovvertirlo con nomi ingannevoli come sia progresso, evoluzione, liberalismo, ecc.
La guida dell’ordine fondato sui princìpi della Legge doveva rimanere affidata ai profeti di Dio, impersonati nei tempi cristiani dai Pontefici.
Altrimenti, la loro eliminazione, il «pastore colpito» (Matteo 26, 31; Marco 14, 27), l’«ostacolo tolto di mezzo» (2 Tessalonicesi) potrebbe significare l’alienazione umana a cui segue la desolante ritirata del potere del pastore, rappresentante di Dio stesso.

E’ in atto un piano sinarchico per mutare la Chiesa

La genesi oscura del potere che proviene e induce all’alienazione dalla Parola divina ha nelle Sacre Scritture il nome di «mistero d’iniquità».
Per precisare i dati di tale piano vediamo Epiphanius nel suo grande lavoro: «Massoneria e Sette Segrete: la Faccia occulta della Storia» (pagine 7-9).
«E’ difficile negare l’esistenza di un’azione secolare che, vuotati gli spiriti dalla filosofia scolastica, li ha aggrediti con dosi dapprima omeopatiche di dottrine gnostiche; l’introduzione del dubbio metodico sotto la copertura dello scientismo, il disprezzo della retta ragione spinto fino al rifiuto del reale, il rinnegamento delle autorità naturali, la ‘nulla potestas nisi a Deo’ avvicendata da un potere che trae la sua legittimazione dal basso, un potere infero: un modo essenzialmente luciferiano di procedere, fondato sulla menzogna e il compromesso. Tentare una spiegazione del mondo odierno col ricorso a facili determinismi di leggi fisiche, princìpi economici o sociologici, è superficialità che non può soddisfare chi voglia ricercare secondo verità: occorre rivolgersi in altra direzione, spingere le ricerche ben più in profondità partendo dalla realtà dell’uomo: essere libero di aderire al Bene o al male e per ciò stesso in grado di organizzarsi nella pratica dei medesimi. E come la Legge perfetta del Vangelo sorresse l’uomo per lunghi secoli illuminandogli la via e sostenendolo in quella speranza di eternità che egli concretizzò edificando la grande civiltà cristiana - la città terrena sorta il più possibile a immagine di quella di Dio - così non possiamo rinunciare, per simmetria, a tentare di individuare una rottura, un guasto nella storia dell’uomo, che ha permesso al male di organizzarsi con un deposito dottrinale, un piano di dominazione dell’uomo sull’uomo, una gerarchia occulta che veglia alla sua realizzazione e alla fedele trasmissione di tale deposito, un percorso da compiere per asservire l’umanità alla potestas tenebrarum, in una parola una vera CONTROCHIESA tendente ad appropriarsi di ogni valenza religiosa e politica. I connotati di questa Controchiesa sono quelli dell’alta loggia e dell’alta finanza: alta loggia in cui domina il mago attraverso l’esoterismo e la magia, che pianifica, dirige, corregge il tiro se i risultati non corrispondono a quelli voluti; alta finanza che, concentrando oggigiorno nelle sue mani pressoché le intere ricchezze del pianeta, le orienta ai fini di dominio mondiale perseguiti dall’alta loggia».

«Il Movimento Sinarchico, giungerà, attraverso il nostro tormentato secolo, fino alle grandi assise mondialiste dell’ONU e dell’UNESCO e in campo religioso a quel drammatico e terribile evento che per la cattolicità fu il Concilio Vaticano Il, seguìto dal primo atto di costituzione dell’ORU (Organizzazione delle Religioni Unite, oggi URI) nella Giornata di Preghiera di tutte le religioni ad Assisi. Oggi, alle soglie del Governo Mondiale politico ed economico, la posta in gioco è ancora la Chiesa cattolica, unica salvezza per l’umanità. E’ qui che avverrà la lotta finale, qui le forze del male concentreranno ogni sforzo plaudendo dal pulpito dei mass-media ad ogni passo compiuto nella loro direzione e condannando con altrettanto clamore ogni tentativo di rientro nell’alveo della Tradizione cattolica, dell’insegnamento dogmatico di sempre. Oggi la crisi che travaglia la Chiesa e macroscopicamente innegabile, il suo ruolo di unica depositaria della Verità messo in discussione in assemblee democratiche dagli stessi uomini di Chiesa in nome di un ecumenismo allargato ad ogni falsa religione, ad ogni errore. A costoro, più che la salvezza delle anime, stanno a cuore la filantropia, i problemi sociali, mentre nella cattolicità dilagano il pacifismo e una neutralità intellettuale affatto sconosciuti nella sua lunga storia. L’ipotesi di una degenerazione spontanea non regge: gli appelli di Paolo VI che denunciava il fumo di Satana penetrato nel sacro tempio richiamano alla memoria i sinistri propositi delle retrologge che per bocca di un loro autorevolissimo esponente, Albert Pike, 33° grado del Rito Scozzese Antico Accettato americano, autore di ‘Morals and Dogma’ (Commento al XXX Grado, Cavaliere, grand’eletto Kadosh, VI volume, Editore Bastoni, 1984, pagina 156), considerata la bibbia dei massoni, dichiarava: ‘Quando Luigi XVI fu giustiziato la metà del lavoro era fatta e quindi da allora l’Armata del Tempio doveva indirizzare tutti i suoi sforzi contro il Papato’».

Dove si manifesterà il mistero dell’iniquità?

Il fatto concerne il potere che deve impedirlo, ma è tolto di mezzo (2Tessalonicesi, 2).
L’assenza di chi ha il potere delle chiavi per impedire l’azione dell’empio Anticristo corrisponde alla presenza di questo.
La ribellione finale contro l’autorità di Cristo si manifesta dove è costituita l’opera di redenzione dalla prima ribellione: nella Chiesa.
Ecco il mistero dell’iniquità, che era trattenuto dal potere divino del Papato.
Lo spirito di umanizzazione opera oggi nel silenzio dell’apostasia generale poiché procede dal vertice.
Il potere che impediva l’iniquità è ormai usato per attuarla.
E’ l’ora in cui il nemico primordiale ha varcato la soglia della Chiesa e... dove fu costituita la sede del beatissimo Pietro e la Cattedra della verità ad illuminare le genti, lì hanno eretto il trono della loro abominazione e scelleratezza affinché colpito il pastore possano disperdere anche il gregge (Leone XIII, «Esorcismo invocando San Michele Arcangelo»).
Oggi il modernismo, con la sua democrazia clericale, umanizzando l’autorità divina della Chiesa, ha intaccato questa suprema difesa.
E così, la cattedra che arginava l’iniquità ecumenista, che livella ogni verità religiosa, è ormai adoperata per promuoverla.
L’ingannatore primordiale è riuscito a varcare la soglia della Chiesa.
E’ l’ora culminante della persecuzione contro la vera Chiesa che Leone XIII ha visto e messo al centro dell’esorcismo che ha redatto per invocare l’aiuto dell’Arcangelo San Michele.
E il suo successore, San Pio X, nella sua prima allocuzione papale disse essere lecito pensare che l’Anticristo era già tra noi.
Esso è riconoscibile dai suoi due oggettivi principali: - Roma, il Luogo santo dove «cambiare i tempi e le leggi» (Dn 7, 25), per essere come Dio, o anche meglio, come si ritengono i buonisti d’ogni tempo; - l’ecumenismo sinarchico del panteon delle credenze del mondo, per realizzare una pace ed una libertà autonome da Gesù Cristo.

Dove è la lettera di queste tacite apostasie?

Dove, se non nei documenti del Vaticano II, nella sua «Nostra aetate» e dintorni, dove quel lavorio filosofico e liturgico, con cui il protestantesimo ha minato la Chiesa nel Cinquecento, e il giudaismo la sovverte, si compie nei nostri tempi?
Allora i Papi e il Concilio di Trento hanno affrontato il pericolo rinforzando l’autorità cattolica.
Ora, l’alienazione di Cristo Salvatore avviene nel cuore di Roma.
Possiamo non testimoniarlo, ricorrendo agli aiuti profetici dati da Dio per la difesa della Fede?
Ricordiamoci che il Mistero d’iniquità non ha per causa primaria i nemici della Chiesa, ma l’abbandono delle sue difese, che sono nel retto pensiero cattolico.
Già San Paolo insegnava: «Prima del Mistero d’iniquità deve venire l’apostasia».
Durante il Vaticano II vi fu l’azione del Coetus Internationalis Patrum che riuniva centinaia di cardinali e vescovi di tutto il mondo per difendere la fede «alla luce della dottrina tradizionale della Chiesa e gli insegnamenti dei Sovrani Pontefici».
Tali iniziative ostacolarono l’avanzata dei liberali, come riconobbe Ratzinger, ma Paolo VI era loro favorevole («Le Rhin se jette dans le Tibre, Le Concile inconnu»).
C’è stata, quindi, una presa di posizione di fronte all’inganno di tipo evoluzionista e giudaizzante da parte di prelati come i vescovi Marcel Lefebvre e Antonio de Castro Mayer.
Anche il laicato cattolico ha reagito con diverse pubblicazioni.
C’è stato anche il caso di un manifesto della reazione laica alla svolta nella Chiesa, quando, alla fine del Vaticano II, fu adottata la «Dichiarazione Nostra Aetate», riguardante una nuova posizione a riguardo delle altre religioni e degli ebrei, che implicava una vera inversione della dottrina e della missione cattolica.
Sarebbe utile ricordare quanto riporta il voluminoso libro del progressista Henri Fesquet «Diario del Concilio» («Tutto il Concilio giorno per giorno», 16 ottobre 1965, pagina 966): sulla definitiva adozione dal Concilio della «Dichiarazione Nostra Aetate» il 16.X.1965, il cui voto mette fine «a un numero incredibile di pressioni, di passi, di visite, di lettere, di pamphlet, di trattati che hanno assalito il Segretariato per l’unità dei cristiani per più di tre anni. Fesquet, entusiasta del nuovo corso è «indignato» di questa reazione.

«Quando saranno conosciuti nei particolari questi vari tentativi per fare abortire o rendere insignificante la dichiarazione conciliare, si resterà confusi davanti a tanta passione, odio, aberrazione e per dire tutto, ignoranza e bestialità (!?). D’altro lato, parecchi lamenteranno a buon diritto che l’ultima versione del testo presentata dal Segretariato per l’unità abbia perduto un poco del suo mordente. E’ soprattutto peccato che le vere ragioni per cui sono state fatte queste modifiche siano state più o meno nascoste dietro dei pii motivi.
La diplomazia romana è prevalsa su una franchezza assoluta. Ma bisogna riconoscere che la dichiarazione, come è stata votata, ha salvato l’essenziale. Gli osservatori che durante l’intersessione avevano fatto correre le voci più allarmanti hanno sbagliato di grosso. Il Vaticano Il ha realizzato, grosso modo, la volontà di Giovanni XXIII biasimando severamente l’antisemitismo. La Chiesa ha riconosciuto implicitamente le sue colpe passate in tale materia, che sono pesanti, durevoli e numerose. La nuova mentalità ecumenica ha vinto i pregiudizi di un tempo. A questo riguardo, il voto di venerdì inaugura una pagina bianca nella storia dei rapporti tra Roma e gli ebrei. Fino all’ultimo giorno gli antisemiti cattolici [ecco l’accusa di sempre] si sono coalizzati per cercare di imbavagliare il Concilio. Abbiamo già segnalato il pamphlet italiano di Don Zaga. Un altro è di Léon de Poncins, che accusa i vescovi che hanno approvato il testo dell’anno scorso d’‘incoscienza’.‘Una dichiarazione degna di un antipapa’. (ibidem, pagina 967): Ma bisogna soprattutto ricordare il libello di 4 pagine ricevuto dai vescovi. E’ preceduto da questo titolo lungo e curioso: ‘Nessun Concilio e nessun Papa possono condannare Gesù, la Chiesa cattolica, apostolica e romana, i suoi Pontefici (Il libello enunera 15 Papi ‘antisemiti’, da Nicola I (IX secolo) fino a Leone XIII) e i concili più illustri. Ora la dichiarazione sugli ebrei comporta implicitamente una tale condanna, e, per questa eminente ragione deve essere respinta
».
Nel testo si leggono queste spaventose parole: «Gli ebrei desiderano ora spingere la Chiesa a condannarsi tacitamente e a mutar parere davanti a tutto il mondo. E’ evidente che solo un antipapa o un conciliabolo (sic) potrebbero approvare una dichiarazione di questo genere.
Ed è quello che pensano con noi un numero sempre crescente di cattolici sparsi nel mondo i quali sono decisi ad operare nel modo che sarà necessario per salvare la Chiesa da una simile ignomini
a».

Che firme vi sono in fondo al pamphlet?

Trentun movimenti cattolici tra i quali per la Francia le riviste «Itinéraires, Nouvelles de chrétienté», la «Cité catholique» la cui rivista «Verbe» (che si chiama ora «Permanences»), è ben nota, l’«Action Fatima-la-Salette», e il «Movimento tradizionalista cattolico».
Ecco il numero degli altri movimenti classificati per nazionalità: USA (3), Italia (3), Messico (3), Spagna (2), Argentina (2), Portogallo (2), Cile (2), Germania (1), Austria (1), Brasile (1), Ecuador (1), Venezuela (1), Giordania (1).
La Francia - come si vede - con cinque movimenti, ha il triste privilegio di essere in testa.
Aggiungiamo che è difficilissimo interpretare i voti negativi di cui abbiamo parlato sopra: 10 astensioni più 250 non placet.
Hanno votato contro lo schema in una proporzione sconosciuta i vescovi dei Paesi arabi, i vescovi di estrema destra, e alcuni vescovi malcontenti che il testo attuale fosse meno preciso e meno forte di quello adottato nel 1964.
Sospettandosi la presenza di un antipapa e di un conciliabolo, che avrebbero deviato la vita cristiana dalla retta via, come accade, non si trattava di un danno troppo grande da accettare senza disporre la difesa proporzionata?
Mancavano forse alla Chiesa gli strumenti per impedire ai suoi demolitori di agire?
No di certo, le leggi non possono mancare nella società perfetta che è la Chiesa.
Perché allora questa testimonianza del pericolo che correva la Chiesa non ebbe seguito, ma causò la divisione e il crollo completo della testimonianza cattolica?

Negli anni che seguirono divenne chiaro che tale libello d’accusa dello spirito «evoluzionista» del Vaticano II rinunciatario della Fede cattolica, era fondato; era evidente che solo un antipapa o un conciliabolo avrebbero potuto approvare una dichiarazione ecumenistico a 360º, profondamente antievangelica e anticattolica.
I redattori di quel manifesto mancarono, però, per non aver dato seguito a quell’accusa più che legittima, doverosa.
E quei problemi che riguardavano la fede non furono superati a tutt’oggi.
Anzi, oggi dei cattolici probabilmente in beata buona fede ripetono quanto dicono a sproposito i loro capi, che le religioni monoteiste hanno lo stesso Dio e possono accordarsi lasciando da parte le loro differenze.
Per esempio si arriva a dire sull’ecumenismo: «Alla fin fine la questione resta sempre quella ‘primordiale’: il mondo è sempre esistito e dunque è eterno e divino in sé e per sè oppure non è esistito da sempre ma ha avuto un inizio ossia un’origine da un Progetto e quindi da un ‘Progettista’? Se si accetta la prima opzione si è nel panteismo, qualunque ne sia l’accezione che si
preferisce: idealista o materialista. Se si accetta la seconda opzione si è con il Dio della Rivelazione abramitica, che è, pur con tutte le ineliminabili differenze tra loro, il Dio di ebrei, cristiani e mussulmani
».
Quali differenze?

La Santissima Trinità del Dio Uno e Trino, del Padre, del Figlio Gesù Cristo che si è incarnato e dello Spirito Santo.
Si può conoscere il «progetto» del mondo, definito dal divino «Progettista», limitandosi a dire che è Uno?
Ebbene, Dio è Uno e Trino per tutti e per tutto; per il cattolico che crede nel Vangelo e per l’ateo che crede solo a se stesso; per l’ebreo della Torah, come per il mussulmano del Corano; per l’universo come per i mari; la Sua esistenza non dipende dalla fede né di uomini notevoli né dalla superbia di coglioni venerati.
L’intelligenza umana può solo sfiorare quanto Dio rivela di Sé e della Sua volontà.
Questa è la fede abramitica che ci è stata suscitata da Dio stesso, insegnando di non avere altri dèi davanti a Lui, ossia di non pensare dèi diversi da Chi rivelò chi È.
Eppure, l’uomo da sempre pensa i suoi dèi con i suoi propri comandamenti.
Dio rivela la Torah e l’uomo «pensa» il Talmud e la Cabbala.
Dio si rivela in Gesù Cristo e l’uomo «pensa» i più variopinti gnosticismi.
Dio Si rivela Padre e Creatore e l’uomo si «pensa» fratello senza padri e creatore di ideologie salvatrici.
Insomma, l’uomo vuole «pensare» Dio alla pari, divenendo dio egli stesso col suo «cogito», come è successo disgraziatamente con Adamo ed Eva.
Siamo allo «spirito» dell’evoluzione del «pensiero umano» che pensa di dispensare la necessità di salvezza in Gesù Cristo, come vogliono i giudei.

I segni della grande alienazione «cristiana»

I falsi cristi e i falsi profeti saranno i grandi protagonisti di questi tempi oscuri.
Essi invocano i poteri di Dio per raggirare con l’inganno la Sua Parola.
In breve, l’insidia dei nuovi ordini deriva più dalle capitolazioni e dai compromessi in seno al cristianesimo, che dagli attacchi dei suoi potenti avversari nel mondo.
Infatti, la demolizione causata all’interno della Chiesa dai falsi profeti fa più danno di mille bombardamenti dall’esterno.
Se il cristianesimo è da Dio, come crediamo, contro di esso e i suoi rappresentanti, nessun potere potrebbe prevalere se non provenisse dall’alto ovvero se Dio non permettesse che avvenisse in Suo nome.
Gesù, infatti, risponde a Pilato: «Non avresti alcun potere su di Me, se non ti fosse dato dall’alto. Pertanto, chi mi ha consegnato a te ha maggior colpa» (Giovanni 19, 11-12).
Il potere venuto dall’Alto concerne la sfera religiosa in cui i tradimenti sono più subdoli e nefasti di qualsiasi altri.
Trattandosi dell’attentato all’Ordine rivelato, la colpa non riguarda tanto i politici quanto i falsi profeti intenti a cambiare la Rivelazione con le proprie pentecosti, adattate al nuovo ordine dominante.
Ecco l’alienazione finale operata nella Roma liberata dal katechon Cristo.
Ma alla fine «non praevalebunt»; Nonostante tutto, «Surrexit Dominus vere», e poichè anche la Sua Chiesa è divina, dunque indefettibile per quanto i demoni e degli uomini perversi, e degli sciocchi che li aiutano, cerchino in ogni modo di distruggerla, ciò è semplicemente impossibile.
Adoriamo con fede ed amore anche il santo riposo del Signore sulla barca di Pietro nella terribile tempesta.
Quando Egli vorrà, si leverà e metterà tutto a posto.

Arai Daniele


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