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Il sistema di difesa missilistica USA è la torta magica che non si esaurirà mai
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La Polonia è soltanto l’ultimo capro espiatorio di una politica americana dettata dai gruppi di pressione militar-industriali di Washington. E’ un nuovo modo di suicidarsi. Proprio adesso che la Russia ha dimostrato cosa capita agli ex tirapiedi che la infastidiscono, la Polonia accetta di ospitare una base di difesa missilistica USA.

I Russi, come la Polonia si aspettava, rispondono a questa proposta offrendosi di trasformare il paese in un’area di parcheggio. In effetti questo prova che, dopo tutto, il sistema di difesa missilistica è necessario: servirà a fermare i missili che la Russia punterà adesso contro la Polonia, la Repubblica Ceca ed il Regno Unito in risposta al loro, ehm, coinvolgimento nel sistema di difesa missilistica.

Il governo americano insiste che gli intercettori, che saranno posizionati sulla costa baltica, non hanno niente a che fare con la Russia: il loro compito è quello di difendere l’Europa e gli USA contro i missili intercontinentali che l’Iran e la Corea del Nord non possiedono. E’ questo il motivo per cui vengono piazzati in Polonia che, come qualunque studente di geografia texano ben sa, confina con entrambi questi “stati canaglia”.

Essi ci permettono di guardare ad un brillante futuro in cui la difesa missilistica, stando a quanto afferma il Pentagono, “proteggerà la nostra patria… ed i nostri amici ed alleati da attacchi con missili balistici”; almeno fin quando i Russi decideranno di aspettare prima lanciare contro di noi i loro missili nucleari. La buona notizia è che, all’attuale ritmo di progresso, un sistema di difesa missilistica affidabile è lontano soltanto 50 anni. La cattiva notizia è che è stato lontano 50 anni anche negli ultimi 60 anni.

Il sistema è stato sotto sviluppo sin dal 1946 e, fino ad oggi, ha ottenuto una grande quantità di niente. Ovviamente non potete saperlo se leggete i comunicati stampa pubblicati dall’agenzia missilistica del Pentagono: la parola “successo” vi compare molto più spesso di qualunque altro sostantivo. E’ pur vero che il programma è riuscito a colpire ben due missili dei cinque lanciati negli ultimi cinque anni durante le prove dei componenti principali, il cosiddetto “sistema terrestre di difesa missilistica nella traiettoria mediana” (la traiettoria che si ottiene dopo la fine della fase di spinta di partenza, che può essere prevista, n.d.t.) o sistema GMD. Però, purtroppo, queste prove non hanno alcuna relazione con qualcosa che assomigli ad un vero attacco nucleare.

Tutte le prove condotte sinora, che abbiano o no avuto successo, erano state programmate. Il bersaglio, il tipo, la traiettoria e l’obiettivo, erano conosciuti prima che il test cominciasse. E’ stato usato soltanto un missile “nemico” dato che il sistema non ha alcuna speranza al mondo di abbatterne due o più. Se si usano missili “da richiamo” questi non hanno alcuna somiglianza con il vero bersaglio e vengono etichettati in anticipo come “richiami”. Nel tentativo di migliorare l’apparenza del successo questi tests sono diventati ancor meno realistici, al punto che l’agenzia missilistica ha completamente sospeso l’utilizzo dei “richiami” durante le prove del sistema GMD.

Questo ci porta ad una delle insuperabili debolezze della difesa missilistica: è difficile immaginare come gli intercettori possano battere in astuzia i tentativi nemici di confonderli. Come spiega Philip Coyle, già ufficiale superiore del Pentagono con responsabilità nel settore della difesa missilistica, ci sono infiniti mezzi con cui un altro stato possa ingannare il sistema.
Per ogni missile vero lanciato potrebbe lanciare anche un’intera schiera di falsi bersagli con la stessa firma radar ed infrarosso. Persino palloni o fogli di metallo potrebbero mettere fuori combattimento l’attuale sistema.  Si può ridurre la sensibilità di un missile alla penetrazione laser di un buon 90% semplicemente verniciandolo di bianco. Questa sofisticata tecnologia di inganno, disponibile presso il locale negozio di ferramenta, rende obsoleto un altro componente multimiliardario del sistema. Oppure possiamo semplicemente dimenticarci dei missili balistici ed essere attaccati con missili da crociera contro cui il sistema è inutile.

La difesa missilistica è così costosa, e le contromisure praticabili così economiche che, se il governo USA volesse seriamente far funzionare questo sistema, manderebbe in bancarotta il paese, esattamente come la corsa agli armamenti ha fatto crollare l’Unione Sovietica. Con la spesa di un paio di miliardi di dollari in tecnologie“esca” la Russia obbligherebbe gli USA a spendere trilioni di dollari in contromisure. I rapporti di costo sono tali che persino l’Iran potrebbe spendere più degli USA.

Gli USA hanno speso per questo programma fra 120 e 150 miliardi di dollari da quando Reagan lo rilanciò nel 1983. Sotto Bush jr. i costi sono aumentati. Il Pentagono ha richiesto 62 miliardi di dollari per i prossimi cinque anni, che porta il totale a 110 miliardi fra il 2003 ed il 2013. Eppure non c’è ancora alcuna chiara indicazione di successo. Come mostra un recente articolo nell’almanacco dell’Analisi della Difesa e della Sicurezza, il Pentagono ha inventato un nuovo sistema di assegnazione fondi volto a far sì che il programma di difesa missilistica sfugga ai normali criteri governativi di revisione contabile. E’ chiamato “sviluppo a spirale”, espressione quanto mai appropriata, in quanto assicura che i costi crescano a spirale fuori di controllo.

Lo “sviluppo a spirale” significa, come spiegato in una direttiva del Pentagono, che “le esigenze finali non sono note all’inizio del programma”. In tal modo il sistema ha la possibilità di svilupparsi in qualunque modo i responsabili ritengano adatto. Il risultato finale è che nessuno ha la benché minima idea di che cosa il programma debba ottenere, o se pure ha ottenuto qualche risultato. Non ci sono scadenze fissate, costi definiti per ogni componente del programma, penali per slittamenti o malfunzionamenti, standard di confronto a fronte dei quali il sistema possa essere valutato. E questo mostruoso schema è ancor oggi incapace di ottenere ciò che poche centinaia di dollari di diplomazia potrebbero concludere in un solo pomeriggio.

E allora perché impegnare senza fine miliardi di dollari in un programma destinato a fallire? Vi darò un indizio: la risposta è nella domanda. Si continua perché non funziona.

Il sistema politico USA, grazie al fallimento sia dei Repubblicani che dei Democratici di gestire il problema di finanziare le campagne elettorali, è marcio dalla testa ai piedi. Sotto l’amministrazione Bush, però, la corruzione ha raggiunto livelli nigeriani. Il governo federale è solo un immenso programma di benessere aziendale, che ricompensa con contratti da miliardi le industrie che danno milioni di dollari in donazioni politiche. La difesa missilistica è il più grosso barile di carne di porco di tutti, la magica torta che non si esaurirà mai, per quanta se ne possa sbafare. I fondi incanalati nelle industrie della difesa, dello spazio e di altre produzioni e servizi, non si esauriranno mai perché il sistema non funzionerà mai. (E chi ammazzerebbe la gallina dalle uova d’oro? N.d.t.)

Per far sì che ci sia sempre la torta l’amministrazione deve esagerare le minacce da parte di altre nazioni che non hanno alcuna possibilità di aggredirci con armi nucleari, ed ignorare le probabili risposte di quelle che possono farlo.
La Russia non è esente da sue influenze corruttrici; posso immaginare il sinistro piacere dei generali russi e dei responsabili della difesa la scorsa settimana, quando si son visti servire, con questi nuovi sviluppi, la scusa per aumentare la loro potenza e chiedere maggiori assegnazioni di fondi. La povera vecchia Polonia, come la Repubblica Ceca ed il Regno Unito, si trova rapidamente a diventare l’esca dell’America.

Se cerchiamo di comprendere la politica estera americana in termini di impegno razionale nei problemi internazionali, o come efficace sistema di proiettare il potere, stiamo guardando nel posto sbagliato. Gli interessi dei nostri governi sono sempre stati provinciali. Cercano di accontentare i lobbisti, di spostare l’opinione pubblica in punti cruciali del ciclo politico, ospitare folli fantasie cristiane e arruffianarsi le società televisive di proprietà di eccentrici miliardari. Gli Stati Uniti non hanno una vera politica estera; hanno una serie di politiche interne che proiettano oltre le proprie frontiere. Il fatto di minacciare il mondo con 57 tipi di distruzioni diverse non crea alcuna preoccupazione all’attuale amministrazione. L’unica domanda che interessa è chi sarà pagato e quali ritorni politici ne avrà.

George Monbiot

Traduzione per EFFEDIEFFE.com di Arrigo de Angeli


Fonte >  Guardian.co.uk

Originale >  The US missile defence system is the magic pudding that will never run out


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