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Gli strumenti della divina misericordia
26 Ottobre 2011
Un lettore scrive a Blondet:
«Sono un suo giovane lettore (25 anni, di Zurigo) e ho appena finito di leggere ‘Gli Adelphi della dissoluzione’, apprezzandolo molto. Mi permetta una domanda, ingenua e sincera: lei ha indicato tutta una serie di cose alle quali stare attento, ma per un ‘ricercatore della verità’, secondo lei, qual è l’alternativa a tutto ciò che è in qualche modo legato alla filosofia perenne? Il cristianesimo, ok, ma in quali forme? Dove cercarlo? Anticipatamente la ringrazio per il tempo che mi dedicherà e la saluto cordialmente,
Raphael D.».
Non sono certo di aver compreso la domanda del lettore, ma se capisco, è opportuno vigilare affinchè le letture del giovane sulla filosofia perenne non creino un atteggiamento d’orgoglio, o di fai da te ascetico, che sarebbero gravissimi ostacoli alla sua salvezza. Non c’è poi molto tempo rimasto, temo, per «ricercatori della verità» in quegli ambiti.
Santa Faustina Kowalska
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Oggi, la condizione dell’uomo – e delle strutture di peccato che s’è creato come prigioni spirituali – è tale che la sola cosa che si può fare è appellarsi alla Misericordia del Padre e di Gesù. Il che non è affatto un «in mancanza di meglio», al contrario: proprio agli uomini dei tempi ultimi viene data la grazia della piena luce della Misericordia, la corda cui aggrapparsi per la resurrezione. Non a caso questo è il tempo di apparizioni della Vergine e del Cristo comparso a Santa Faustina Kowalska.
Non sono cose che dico da me. Un libricino di padre Andrea D’Ascanio, il cappuccino dell’Armata Bianca, mi ha fatto molto pensare. Vi ho trovato stralci dell’enciclica Dives in Misericordia, di Giovanni Paolo II (che non avevo letto) che smentiscono nel modo più netto l’idea di un certo ottimismo e trionfalismo di quel Pontefice.
Ben chiara è invece la coscienza che «nel nostro mondo aumenta il senso di minaccia» di «una parziale autodistruzione dell’umanità», dei «molti pericoli che sono il prodotto di una civiltà materialistica la quale, nonostante dichiarazioni ‘umanistiche’ – accetta il primato delle cose sulla persona», delle «terribili tensioni che si sono accumulate sul mondo e che si intrecciano in mezzo agli uomini», della «minaccia che ancor più distrugge ciò che è essenzialmente umano, ciò che è intimamente collegato con la dignità della persona», cioè, suppongo, la nostra vocazione all’«altro» mondo, a non esere chiusi nell’aldiquà.
Nell’enciclica non si tace della «offesa-ripulsa di Dio da parte dell’uomo contemporaneo», quel Dio che «l’uomo contemporaneo ha allontanato da sè, proclamando... che gli è superfluo». Vi si riconosce che viviamo in una «difficile, critica fase della Chiesa e del mondo», in cui «tutto ciò che è umano (...) è minacciato di un pericolo immenso».
Non siamo lontani dalla nozione che l’induismo, e se si vuole Evola e Guénon, chiamano il Kali Yuga. È un’umanità perduta quella che brancola oggi piena d’ansia e di paura, e che – secondo rigorosa giustizia – merita la propria cancellazione apocalittica.
Invece, ecco: tanto più (continuo a citare) è forte «la resistenza della storia umana, per quanto marcata l’eterogeneità della civiltà contemporanea, per quanto grande la negazione di Dio nel mondo umano», dice il Santo Padre, «tanto più bisogna che la Chiesa pronunci questa parola (misericordia)», la trasformi «in un grido che implori la misericordia non solo in nome proprio, ma anche nel nome di tutti gli uomini contemporanei», e ciò «senza distinzione alcuna», nemmeno «fra amici e nemici».
Questo è un «diritto-dovere della Chiesa», dice il Papa, anche se sembra che la religione sia scomparsa e sconfitta.
«Anche se ci fossero milioni di tali smarrimenti, anche se nel mondo l’iniquità prevalesse sull’onestà, anche se l’umanità meritasse per i suoi peccati un nuovo ‘diluvio’».... «imploriamo la misericordia divina per la generazione contemporanea!». «Facciamo ricorso a Dio mediante Cristo, memori delle parole del Magnificat di Maria, che proclamano la misericordia ‘di generazione in generazione’!».
Perchè la misericordia divina è senza limiti, non c’è peccato così grosso che non possa perdonare. Giuda non si è condannato per aver venduto Gesù, ma per non avergli chiesto il perdono, che sicuramente avrebbe ricevuto – come lo ricevette Pietro, che rinnegò Gesù, ma che si strinse a Lui pentito. Giuda credette che il suo peccato fosse più grande della misericordia divina: tragica superbia.
Come scrive il Papa, la misericordia è «più potente della morte, più potente del peccato e di ogni male»; anche in questa epoca può «sollevare l’uomo dalle sue abissali cadute» e «liberarlo dalle più grandi minacce».
Traspare qui la meditazione e la devozione sulle rivelazioni avute dalla polacca suor Faustina Kovalska, a cui Gesù stesso disse: «Le fiamme della misericordia mi bruciano, desidero riversarle nelle anime degli uomini. Che dolore mi danno quando non vogliono accettarle! Dì all’umanità sofferente che si stringa al mio cuore misericordioso... Che tutta l’umanità conosca la mia misericordia. Questo è un segno per gli ultimi tempi, dopo i quali arriverà il giorno della giustizia».
Il lettore chiede: Cristianesimo, ma in quali forme? Dove cercarlo?
Spero si sia compresa la risposta: Qui, qui dov’è e com’è. Nella semplice devozione popolare, sempre viva. Nella Chiesa dispensatrice dei sacramenti, dalla confessione all’Eucarestia, che sono tutti mezzi di misericordia, senza dimenticare, poniamo, il matrimonio (che io personalmente ho calpestato fino a ieri, essendo divorziato ed avendo commesso adulterio: come Giuda, sono colpevole di abissali cadute, ma come il ladrone, mi appello alla misericordia...).
E se la Chiesa sembra per molti versi degna di critiche, ricordo al lettore un concetto che ho trovato in un libricino di devozione donatomi da certe buone suore: «La Chiesa è la comunità dei peccatori perdonati».
Ciò ci renderà più tolleranti, più inclini alla pazienza, sapendo che le mancanze saranno rettificate quando Dio «farà nuove tutte le cose». Perchè farà tutto Lui, purchè sappiamo vedere nelle prove che ci manderà l’occasione della nostra personale resurrezione: nella malattia la medicina per l’aldiquà, nell’ingiusta prigionia il ritiro spirituale salutare, nella privazione il digiuno di cui abbiamo bisogno.
Sarebbe un amaro risveglio, quel giorno – giorno della Gloria, ossia del Piano di Dio realizzato e pienamente trionfante – scoprire che Raphael, io, noi, avevamo «cercato la verità» senza vedere che essa era qui, accessibile, e aperta, nei mezzi di salvezza sacramentali a disposizione di noi tutti.
«Chi non vuole passare attraverso la porta della misericordia», ha detto Gesù a Santa Faustina, «deve passare attraverso la porta della mia giustizia».
Risvegliamoci.
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Commenti
Però riguardo a Faustina Kowalska bisogna stare cauti, le sue opere sono state messe all'indice e riabilitate per volere di Giovanni Paolo II (che non è certo un campione di ortodossia).
Cordiali saluti
Alessandro Grilli
se vuole stare cauto, come si affiderà alla Divina Misericordia? Per l'affidamento ci vuole audacia.
Un abbraccio
Al giovane lettore: di norma noi intendiamo la filosofia perenne con come una di quelle antitetiche al cristianesimo, ma proprio come la filosofia dell'essere e della verità che culminando in Tommaso d'Aquino è per eccellenza la filosofia cristiana. La filosofia cristiana è assolutamente necessaria alla "manutenzione della civiltà", come ci ricorda il Direttore, ed è per chi sa praticarla un atto di squisita carità.
Ciò non toglie, che il Paradiso sia sicuramente pieno di umili persone illetterate, e che l'inferno contenga (forse) non pochi filosofi.
il tuo scritto mi invita a risponderti. Non c'è speranza senza Gesù Misericordioso. Io ti avevo scritto mesi fa quando anche tu eri nella prova per la tua salute, dicendoti che avevo avuto il marito operato con urgenza per aneurisma addominale a dicembre 2010. Ha rischiato la vita e dopo molte complicazioni e tanto patire, ora posso dire che sta bene. La fiducia in Gesù mi ha sostenuta in questi mesi e piano, piano è tornato a stare in salute come prima dell'evento. Ti dico questo per sostenere la tua fiducia nel Signore che opera ogni momento per tutti, lasciandiGli la mano libera di fare quello che è meglio per noi. Pensa che il caso di guarigione è stato portato già in 2 congressi da parte dei chirurghi dell'Ospedale Mauriziano di Torino. La mano che ha guidato l'opera umana era del Cielo.
Se Egli ci è così vicino nei nostri drammi di salute, figurati se non ci è vicino quanto siamo nel buio del cammino spirituale. Cerchiamo di vedere questa mano che ci viene offerta da Lui. La Sua misericordia l'ha dà a chi la vuole e Gli apre il cuore.
Con affetto, ti ricordo nella mia preghiera, Anna Maria
Anche questo è giornalismo; e d'altro canto, lo stesso Vangelo, non è una Notizia?
Qual'è il concetto di giustizia?
Se non conosco il Dio cristiano perchè nessuno me l'ha fatto conoscere, come si pone la Misericordia?
Se nasco in una generazione secolarizzata e non conosco il Dio cristiano per quello che E', come faccio a considerare peccato quello che non mi è stato insegnato?
Dalla mia esperienza, l'imparzialità delle mie scelte nasce da un preventiva imparzialità delle scelte altrui in quanto strettamente interconnesse con le proprie... indi per cui...
Spero di aver reso in poche parole cos'è la conoscenza di Dio, anche se si potevano dire cose dirverse. Gesù ha usato molte parabole e molte figure diverse, ma tutte simili. Va da sé che questa conoscenza si sviluppa poi in noi per gradi, e in misura diversa da persona a persona.
La coroncina alla D. M. "funziona" davvero... io la recito tutti i giorni, ed è uno "strumento" di preghiera molto efficace.
Abbiamo bisogno di allenare l'anima a rispondere prontamente all'invito che Cristo ci rivolgerà sulla soglia della vita eterna, così come alleniamo il corpo a rispondere meglio agli sforzi fisici, e la mente a elaborare più efficacemente le nozioni e le esperienze che assimiliamo.
E la coroncina alla D. M. è uno degli "attrezzi" migliori che ci siano stati donati.
Caro Direttore, è il nostro "essere-con" (Dio e gli altri). Ciò che configura la condizione micidiale a cui il beato Giovanni Paolo e lei fate riferimento è essenzialmente la stolta arroganza, per la quale ciascuno è portato a volersi sentire "il Solo" che ha capito e che vale.
Come dice la Madonna a Medjugorje, "di là" (fra pochi anni, per tutti, in ogni caso) semplicemente continua ciò che viviamo "di qua": atteggiamento fondamentale (dico io) di disprezzo e disperazione per non poter essere "meglio di Dio", oppure gratitudine, buon senso, condivisione fiduciosa dei doni ricevuti.
Grazie
come è difficile perdonare i propri peccati e come per il peccatore che siamo capire di aver peccato.
Troviamo sempre mille scuse.
Io continuo a pregare, perchè nel giorno che è vicino e che verremo messi davanti uno specchio, ci sia il minor numero possibile di persone che pur osservando la sua immagine e i suoi peccati rifiuterà di propria volontà il signore.
Perchè io credo che solo loro (e purtroppo saranno tanti) che cocciutamente negheranno Dio anche quando tutto sarà svelato saranno persi.
Dio da la possibilità ad ognuno di loro, anche in mezzo al frastuono di una discotecha, o alla violenza di una guerra di pronunciare una preghiera in tuo nome... e saranno salvati.
Al giovane Raphael: Quale Cristianesimo? Quello di Gesù Cristo e di Sua Madre. By the way, se ancora non te l'avessero detto, Gesù e Maria sono cattolici (cioè sono per tutti). Saluti, e ricordati del timor di Dio. La Sapienza verrà appresso.
Grazie!
Leggendo le sue righe: "Avevamo «cercato la verità» senza vedere che essa era qui, accessibile, e aperta, nei mezzi di salvezza sacramentali a disposizione di noi tutti" mi sono venute in mente - strani giochi della memoria - due righe del "Paolo Ucello" di Carducci. Chissà, forse quel massone per un attimo ha intuito qualcosa ed ha parlato per sé stesso; ma la cosa vale proprio per tutti, come ha giustamente sottolineato lei:
... "E cerchi il sole, e ne son pieni i cieli/e cerchi un chicco, e pieno è l'alberello".
Saluti
Giacomo Gib
Anch'io, come Lei sono separato, e vivo nel peccato (per averlo fatto). Però come funziona? Per quelli che, come me, hanno vissuto nel limbo? Cioè, com'erano considerati quelle genti che venivano convertite ma che prima vivevano nel del tutto ignari della vera Fede?
Comunque devo dire grazie a padre Tommaso alla Scala Santa, che, ora che ci penso, è stato coLui che ha azionato lo "scambio dei binari" ed ha fatto in modo, che mi si aprissero gli occhi (quel giorno ho sentito il diavolo uscire dalla minuscola gola di un infante di alcuni mesi). Da non credere, un Uomo di Chiesa mi ha fatto scoprire il male, per poi dirigermi verso il Bene. Strana cosa la vita. Ma ora sono felice.
Saluti
Marco
P.S.: Curiosando su internet, alla ricerca di qualcosa su padre Tommaso, mi sono imbattuto in un libro di un autore anonimo che parla del Sacrificio di un padre Tommaso e del suo aiutante avvenuto a Damasco nel 1896 per opera di alcuni giudii che, come riportato nella didascalia, fecero ciò perchè il Sangue Cristiano serviva per "impastare" gli azzimi rituali. Se ne potrà leggere qualcosa al riguardo in questo Sito di Luce?
Precisazione forse superflua ma non inutile, credo.
E' proprio vero che la Divina Misericordia è la medicina di cui abbiamo bisogno come umanità ferita e malata, e che ahimé tanti di noi rifiutano per superbia, cadendo così in una tragica auto-condanna!
Giuda e Pietro hanno peccato in modo ugualmente grave: l'unica differenza tra loro sta nella richiesta di perdono che ha salvato Pietro, in seguito glorificato per la sua straordinaria testimonianza di fede.
Qualche lettore commenta scettico "Manca sempre il concetto di imparzialità nella Divina Misericordia": Si ricordi che questa è una logica puramente umana che Gesù cerca più volte di correggere con parabole di stampo "economico" (quella sui talenti, quella sulla paga uguale ai lavoratori che hanno lavorato diversamente, ecc.).
Direttore, i suoi scritti (religiosi e non) stanno facendo molto bene alla mia povera anima bisognosa di fede e speranza.
Che il Signore ve ne renda merito!
Mi dispiace, non ci capisco più niente. E' giusto abbandonarsi al caso come faccio io ultimamente, per un periodo difficilissimo a seguito di un periodo di intensa preghiera. L'atteggiamento di Luigi XVI Sara meschino ma riguarda comprensibilmen te molti cattolici, si vuole la perfezione sacrificale senza un segno che uno per aiutarsi, per salvare tutti gli altri; a questo punto salvatemi voi, io sono stanco morto a beccarvi. Viva chi vince tutte le guerre mondiali e sarà salvo.
Roberto
Per me è stata una frase illuminante. Purtroppo non ci avevo mai pensato. Eppure era così semplice.
Il ruolo di Giuda mi aveva sempre creato una sensazione di incompatibilità logica.
Il suo compito era "scritto" e quindi logicamente negava il libero arbitrio.
Come poteva essere considerato colpevole di qualcosa che doveva fare, perchè così era scritto?
Comunque ho sempre considerato la sua morte un atto di disperazione e di pentimento.
E GRAZIE, IO CONSIDERO LA DEVOZIONE ALLA DIVINA MISERICORDIA DI GESU', UN SISTEMA PERFETTO, COLLEGATO ADDIRITTURA AD UNA INDULGENZA PLENARIA (2^ DOMENICA DI PASQUA) E CONSIDERO PERICOLOSI TUTTI COLORO CHE ATTACCANO IL PAPA CHE L'HA RESA FRUIBILE A TUTTI I CATTOLICI DEL MONDO.
CIAO, E CHE DIO CI BENEDICA TUTTI QUANTI.
da tempo avevo compreso quanto il Culto della Divina Misericordia, basato sulle rivelazioni di Cristo a suor Faustina Kowalska, fosse importante per te. Come lo è per me. Sottoscrivo tutto del tuo articolo. Tutto salvo quel riferimento a Evola e Guenon perchè il loro pensiero ed il loro atteggiamento è proprio il contrario dell'accettazione della Misericordia: essi cianciavano di vie iniziatiche di "autosalvazione" ossia prive di salvezza intesa come dono d'amore, come grazia ovvero atto di gratuità del Sacro Cuore del Dio fattosi Uomo. Ma a parte questo riferimento, a mio giudizio improprio, l'articolo è tra i più belli che tu abbia scritto. E qui vorrei anche dire a certi "tradizionalisti " malati di "fariseismo" ossia chiusi nel loro "orgoglio ascetico", che si sentono i soli "puri" ed i soli pochi veri cristiani rimasti, che ad essi manca proprio il senso della Divina Misericordia. Perché se lo avessero comprenderebber o come questo è appunto il tempo della Divina Misericordia. Quello di cui Cristo parlava a suor Faustina. Ed allora, in tale prospettiva, si comprendono anche il "discorso della luna" di Giovanni XXIII, lo stesso Concilio (non il postconcilio), atti di Magistero come la "Dives in Misericordia" di Giovanni Paolo II. Persino i "mea culpa" che devono essere letti in chiave teologica e non storiografica. Si comprende, in altre parole, tutto l'aprirsi della Chiesa, negli ultimi decenni, verso l'umanità ultima che è sull'orlo dell'abisso nel tentativo di riportarla, con la medicina della carità, sulla strada della salvezza. Questo non è affatto "buonismo" o "irenismo ecumenico". Perché, come hai ricordato nell'articolo, Cristo ha detto a suor Faustina che passato il tempo della Misericordia arriverà, inesorabile, quello della Giustizia. Ed allora coloro che la Misericordia l'hanno rifiutata dovranno passare per la Giustizia. Tra essi ci saranno probabilmente molti "tradizionalisti " che oggi si sentono immuni dai presunti errori dottrinari o liturgici che imputano agli altri cristiani.
Un caro ed amicale saluto.
Luigi Copertino
La conservazione dell'ordine cattolico e dogmatico tradizionale non ha solo ripercussioni nella vita spirituale dei fedeli ma anche nella sfera sociale pubblica.
E questo a scapito dei giovani, dei più deboli ed indifesi... proprio coloro che necessiterebber o di una Guida forte e vigorosa e non di messe domenicali chitarra e comunione"alla mano"...
E poi ci lamentiamo delle "anime perse" ... bah....
Vi scrissi tempo fa e ricevetti dalla Redazione (Copertino se non ricordo male) una risposta importante per il mio percorso spirituale.
Ho cercato di non allontantanarmi dalla "Tradizione", cercando di evitare letture troppo audaci e/o critiche (esempio letture di derivazione protestante).
Il suo articolo però mi crea un problema dovuto al fatto che proprio solo qualche giorno fa avevo letto un articolo di don Luigi Villa nel quale, tra gli altri argomenti, scrive negativamente della devozione alla Divina Misericordia di Suor Faustina.
Ecco alcuni passaggi dell'articolo di don Villa.
"... (tale culto ndr)falsa non solo
le Sacre Scritture, ma anche il “messaggio della Madonna di
Fatima”, in cui si conferma che sarà dato all’umanità un periodo di pace, ma dopo il trionfo del Cuore Immacolato di Maria.
Gesù, quindi, avrebbe subordinato la “Pace” al mondo solo
dopo l’accoglimento della devozione al Cuore Immacolato di
Maria e all’obbedienza alle sue richieste.
La “nuova devozione alla Divina Misericordia”, quindi, sopprimerebbe la devozione al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore
Immacolato di Sua Madre. Proprio come accadde il 15 ottobre
1986, in Francia, quando Giovanni Paolo II, ai carismatici
pentecostali di Paray le Monial, pronunciò quella satanica frase in cui diceva che “il culto del Sacro Cuore era fuori uso”.
Ancora si può leggere... "come si può accettare il dire che la Misericordia è il più grande attributo di Dio? Forse che gli attributi di Dio non sono tutti uguali e perfetti? E allora, come mai nel “Diario” di suor Faustina si legge:
«Annuncia che la Misericordia è il più grande attributo
di Dio?»...
Cosa si potrebbe dire di questa devozione nuova che ha fatto conoscere Suor Faustina?... Io credo che questo discorso, senza condizioni e limitazioni, allontanano dall’insegnamen to
evangelico della conversione e della penitenza.
Certamente, questa nuova devozione cancella ciò che la Madonna di Fatima disse ai tre pastorelli di «pregare per le anime che vanno all’inferno, e pone come condizione essenziale per la salvezza dell’anima; “Penitenza! Penitenza! Penitenza!”».
Il cardinale Alfredo Ottaviani, quand’era Prefetto della
Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, condannò
la devozione di suor Faustina e la mise all’Indice
(6 marzo 1959) mentre, invece, con il cardinale
Franjo Seper, suo successore al Sant’Uffizio, la devozione
a Gesù Misericordioso venne riabilitata (15 aprile 1978).
Ma ricordiamoci che, tra la condanna e la riabilitazione
della devozione di Suor Faustina, c’è stato il Concilio
Vaticano II che aveva già conquistato il primato
nella Chiesa Romana e che insediò questa devozione,
dalla quale seguì la beatificazione di suor Faustina
(18 aprile 1993) e la sua canonizzazione (30 aprile
2000), seguita dall’istituzion e della Festa Liturgica
della Divina Misericordia.
Avrei bisogno di un aiuto, perchè pur valutando autonomamente che don Villa non sia un uomo infallibile, una siffatta tesi (quella di don Villa) è in troppo forte contrasto con il senso del suo articolo, che avrei senza alcun problema "sposato" se non avessi letto l'altra versione.
Ho un po' di confusione.
Grazie per la sua risposta.
Emanuele
Il 20 settembre scorso al capezzale di mio fratello, malato terminale di tumore al pancreas, si "sono create le condizioni" perchè lo invitassi a pregare.
"Sì,... ma non ricordo neanche una preghiera", fu la risposta.
Con grande fatica ha ripetuto con me la Coroncina della Divina Misericordia fino all'inizio della quarta decina, poi ho dovuto continuare da solo perchè troppo affaticato.
Gli ho messo tra le mani un Crocifisso e l'ho rassicurato che se anche avesse solo seguito mentalmente la mia preghiera Gesù l'avrebbe accolta ugualmente. Mio fratello è morto il 21 ottobre tra le braccia di un sacerdote che commosso ha ringraziato noi perchè in tutto il suo ministero non aveva mai accompagnato nessun moribondo nell'ultimo viaggio.
Naciketa
GESU' confido e spero in te. GESU' mio, misericordia, perdonatemi.
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