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> Giovedì 06 Novembre 2008
Money, money, money
Marco Travaglio:

"Io sono filoisraeliano per convinzione,  perchè adoro israele e gli ebrei,  perchè ci sono stato e ho visto di che cosa sono capaci gli arabi".
 
Visto che a travaglio piace informarsi, dopo israele, perchè non và in Palestina  e Libano a vedere cosa fanno gli israeliani?
 
Grazie per l'attenzione.

Roberto Zanotto


T. deve aver visto quanto ha reso a Magdi “Cristiano” Sllam gridare: “Viva Israele!”. Money, money, money.

Maurizio Blondet



 
> Mercoledì 05 Novembre 2008
Diversi valori alle cose
Gustoso questo articolo del Mighty Mogambo Guru :

www.dailyreckoning.com/Writers/Mogambo/

Le segnalo, in particolare, questo passaggio (a proposito della vexata quaestio “inflazione o deflazione” ?):


“… there is no economic "solution" to over-indebtedness and governmental stupidity that does not involve incredible pain, herein defined as INCREDIBLE INFLATION IN THE NECESSITIES OF LIFE AND THE INCREDIBLE DEFLATION OF EVERYTHING THAT IS NOT”

Quest’ultima frase, che ho riportato in maiuscolo, sembra dire la stessa cosa da lei detta nell’ultimo articolo sulla crisi:

“Ciò che ha valore oggi, se l’ipotesi si realizzasse, lo perderebbe totalmente; e acquisterebbero valore cose che diamo per scontate, e che non siamo disposti a pagare troppo. Senza più moneta, si formerebbe un «mercato» elementare e fortemente reale.

Il contadino quanto valuterà, in fagioli, la vostra giacca di Armani, il nostro jean Dolce & Gabbana, le nostre scarpe Nike, lo zainetto firmato Naj Oleari, il telefonino da 500 euro con fotocamera a 5 mila pixel? Un chilo, o solo un etto? Basterà a sfamare la famiglia lo scambio del televisore al plasma seminuovo 46 pollici? Interesserà il pastore che detiene la riserva di pecorino? Dipende: se c’è ancora  elettricità.

Lo scenario apocalittico è quello in cui, semplicemente, i valori - che oggi abbiamo rovesciato - si ricostituiscono nella loro gerarchia naturale. Acquisterà un valore estremo il contadino, e lo perderà del tutto il finanziere e il banchiere che non sa coltivare.

Avranno valore amici sicuri e fidati, nessuno il politico e il promotore finanziario. Varranno molto una manciata di grano, un chilo di fagioli, tre etti di castagne, una fascina di legna, una scatola di fiammiferi; poco, pochissimo, tutte le griffes di lusso, gli stracci firmati, la paccottiglia col marchio di cui abbiamo ornato la nostra «personalità» e a cui abbiamo affidato il rispetto di noi stessi, il nostro falso senso di dignità.”

Saluti e ancora complimenti.

Marco Scanavacca

P.s.: ho rivisto il sacerdote a cui ho fatto leggere i suoi articoli su Cacciari. Mi ha detto che concorda in pieno e le fa i complimenti. Li diffonderò fra amici e conoscenti.



Pensavo anche ai diversi valori che assumeranno le questioni politiche: resterà in testa alla classifica la quetione dei matrimoni gay? O il salvataggio di Alitalia?

Maurizio Blondet


 
> Mercoledì 05 Novembre 2008
Il Padre della Patria docet
Dalla rassegna stampa del mattino su radiotre.
 
Il suo conduttore di questa settimana è Massimo Teodori. Scelta quantomai... azzeccata, viste le imminenti elezioni in USA. Chi meglio dell'"eminente" americanista potra' leggere e commentare le relative notizie?
 
Il nostro amico Teodori, intanto, e' ben felice di citare il nostro "Padre della Patria" Ciampi, nel suo editoriale di stamane sul Messaggero, intitolato "RIPENSARE E RIFONDARE LE ISTITUZIONI DEL MONDO". Ecco alcuni passi significativi del Presidente Emerito.
 
"Non si tratta solo di cambiare le politiche economiche [...] ma prima ancora di ripensare e rifondare le istituzioni internazionali. La prima cosa che deve fare il nuovo presidente americano e' promuovere una conferenza mondiale e prepararsi in modo adeguato a questo appuntamento che dovra' partorire una nuova organizzazione globale" [...] "...prendendo atto che il mondo di oggi non e' piu' quello di ieri, che e' cambiato in profondita', esprime un nuovo ordine e richiede, dunque, di dotarsi di una nuova organizzazione che faccia fronte alla nuova situazione". [...] "Proprio questa crisi ha dimostrato l'importanza di aver fatto l'euro, la Banca Centrale Europea e l'Unione europea [...] sono evidenti i benefici e i vantaggi di sistema derivanti dall'aver creato l'Euro" [...] "Il mondo si deve regalare in fretta una nuova organizzazione internazionale e, per questo, ha bisogno subito di nuove istituzioni. Se lo ricordino bene Obama e Mcain. A chi dei due vincera', il mondo chiede questo prima di tutto. E guai se il nuovo Presidente degli Stati Uniti non fosse in grado di dare la sua parte di risposte giuste."
 
Tutto chiaro?
 
Nel frattempo, Gelli conduce "Venerabile Italia" su Odeon TV.
 
Non c'e' che dire. Un ottimo inizio di settimana lavorativa.
 
Silvano A.



Tutto per il Grande Architetto dell’Universo.

Maurizio Blondet



 
> Mercoledì 05 Novembre 2008
Intervista ad O'Malley
Caro direttore,

incuriosito dall'articolo su Casadei sono andato su Tempi ed ho  trovato un articolo del suo socio Amicone che intervista il cardinale  O'Malley.

http://www.tempi.it/esteri/003548-lobby-coalition

E' un cardinale che ho avuto occasione di sentire al Meeting di Rimini
qualche anno fa e non mi pareva male.
A dire il vero nell'articolo condanna (e ci mancherebbe) la guerra in
Iraq e si dilunga molto (a ragione) sulle malefatte dei liberals.
Ma su Bush mi pare che sia (per usare un eufemismo) di manica larga.

"Bush ha sbagliato a fare la guerra in Iraq. Ma per il resto la sua
amministrazione non è stata così negativa come la descrivono i liberal.
L’importanza di avere un presidente conservatore si è vista nelle
nomine alla Corte suprema. Oggi, grazie a Bush, cinque giudici su nove
sono cattolici..."

Forse Bush avrà paura di essere condannato a morte e qualche cattolico
in più...

Saluti.

Josi



Non ci posso credere.

Maurizio Blondet




 
> Mercoledì 05 Novembre 2008
Derubati della morte
Caro Blondet,

ti invio un articolo pubblicato oggi sul sito del Corriere della Sera a firma Gian Antonio Stella. Hanno ucciso anche "nostra Sorella Morte corporale". Che cosa rimarrà più della nostra civiltà? Se ci derubano anche della morte che cosa resterà di noi? Naturalmente non parlo dei nostri corpi ma del nostro essere uomini, di tutto ciò che ci distingue dalle bestie e dalla materia informe.

Con estrema angoscia,

Mario Farneti
 


Lo scandalo delle false cremazioni
Ceneri di defunti mischiate insieme e corpi spariti. Una cinquantina le aziende controllate

«Cessate d'uccidere i morti», invocava Giuseppe Ungaretti. Scriveva, il grande poeta, della carneficina della guerra. Ma mai come oggi quei versi sono apparsi attuali. Mai come oggi, infatti, la morte è stata stuprata. «È arrivato questa mattina il corpo di una bambina, che ne facciamo? Deve essere cremata», chiede in un'intercettazione il dipendente al titolare di un'azienda coinvolta in uno degli scandali più sconvolgenti. Risposta: «Mah... Niente cremazione, buttala via, nell'immondizia, tanto è poca roba».
 
Lo facevano sul serio, di buttare i corpi nel pattume. La cronaca di Nadia Francalacci su Panorama gela il sangue: «Quando le ruspe hanno iniziato a scavare, è spuntato un piede. Era di uno dei sei corpi saponificati abbandonati in un campo di 30 metri quadrati assieme ai resti di amputazioni ospedaliere, a feti abortiti per gravi malformazioni e a decine di sacchi di plastica neri che contenevano le ceneri di centinaia di persone cremate e mai riconsegnate ai familiari».

Non passa giorno, ormai, senza il trauma di una nuova inchiesta della magistratura o di una nuova ispezione dei carabinieri dei Noe, i Nuclei operativi ecologici. I quali, partendo da una indagine sul «riciclaggio» di maniglie di ottone, crocefissi, bare e perfino abiti dei defunti, hanno messo sotto esame una cinquantina di strutture che si occupano di cremazioni scoprendone di tutti i colori. È successo a Roma, dove i giudici indagano da tempo su diverse salme dimenticate nelle loro casse in un deposito anche per due anni mentre già i parenti portavano «mazzi di crisantemi al camposanto di Fiumicino, convinti che le ceneri dei familiari stessero definitivamente lì». È successo a Padova, dove qualche settimana fa sono state sequestrate le ceneri di tre persone buttate tutte insieme nello stesso contenitore dagli addetti alla cremazione di una ditta che si vantava d'avere ottenuto il riconoscimento di controllo di qualità «Iso 9000». È successo a Segrate, dove sono state trovate otto casse che contenevano ceneri mischiate di chissà quanti defunti e ottanta casse zincate con i resti ossei di centinaia di corpi ormai derubati della loro identità. È successo a Mirteto, Prato, Collecchio, Roccastrada, Vignola, Fornovo, Parma, Piacenza e, insomma, un po' in tutte le località in cui la «Euroservizi», una delle aziende più coinvolte, aveva vinto gli appalti per le cremazioni. Per non dire di Fidenza, dove la società aveva ammassato in 60 sacchi neri dell'immondizia una tale quantità di ceneri che, dice una stima, «potrebbero appartenere a circa 2 mila corpi cremati».

Tra i rifiuti, dicono le cronache, c'erano «un tronco umano saponificato e una bara bianca con un bambino al quale era stato tolto il nome». Tutti insieme. Tutti mischiati. Nell'indifferenza totale per l'impegno assunto (in cambio di soldi, tanti soldi) e per il dolore lancinante dei parenti, convinti che «quella» piccola urna con le ceneri loro consegnata contenesse davvero i resti del padre, della madre, del fratello, del figlio... Nella «A livella», la straordinaria poesia di Totò dedicata alla giornata che si celebra oggi («Ogn'anno, il due novembre, c'è l'usanza / per i defunti andare al Cimitero... »), il «nobile marchese signore di Rovigo e di Belluno » lo sputa in faccia al vicino di tomba, il netturbino Esposito Gennaro: «la Vostra salma andava, sì, inumata / ma seppellita nella spazzatura! ». Il senso di quelle rime struggenti, la morte che come una livella mette tutti sullo stesso piano, dal nobile marchese fino a Gennaro «'o muorto puveriello», era però un altro. A mischiare le ceneri, nella sua misericordia, è Dio. Che però distingue una dall'altra ogni singola sua creatura. O se volete, laicamente, a mischiare tutto è la natura. Non l'ingordo padrone di un'impresa funebre che vuole risparmiare sull'accensione del forno, sulle bare, sui vestiti messi addosso ai morti da mogli, sorelle, figlie in lacrime.

Eppure, per millenni, il rispetto per i morti è stato uno dei cardini della cultura umana. In Occidente come in Oriente. Gli egizi cercavano con la mummificazione di conservare i corpi perché sopravvivessero nell'Aldilà e infilavano tra le bende del defunto un rotolo di pergamena col Libro dei Morti, chiamato serenamente il «Libro per uscire al giorno». Gli antichi greci lavavano e profumavano le spoglie mortali dei loro cari e ornavano le case con mirto e alloro e andavano in processione al cimitero accompagnati dalle melodie dei suonatori di flauto e gli adulti venivano seppelliti con i sigilli e i dadi e le donne coi gioielli più preziosi e i bambini coi loro giocattoli. E gli etruschi coprivano le pareti delle tombe con pitture che raffiguravano il defunto seduto a un grande banchetto presieduto da Ade e Persefone. E i romani custodivano in casa, nei «penetralia », le maschere di cera degli antenati che veneravano e invocavano a protezione della famiglia. E Polibio racconta nelle sue Storie pagine indimenticabili sui riti (la salma portata al Foro sui rostri, la Laudatio funebris dalla tribuna, il corteo con i parenti che indossavano le maschere funebri degli avi...) con cui le famiglie patrizie onoravano i loro cari nei giorni dello strazio. Per non dire di culture lontane come quella di Tana Toraja nell'isola indonesiana di Sulawesi, dove il morto non è davvero morto ma solo «addormentato» finché non viene sepolto e i funerali vengono dunque trascinati per mesi e mesi, anni ed anni, e tutti i parenti accorrono e si ritrovano intorno a chi «dorme» per cucinare e mangiare insieme il maiale e i polli e certe focacce fritte che sono una bontà.

Per questo, oggi, è il caso di fermarsi un attimo a riflettere sul senso di queste cronache oscene che ci tolgono il sonno. E di domandarci se, in fondo in fondo, non sia tutto «normale», che una società che troppo spesso non rispetta i vivi non possa poi rispettare i morti. Quanto agli immondi mercanti che trattano le salme fottendosene della loro sacralità e del dolore che dilania le mogli, i mariti, i figli, c'è solo da sperare che (al di là della giustizia nei tribunali degli uomini) avessero ragione gli antichi greci. Secondo i quali i malvagi che non portavano rispetto a un defunto venivano per anni perseguitati dalla sua anima, fino a renderli pazzi.

Gian Antonio Stella
02 novembre 2008


Siamo un paese profondamente marcio.  Come siamo diventati così?

Maurizio Blondet


 
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